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La dea bendata. Lo sciamanesimo nell'antica roma

di Leonardo Magini - 18/03/2009

Fonte: Diabasis

 
 






Il mito etrusco-romano di Fortuna e le infinite manifestazioni dello sciamanesimo sono i due poli di questa ricerca: da una parte, l'opera della dea che sovrintende le sorti degli umani; dall'altra, le azioni del 'guaritore' al quale ricorrono per aiuto popoli di tutto il mondo. Di Fortuna parlano i grandi autori classici: i loro racconti legano strettamente la dea a luoghi, a persone, a miti e riti delle feste del calendario. La dea bendata raccoglie l'insieme ricchissimo del materiale mitico relativo al mondo etrusco-romano e lo mette costantemente in rapporto con l'ancor più ricca riserva di materiale etno-antropologico che gli studi dell'ultimo secolo hanno registrato dalla viva voce degli sciamani ancora attivi in vari luoghi del mondo. L'Asia centrale, e siberiana in particolare, e l'America settentrionale sono le principali aree di riferimento della documentazione; Eliade, Lot-Falck, Marazzi, Ginzburg gli autori da cui si trae il continuo raccordo tra mito classico e realtà contemporanea. Rientra nell'indagine anche l'intreccio tra idee, credenze, riti e realtà astronomica: il mondo della dea bendata diventa così il punto di partenza di quel nuovo ramo di storia della scienza, che oggi si chiama 'astronomia culturale'. Al tempo stesso la dea Fortuna e tutti i miti a lei collegati si rivelano come la più antica manifestazione conosciuta dello sciamanesimo, alla base di credenze e usanze del mondo occidentale ancora attuali e vive.

L'Autore

Leonardo Magini è uno specialista di mondo etrusco. Si è occupato a lungo di lingua e cultura etrusca e poi di astronomia etrusco-romana. Su quest'ultimo argomento ha pubblicato in successione, tra il 1996 e il 2003, tre saggi presso "L'Erma" di Bretschneider di Roma. Con il più recente – Astronomia etrusco-romana – Magini ha ricostruito per la prima volta l' intera sapienza astronomica di origine babilonese nascosta nei miti, nei riti e nelle cadenze delle festività dell'antico calendario romano.