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Lettera aperta al G 20: come uscire dalla crisi

di Ilvio Pannullo - 02/04/2009

 


Loro sono gli uomini del gruppo Europe2020, che intorno al 15 di ogni mese pubblicano uno dei migliori report di geopolitica del mondo. Da due anni a questa parte il gruppo Europe2020 ha messo a segno previsioni socioeconomiche molto accurate, il che gli ha conferito grande credibilità. Furono infatti proprio loro a prevedere, con largo anticipo, le convergenti crisi sociali, politiche, monetarie, economiche e finanziarie che sarebbero esplose nel settembre 2008, più tutto un rosario di avvenimenti che oggi non si possono che constatare. Consapevoli delle proprie capacità, per nulla divinatorie, di anticipare il verificarsi della crisi e delle sue inevitabili conseguenze, questi signori hanno deciso ora di spararla ancora più grossa: scrivere una lettera aperta a tutti coloro che parteciperanno al prossimo summit mondiale che avrà luogo tra pochi giorni a Londra, per discutere e ragionare su come uscire da questa crisi che attanaglia oramai anche l’Europa e minaccia di demolire l’intera zona d’influenza anglo-americana.

La lettera, pubblicata lo scorso 24 marzo sul Financial Times, sbatte in faccia ai leaders europei, non senza un vago accento di sicumera, tutte le cause dell’attuale dissesto economico, per poi interrogarsi sullo stato della sua comprensione e concludersi con alcune raccomandazioni. Questa lettera aperta di LEAP/Europe2020, che vide l’arrivo di una “Crisi sistemica globale” ben tre anni fa, ha dunque lo scopo di spiegare brevemente cosa è accaduto e come limitare ulteriori danni. A preoccupare gli analisti è soprattutto la percezione, da parte dei mercati, di una pericolosissima mancanza di consapevolezza, da parte dei leaders europei, di quanto realmente stia accadendo nello scenario economico mondiale e dunque della loro relativa totale incapacità di prendere le giuste contromisure.

“Se avete iniziato a sospettare l’alba di una crisi consistente meno di un anno fa – questo l’incipit della lettera – nel secondo numero del "Global Europe Anticipation Bulletin" (GEAB N°2) - il nostro gruppo]aveva anticipato che il mondo stava per entrare nella “fase di attivazione” di una crisi di proporzioni storiche. Da allora, mese dopo mese, LEAP/Europe2020 ha continuato a produrre previsioni altamente accurate sullo sviluppo di questa crisi con la quale oggi il mondo sta combattendo. Per questa ragione, ci sentiamo obbligati a scrivervi questa lettera aperta che speriamo vi aiuterà nelle scelte che dovrete prendere tra pochi giorni”. Un po’ come dire che loro il loro lavoro lo sanno fare e lo hanno dimostrato. Sarebbe, dunque, cosa intelligente ed apprezzata se i nostri governanti, che con tanta lucidità ci hanno guidato fino ad ora, dimostrassero un salutare interesse.

Nella lettera si sostiene che se i leaders europei non saranno in grado di adottare un insieme di decisioni concrete e innovative, focalizzate sui punti e sui problemi essenziali, ed avviarle entro l’estate del 2009, la crisi entrerà in una fase di dissesto geopolitico globale entro la fine dell’anno. Le conseguenze sul sistema internazionale e sulla stessa struttura delle organizzazioni politiche più grandi come USA, Russia, Cina, oltre alla medesima UE, diventeranno irreversibili. Dopo, ogni possibilità di controllare il destino dei 6 miliardi di cittadini del mondo sarà finita.

La scelta da prendere riguarderà il tempo necessario per invertire le attuali tendenze macroeconomiche. La decisione, dunque, inevitabilmente passa per la piena realizzazione delle cause di questa attuale crisi. Fino ad oggi – è questa la tesi sostenuta nella lettera – i governanti si sarebbero occupati semplicemente dei sintomi e degli effetti secondari perché, sfortunatamente più per noi che per loro, nulla li ha preparati a fronteggiare una crisi di questa portata storica. Pensando che aggiungere altro (petr)olio al motore globale sarebbe stato sufficiente, inconsapevoli del fatto che il motore si era irreversibilmente rotto, la classe politica è stata colpevole di perdere tempo utile, mentre il sistema internazionale si andava deteriorando ulteriormente ogni mese.

“Nel caso di una grave crisi, bisogna andare al cuore della questione. L’unica scelta è tra intraprendere un insieme di cambiamenti radicali, che accorcino notevolmente la durata della crisi e diminuiscano le sue tragiche conseguenze, oppure, al contrario, rifiutare di fare alcun cambiamento in un tentativo di salvare ciò che resta dell’attuale sistema, prolungando la durata della crisi ed incrementando tutte le conseguenze negative. A Londra, il prossimo 2 Aprile, potete aprire la strada alla risoluzione della crisi in modo organico in 3-5 anni, oppure trascinare il mondo in un terribile decennio”. Un decennio che – è opportuno ricordare – porrebbe l’umanità tutta in una situazione in cui non si è mai trovata nel corso della sua storia.

Ecco, dunque, le tre raccomandazioni che il gruppo di analisti finanziari di LEAP/E2020 considerano strategiche; nel senso che, se non saranno avviate entro l’estate del 2009, quello che loro definiscono come il “dissesto geopolitico globale” diventerà inevitabile dalla fine di quest’anno in poi. Il cuore del nocciolo della questione viene identificato nella creazione di una nuova moneta di riserva internazionale. La prima raccomandazione è un’idea molto semplice, quasi uno scherzo: riformare il sistema monetario internazionale post seconda guerra mondiale e creare una nuova moneta di riserva per tutte le nazioni del mondo o comunque per quelle più rappresentative.

“Il dollaro americano e l’economia - si legge - non sono più in grado di sostenere l’attuale ordine economico, finanziario e monetario globale. Finché questo problema strategico non viene affrontato e risolto direttamente, la crisi crescerà . E’ infatti questo il cuore della crisi dei prodotti finanziari derivati, banche, prezzi dell’energia... e delle conseguenze in termini di disoccupazione di massa e della caduta degli standard di vita. E’ dunque di vitale importanza che questo punto sia l’argomento principale del summit del G20, e che i primi passi verso una soluzione vengano avviati. In effetti, la soluzione a questo problema è ben nota, e consiste nel creare una moneta di riserva internazionale (che potrebbe essere chiamata il “Global”) basata su un paniere di monete corrispondenti alle più grandi economie, ovvero dollaro, Euro, Yen, Yuan, Khaleeji (moneta comune degli stati del Golfo produttori di petrolio, che partirà a Gennaio 2010), Rublo, Real..., gestito da un “Istituto Monetario Mondiale” il cui consiglio di amministrazione rifletterà il peso relativo delle economie le cui valute compongono il Global”.

Solo questo ammonimento dovrebbe rendere l’idea della serietà dell’analisi, se non fosse che il suggerimento si completa affidando la responsabilità di tutta l’operazione al FMI e alle banche centrali coinvolte, agli stessi autori cioè dell’abominio che il report descrive così finemente. Il piano dovrebbe essere pronto per Giugno 2009, con la data di implementazione al 1 Gennaio 2010. “Questo – si legge nell’articolo pubblicato sul Financial Times – è il solo modo che avete di ripristinare il controllo sugli eventi attuali in corso, e questo è il solo modo per voi di sviluppare una gestione globale, basata su una valuta condivisa al centro dell’attività economica e finanziaria”. Se questa alternativa all’attuale sistema monetario in crollo non sarà avviata entro l’estate del 2009, dimostrando che esiste una soluzione alternativa all’approccio “ognun per sé”, la previsione vede l’attuale sistema internazionale non sopravvivere all’estate. Considerate le premesse vien quasi voglia d’intonare una preghiera al cielo con la speranza che, almeno questa volta, qualcuno si degni di rispondere.

La seconda raccomandazione riguarda, invece, la preparazione di schemi per il controllo delle banche. Idea questa peraltro già menzionata molte volte nei dibattiti preliminari allo stesso summit. Dovrebbe quindi essere facile da adottare. Riguarda la creazione, entro la fine dell’anno, di uno schema di controllo bancario su scala globale, che sopprima gli attuali “buchi neri” quali vuoti legislativi e paradisi fiscali. L’unica soluzione concretamente praticabile e capace di risolvere alla radice il problema, tuttavia, stante la palese irragionevolezza di far curare il moribondo dal suo stesso male, rimarrebbe la nazionalizzazione delle istituzioni finanziarie non appena necessario. “E’ questa la sola via credibile – si legge nell’articolo – per prevenire nuovi episodi di massiccio indebitamento da parte delle banche (il tipo di episodi che hanno contribuito significativamente alla crisi attuale) e mostrare all’opinione pubblica che avete qualche credibilità nel contrattare con i banchieri”. Anche questa seconda raccomandazione tradisce un tono vagamente sarcastico: alla luce delle responsabilità di quanto accaduto e delle risposte adottate dai governi, su tutti quello americano, sono molti infatti che s’interrogano sul chi, tra politici e banchieri, detenga realmente il potere.

La terza e ultima raccomandazione si riferisce ad un argomento politicamente sensibile, che non può essere ignorato. Secondo LEAP/Europe2020 è essenziale,infatti , che, non oltre Luglio 2009, il FMI presenti al G20 una valutazione indipendente dei tre sistemi finanziari nazionali al cuore della attuale crisi finanziaria: USA, UK e Svizzera. Il fatto che “nessuna raccomandazione può essere efficacemente implementata finché nessuno ha una comprensione chiara dei danni causati dalla crisi nelle tre colonne del sistema finanziario globale” dimostra che sarà dunque impossibile muoversi verso la soluzione della crisi, in tempi rapidi. Anche se non è più il tempo di essere educati con le nazioni che si trovano al centro dell’attuale caos finanziario, appare infatti ancora decisamente irreale immaginarsi anglo-americani e svizzeri con il cappello in mano davanti ad un giudice veramente terzo. Il futuro del mondo è tutto in questa contraddizione.