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Di ritorno da Gaza: il massacro continua. Conferenza stampa della delegazione di Forum Palestina

di Antonio Caracciolo - 11/03/2009

Ero seduto accanto ad una giornalista dell’ANSA, che riempiva il suo taccuino mentre i membri della Delegazione di Forum Palestina che erano stati nella Striscia di Gaza passando dal valico egiziano raccontavano la loro esperienza durante due giorni di permanenza, durante i quali avevano potuto vedere e portare direttamente il denaro che avevano raccolto. Alla giornalista ho detto che avrei scritto anche io qualcosa sul mio blog, ma con un taglio ed uno stile diverso da quanto lei avrebbe dovuto fare. Se avessi annotato o stenografato gli interventi, non avrei potuto riflettere criticamente su quanto ascoltavo. Molto vi sarebbe qui da scrivere, ma non ne ho il tempo e devo solo limitarmi ad alcune rapide annotazione. Intanto, la principale è quella schematizzata nel titolo: il massacro continua. Noi sappiamo purtroppo abituati a percepire la realtà in quanto e se raccontata dai grandi mezzi di comunicazione, che per l’appunto appartengono ad Israele, all’ebraismo, agli interessi che da oltre un secolo devastano le terre mediorientali. Per chi la vuole attingere la conoscenza della Verità è sempre un percorso accidentato e faticoso.

Si è fatto in Roma tanto baccano al solo accenno di un boicottaggio contro i negozi degli ebrei che viene ora netto il contrasto con ben altro boicotaggio che Israele conduce da sempre contro il popolo palestinese. A proposito: Israele c’entra qualcosa con l’ebraismo? E non è mai successo che gli ebrei romani abbiano spillato un solo euro per finanziare gli “insediamenti illegali” in Cisgiordania? O l’economia israeliana di guerra ed il conseguente “genocidio”, voluto dal loro Dio e benedetto dai rabbini di tutto il mondo? Naturalmente, la conferenza stampa non ha avuto nulla a che fare con questa impostazione, anche se qualche intervento dal pubblico ha fatto pensare a questa realtà sottaciuta. Intanto, un curioso caso di boicottaggio da parte israeliana: in un ospedale ben attrezzato, al quale è stato donato dalla banca mondiale, non un “carroarmato”, o una partiti di missili, bensì un... ascensore da installare nell’ospedale, non ne puà disporre perché l’ascensore è bloccato nel porto dalle autorità israeliane. I pazienti devono essere portati in barella, per le scale, da un piano all’altro. Negli ospedali continuano a morire quelli che prima erano feriti. L’uso di armi proibite, sempre negato dagli Eletti Mentitori, è una realtà che si riscontro sul corpo dei pazienti deceduti. Vi è stata poi una colpevolissima condotta dei medici israeliani, che si sono mostrati degni parenti dei Mengele holliwodiani.

Un dato politico significativo è il fatto che la delegazione giunta dal valico egiziano è riuscita a passare, inscenando una manifestazione. Il governo israeliano appare sempre più un governo a sovranità limitata. Il trattato di pace è stato in realtà un trattato di soggezione, di vassallaggio. Questo spiega la complicità egiziana nell’attacco a Gaza. Ormai sono dati che un occhio critico facilmente individua. Che dire del gas che l’Egitto “regala” ad Israele? Un tributo di guerra, come nei tempi antichi, dove le cose si chiamavano con il loro nome. La delegazione italiana, che inizialmente non era autorizzata a passare, non si è allontanata dal valico, ma fornitasi di coperte e di tende vi ha trascorso la notte. Il fatto ha creato grande scombussolamento nelle autorità egiziane, che alla fine si sono decise a far passare la delegazione, che però una volta dentro un si voleva poi far uscire. Insomma, vi sarebbe da fare un film, se l’industria holliwodiana non fosse di proprietà degli amici del giaguaro.

Non è però passata affatto l’altra delegazione, quella della Tavola della pace, che ha scelto il valico israeliano in segno di solidiarietà verso Israele, vittima di qualche missile Kassam con rottura di vasi. Questo tipo di pacifismo sostiene Israele adottando la tesi del “conflitto”, per la quale il massacro, il genocidio, la pulizia etnica sarebbe una “giusta difesa” da parte di Israele contro i “terroristi” palestinesi, autentici barbari e selvaggi della nostra epoca, la cui colpa è quella di non volersi arrendere, di non volersi lasciar disperdere per il mondo in campi profughi o come immigrati nelle nostre società che non sempre li amano. La lezione di Ilan Pappe, ribadita al seminario romano del 21 gennaio scorso, è stata recepita da Forum Palestina, che respinge nettamente la tesi dell’equidistanza o equivicinanza di altre organizzazione falsamente solidali con i palestinesi. Trattasi di genocidio che deve trovare la più ferma condanna di quanti amano nutrire la loro mente con gli “orrori” storici, controversi, della seconda guerra mondiale. Signori, se guardat. verso Gaza e la Palestina, non avrete nessun bisogno di “ricordare”, non dovrete fare nessun forzo di “memoria”. Basta che guardiate: il genocidio, la pulizia etnica, il razzismo è presente, reale ed alla porta dei vostri occhi, delle vostre orecchie, del vostro cervello.

Mi taccio sul “nostro” (?) ministri Frattini, del quale potrei solo del male, tutto il male possibile, che lascio pensare, ma non dico. Già Durban I aveva rivelato verità che gli Usa, Israele e il Canada, paesi dove la “Israel lobby” è potentissima, avevano tentato di sabotare. Lo stesso tentano ora di fare con Durban II. Il “nostro” ministro ha dato quella prova di servilismo, di cui nessuno dubitava. Personalmente, evito anche di sapere cioà che dice o fa: lo considero “perso” e “alieno”. Un momento! Va però data una nota di merito alla rappresentanza diplomatica italiana in Israele ed Egitto, che molto si sono adoperate per dare sostegno alla delegazione italiana. Non ne attribuisco però il merito al ministro. I funzionari sia italiani sia egiziani hanno una loro limitata autonomia rispetto ai loro governi.

Chiudo questa rapidissima nota con un poco di colore. La mattina ho iniziato il mio boicotaggio contro Israele. Finito di prendere il caffè in un bar dei Parioli, mi sono accorto che sulla macchina del caffé vi era scritto “Lavazza”. Mi sono quindi ricordato che questo è uno degli obiettivi del boicottaggio, in quanto la italiana Lavazza fa affari con Israele. Ho detto al barista e al proprietario che la prossima volta non avrei preso il caffè nel loro bar, se avessi visto ancora la scritta Lavazza. Ritengo di essere libero di prendere o non prendere un caffè senza voler con ciò fare un danno al proprietario del bar, al quale non ho chiesto di quale religione o etnia fosse. Mi è parso che abbia capito e non si sia offeso. In ogni caso non passerò da quel bar in quanto è per me fuori zona. Per la fine del mese è prevista una grande azione di boicotaggio contro Israele, che peraltro il suo boicottaggio contro Gaza lo conduce in permanenza da anni: la ricostruzione degli edifici che la stessa Israele ha bombardato non la si può fare in Gaza, perché Israele non lascia passare il cemento, i tondini e tutto il materiale da costruzione. Per fortuna, dice la delegazione, in Gaza non si soffre la fame. Ma ciò accade perché dai tunnel passano non le armi, ma i viveri!