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Nasce il Consiglio di Difesa Sudamericano

di Alessia Lai - 11/03/2009

 

 
Nasce il Consiglio di Difesa Sudamericano
 



Ieri, a Santiago del Cile, è nato ufficialmente il Consiglio di Difesa dell’Unasur. Sarà formato dai rappresentanti dei dodici eserciti dei Paesi che compongono l’Unione delle nazioni sudamericane: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela. I ministri della Difesa degli Stati membri si riuniranno per programmare le attività del Consiglio di Difesa almeno una volta l’anno, mentre i viceministri si incontreranno due volte l’anno. “Fino a oggi i negoziati di cooperazione si sono svolti sempre in forma bilaterali. Con la creazione del Consiglio di Difesa ora i colloqui saranno multilaterali, con maggiore confronto”, ha commentato il ministro della Difesa cileno, Josè Goñi. Il Consiglio di Difesa Sudamericano (Cds), non sarà un’alleanza militare classica come la Nato, non organizzerà un esercito proprio, né si immischierà nelle decisioni sull’acquisto di armi prese autonomamente da ogni Paese membro. Certo, l’obiettivo principale della nuova struttura sarà comunque quello della trasparenza sulle spese militari sostenute dai Paesi aderenti, tenuto conto della sfiducia che provoca in alcuni Paesi l’aumento delle spese militari dei vicini. “Non è del tutto chiaro quanto spendiamo e per questo uno dei primi accordi che abbiamo messo nel piano d’azione per il 2009 e rendere trasparenti le spese della Difesa”, ha detto il sottosegretario cileno alla Guerra Gonzalo García.
La principale aspirazione degli Stati riuniti nel Consiglio di Difesa è quella di rafforzare la mutua fiducia attraverso l’integrazione, il dialogo e la cooperazione in materia. Uno dei Paesi che ha presentato più iniziative è il Venezuela, che si è impegnato ad organizzare un seminario per identificare i fattori di rischio e le minacce che possono minare la pace regionale e mondiale, ed ha mostrato interesse a promuovere iniziative bilaterali e multilaterali di cooperazione e produzione dell’industria della Difesa. Argentina, Perú e Venezuela si sono inoltre impegnati a pianificare un piano combinato di assistenza in caso di catastrofi o disastri naturali.
Mai, a parte qualche incidente di frontiera, nel continente sudamericano si sono verificati seri scontri fra eserciti diversi. Un precedente che depone a favore della creazione della nuova struttura dell’Unasur. Certo, non mancano comunque momenti di tensione fra Paese e Paese dovuti a storici problemi di confine o a sconfinamenti illegali dovuti soprattutto alla repressione del traffico di droga. Incidenti che assumono dimensioni tanto più grandi quanto più i Paesi sono governati da schieramenti lontani fra loro. È il caso della crisi che da un anno vede molto tese le relazioni fra Colombia ed Ecuador. Circa un anno fa, infatti, l’esercito colombiano sconfinò in territorio ecuadoregno per bombardare un nascondiglio delle Farc (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia). Azione nella quale rimase ucciso l’allora capo dei ribelli colombiano Raul Reyes. Lo sconfinamento non fu gradito all’Ecuador, guidato da Rafael Correa, stretto alleato del presidente venezuelano Hugo Chávez. La Colombia, guidata da Alvaro Uribe, costituisce uno degli ultimi bastioni filo-statunitensi di quell’America Latina che una volta era considerata il “cortile di casa” di Washington ma che oggi sta acquisendo una nuova fisionomia.
L’affrancamento dalla sudditanza nei confronti degli Usa, insomma, non fa ancora parte del bagaglio politico e storico colombiano. Lo dimostrano le recenti dichiarazioni del ministro della Difesa di Bogotà, che ha affermato che “colpire il terrorismo anche fuori dai confini del Paese è un atto di legittima difesa”.
Affermazioni in perfetto stile statunitense che non sono piaciute a Correa né a Chavez, che ha minacciato senza mezzi termini Uribe di ricorrere ai caccia ed ai carri armati se mai la Colombia pensasse di fare in Venezuela quello che ha fatto un anno fa in Ecuador.
Il Cds, la mutua fiducia sulla quale dovrà essere basato, dovrà evitare che possano concretizzarsi scontri del genere tra Paesi confinanti.
“Crediamo che un meccanismo di cooperazione come questo contribuirà a che l’America latina sia una zona di pace”, ha affermato ieri la viceministra della Difesa dell’Ecuador, Lourdes Rodríguez, riguardo alla capacità del nuovo organismo di evitare conflitti come quello nato lo scorso anno dopo l’incursione colombiana oltre la frontiera nord dell’Ecuador. Un buon inizio, visto he sarà proprio l’Ecuador, il prossimo maggio, a sostituire il Cile nella presidenza temporanea dell’Unasur e del Cds.