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Crisi Globale? Giapponesi e americani tornano alla terra

di Luca Bernardini - 31/03/2009

 
 
 
 
L’industria è in crisi? L’auto non tira più? Casse statali vuote? Allora tornare alla terra. Questo è quanto sta pensando di fare il Giappone per affrontare l’ondata di disoccupazione, conseguenza della crisi economica globale.
Il Ministro dell’agricoltura Taro Aso ha finanziato per 800 persone che hanno perso il lavoro uno stage di 10 giorni per imparare a produrre e vendere ortaggi e frutta. Dopo il corso formativo i disoccupati lavoreranno per un anno in villaggi agricoli.
L’iniziativa, oltre che obiettivi politici e sociali, ha anche risvolti di economia interna: il Giappone, nonostante i suoi 3 milioni di agricoltori, è tra i Paesi industrializzati più dipendenti dall’estero in termini di derrate alimentari, con un’importazione che arriva al 60% del complessivo consumo di cibo.

Dall’altra parte del Pacifico, il dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha annunciato che un numero crescente di americani si sta trasferendo nelle campagne con la conseguente apertura di circa 300mila nuove aziende agricole, dal 2002 a oggi. Complessivamente negli Usa sono ora attive 2,2 milioni di aziende agricole, ma nel corso dei cinque anni è aumentato del 30 per cento il numero di donne imprenditrici che sono ora 306.200.
Una tendenza favorita dal programma per l’agricoltura definito dal nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama: incoraggiare i giovani a diventare agricoltori, sostenere l’agricoltura locale, sostenibile e biologica, promuovere le energie rinnovabili, assicurare la copertura della banda larga nelle aree rurali, migliorare le infrastrutture nelle campagne ed estendere l'obbligo di indicare l'origine degli alimenti in etichetta per consentire di distinguere il proprio prodotto da quello importato.


Fonte :
Ecoblog
Swissinfo
Greenplanet