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La trappola infernale degli speculatori Usa

di Roberto Marchesi - 26/03/2009

 



Ammetto di essere in una posizione privilegiata per poter scrivere di queste cose: come italiano, la mia attesa per la pensione Inps non sarà esaltante ma è comunque fondata su qualcosa di solido: una pensione garantita dallo Stato. E come americano ho la possibilità di guardare dal di dentro, senza esserci coinvolto direttamente, un sistema pensionistico che più assurdo di così non si potrebbe immaginare.
Peggiore di questo sistema pensionistico (sempre negli Usa) c’è forse solo il sistema sanitario, ma di quello ne parlerò un’altra volta (anche perché ne ho già parlato abbondantemente nel mio libro del 2006 “Scoprire un’altra America” Ediz. Bastogi, e nulla per ora è ancora migliorato).
Dunque, è noto che negli Usa la pensione non è garantita dallo Stato (c’e solo, tramite la Social Security - federale - un modesto sussidio alle persone povere), l’accantonamento per la pensione è quindi volontario, perciò ciascuno deve arrangiarsi a metter da parte abbastanza denaro per potersi garantire una serena vecchiaia.
Ma “metter da parte abbastanza denaro” sono quattro semplici parole che mettono in moto un sistema infinito di opportunità, e rischi, ai quali ogni cittadino americano responsabile non può sottrarsi, pena una vita da anziano nella più completa miseria.
Infatti la scelta su “dove” parcheggiare i soldi che ti verranno restituiti quando ti sentirai abbastanza vecchio (o ricco) per ritirarti è una cosa complicatissima. Bisogna scegliere oculatamente il Fondo, la Finanziaria o più direttamente i titoli azionari sui quali investire il proprio denaro. Nessuno però ti tutela dal rischio di perder soldi invece che guadagnarli. Loro, quelli che prendono in consegna i tuoi soldi, guadagnano di sicuro: in commissioni, percentuali e balzelli di ogni tipo. Il rischio invece è solo tuo, se sbagli paghi.
Nessuno ha pietà dei tuoi errori. Persino lo Stato, che ha istituito una forma di accantonamento che consente di risparmiare sulla tassazione finale (il noto 401K) rende tuttavia molto rigida la sua operatività, e chi ha necessità di spostare il denaro prima del tempo (l’età di 65 anni) viene punito con una pesante tassazione.
In ogni caso, anche se le variabili di investimento sono infinite (come la musica), il luogo dove tutte poi confluiscono è di fatto sempre e solo una: la borsa.
La borsa è come un gigantesco vortice che attira tutto quello che gli gira intorno.
Azioni, obbligazioni, fondi; persino le merci, il denaro. Gira e rigira tutto finisce in qualche misura per essere attratto nel vortice e subire, nel bene o nel male, la legge della finanza stabilita in borsa.
Perciò dato che negli Stati Uniti sono costretti tutti, chi più chi meno, ad essere risucchiati nel vortice della borsa (fosse anche solo per garantirsi la pensione) ecco quindi, in parole semplici, come funziona la trappola infernale al quale il povero risparmiatore non può sottrarsi:
- se vuoi avere una pensione devi investire in qualcosa che inesorabilmente finisce in borsa;
- loro (gli operatori di borsa, i finanzieri, gli agenti, ecc.) ci speculano sopra ad ogni passaggio in ogni modo possibile e immaginabile;
- le quotazioni crescono fino all’inverosimile, finché la “bolla” speculativa scoppia;
- “loro” hanno guadagnato abbondantemente (qualcuno si è arricchito), ma adesso sono i primi a fiutare la tempesta e a mettersi al riparo;
- a rimanerci inesorabilmente impigliati e a subire le maggiori perdite sono i risparmiatori, ovvero praticamente tutti i cittadini.
Quindi negli Usa sono i cittadini, la gente comune che sperava di aver risparmiato abbastanza per aver diritto ad una pensione a subire lo smacco maggiore. E ora devono rimboccarsi le maniche e ripartire con un capitale falcidiato del 20, 30 o anche più del 50%.
Non è una novità, ma stavolta questa crisi appare molto più pesante del solito, e anche qualcuno degli speculatori ci ha rimesso le “penne”. Ma loro trovano sempre totale o parziale protezione nella legge fallimentare.
Poi ricominciano daccapo. Aiutati anche da alcune riviste mensili specializzate, che danno sempre suggerimenti ad un vasto pubblico su come investire meglio degli altri.
Ma siccome fanno tutte più o meno riferimento a Wall Street, nessuna suggerisce davvero quando è il momento di scappare! E ricordano sempre il severo monito che l’investimento inevitabilmente comporta dei rischi. Il che suona anche come una beffa. Ma perché, potrebbe rispondere il comune cittadino, ci avete forse lasciato qualche altra scelta?