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La ricetta per uscire dalla crisi economica mondiale

di Antonio Grego - 02/04/2009

Fonte: cpeurasia

 


Per guardare oltre le "pacche e i sorrisi" del G20 in corso...


 

Mentre si è completato il processo di unificazione del PDL, sfornando il partito del pensiero unico liberalcapitalista, di cui il PD è la copia ad uso degli antiberlusconiani, la crisi economica continua a peggiorare, con previsioni per i prossimi mesi e anni sempre più catastrofiche. Malgrado le continue ostentazioni di ottimismo da parte di economisti e politici e malgrado momentanei rialzi di borsa, non si riesce ad intravedere la fine del tunnel di una crisi che non accenna a regredire. Anzi, il gruppo LEAP/Europe2020 (1) ha pubblicato sul Financial Times del 24 Marzo scorso una lettera aperta ai leader del G20 (2) che si terrà il prossimo 2 Aprile.

Il messaggio della lettera può essere riassunto da due parole inglesi: “last chance”, ovvero questa è l'ultima possibilità per i governanti del mondo di riformare l'attuale sistema internazionale, altrimenti sarà dissesto geopolitico globale.

Si può essere certi che il G20 si chiuderà in realtà con un nulla di fatto, a parte i soliti sorrisi, pacche sulle spalle e dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano. I principali responsabili di questa crisi molto prevedibilmente non verranno toccati, perché sono le banche e l'alta finanza, e con essi in primo luogo gli Stati Uniti che da sempre ne proteggono gli interessi. Basti pensare al recente caso dell'ebreo americano Bernard Madoff che per la sua gigantesca truffa rischia anni di carcere (ovviamente dorato, mica quello duro che viene comminato a revisionisti e dissidenti politici in Europa) ma che si può star certi sarà presto liberato, come hanno intimato le centrali sioniste di Tel Aviv minacciando in caso contrario una guerra (3). Ma in fondo Madoff è solo un capro espiatorio gettato ai mass media per far sfogare le masse, ma i veri colpevoli, ben più pericolosi di lui, stanno a piede libero e parteciperanno al G20 dove decideranno del nostro destino.

I vari ‘Madoff a piede libero’ non sono pericolosi solo per l'Italia; tutta l'Europa purtroppo è come un animale ferito su cui si accaniscono gli sciacalli: l'Ungheria è uno Stato in bancarotta, il Belgio ha praticamente perso i requisiti per essere definito uno Stato unitario, per quanto riguarda l'Irlanda si è passati dal boom economico alla recessione in pochi anni, se non mesi. Leggendo i giornali irlandesi si apprendono molte cose interessanti e sconcertanti, come il caso di una madre di sei bambini finita in carcere per non essere riuscita a pagare un debito di poche migliaia di euro contratto con una società finanziaria, scarcerata per sovraffollamento delle carceri, e che rischia di tornare di nuovo in prigione se non riesce a trovare entro pochi giorni una somma di appena 400 euro per pagare un altro debito (4). L'Irlanda è strutturata finanziariamente come gli USA, del resto negli anni del boom è stata luogo di investimento di multinazionali e banche americane, e la possibilità di comprare qualunque cosa a credito - non solo la casa ma anche l'automobile o il telefonino - si è allargata a macchia d'olio in una popolazione da sempre povera e con pochi risparmi, ma ora che i rubinetti si chiudono gli irlandesi stanno pagando il conto ed è salatissimo. In Irlanda, a causa di un sistema giuridico e legale teso a colpire i debitori insolventi, è normale finire i carcere per debiti di poche migliaia se non centinaia di euro e ovviamente i più colpiti da questo sistema sono proprio le famiglie più povere, i ceti popolari e proletari, ogni anno sono migliaia le persone che finiscono in prigione per debiti, mentre per i ricchi una scappatoia legale si trova sempre.

L'Irlanda rappresenta solo la spia di un processo che si sta mettendo in moto e presto colpirà tutta l'Europa, Italia compresa. Di fronte a questa situazione ci ritroviamo con una classe politica inetta e parassitaria ed un sistema economico che non è da meno. Anche a livello sovranazionale la situazione è sconfortante: ci ritroviamo un inutile parlamento europeo che perde tempo a cambiare i regolamenti per impedire a Jean-Marie Le Pen di presiedere la seduta inaugurale, dando un bell'esempio di democrazia, di quella che va esportata bombardando, invece di occuparsi della grave crisi in corso e di come risolvere i veri problemi dell'Europa che si vanno acutizzando. Eppure la ricetta per uscire da questa situazione è molto semplice, innanzitutto bisogna sbarazzarsi di questa casta di parassiti che controlla le leve del potere in Italia, non solo di quello politico, ma anche e soprattutto di quello economico e culturale, come necessaria premessa per poter intraprendere con successo qualunque tipo di azione di risanamento. Fatto questo si deve intervenire essenzialmente in due modi: in primo luogo nazionalizzare le banche e le grandi imprese di rilevanza strategica per la nazione, ma non come si è fatto finora “comprando” i debiti delle aziende e ponendo al vertice di esse dei manager che pensano solo a intascare gli utili e socializzare le perdite, ma compiendo una vera e propria nazionalizzazione, in modo che l'intera proprietà e gestione dell'azienda passi allo Stato che deve porre al vertice di essa un commissario che faccia i reali interessi del Paese, uno preparato e onesto, uno del calibro di Enrico Mattei.

In secondo luogo inaugurare una stagione di grandi lavori pubblici, per ridare slancio all'economia e assorbire la disoccupazione creata dalla crisi economica; di pari passo ovviamente deve andare l'investimento pubblico in ricerca avanzata e istruzione, che deve essere accessibile a tutti ma meritocratica e selettiva. Infine occorre ridare fiato all'agricoltura, strangolata dai regolamenti dell'UE tesi a favorire le importazioni delle multinazionali e gli OGM. Questa in poche parole è la ricetta per uscire a livello sia nazionale che europeo dalla crisi mondiale, che, si badi bene, non è di tipo congiunturale ma si tratta di una crisi strutturale del capitalismo avanzato arrivato al suo stadio terminale. Di conseguenza, come già affermato, è necessario innanzitutto un rinnovamento radicale della società che passi per un cambiamento sostanziale del quadro politico e socio-economico, perché solo una nuova classe dirigente può invertire il senso di marcia di un'Europa sempre più vicina all'abisso. In caso contrario lo scenario sarà quello prospettato dal LEAP: guerre civili, povertà, decadenza culturale e sociale... saranno tempi duri e rischierà di avverarsi il noto aforisma di J. F. Kennedy: "Coloro che rendono impossibili le rivoluzioni pacifiche renderanno inevitabili le rivoluzioni violente".



(2)    Il testo in italiano della lettera è disponibile a questo indirizzo: http://informazionescorretta.blogspot.com/2009/03/lettera-europe2020-al-g20-2-aprile-2009.html

(3)    Cfr. l'articolo “Israele avverte gli USA : Liberate Madoff o è rischio guerra” dal sito: http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=6859&Itemid=152

(4)   Articolo tratto da: Irish Indipendent Weekend Review, 31/01/2009.