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Tremonti? Ottimismo fuori luogo

di Uriel - 21/04/2009

Fonte: Wolfstep

 
 
Mi chiedono se io io sia d’accordo con Tremonti, e se io condivida il suo ottimismo sullo scampato pericolo. Sebbene io pensi che questa crisi (introducendo un elemento di selezione delle imprese migliori) sia un bene nel lungo termine e sebbene io pensi che abbia impattato meno sull’ Italia che sul resto d’Europa, e meno sull’ Europa che sugli USA, non sono d’accordo con il suo “scampato pericolo” , per diversi motivi.

Il primo motivo e’ che quasi tutti i dati che “generano ottimismo” negli USA sono contraffatti o letti nella maniera sbagliata. Se parliamo di dati finanziari, beh, basta leggere qui (*) per trovare alcuni dei casi piu’ eclatanti di furbizie di bilancio. E quelle sono le aziende che erano sotto i riflettori: quelle che potevano giocare sporco ma non troppo.

La verita’ e’ che se la crisi e’ un problema finanziario, uscirne e’ un problema politico. Cosi’, fa comodo alla politica (e quindi alla stampa) dire che la crisi sia superata. In realta’ non e’ affatto superata, semplicemente sta “lavorando sotto le fondamenta dei fondamentali”.

Tremonti dice che il rischio di meltdown e’ calato: interessante. Sarebbe carino capire come lo dice, cioe’ da quali dati. In USA navigano ancora attorno agli 8000 punti: valore che basta a sopravvivere se giochi in borsa e sei una banca, non basta a sopravvivere se sei un pensionato con un fondo 401k. In che modo si aspetta tremonti che i consumi USA crescano?

In questo momento in Italia ed in Europa sta compensando con le scorte di magazzino e con gli invenduti la difficolta’ di fare commercio internazionale. Bene. Nel secondo trimestre i magazzini saranno vuoti e sara’ necessario investire per produrre. I liquidi ci saranno. Bene. Ma e’ solo una previsione, e qualche fattore potrebbe ancora presentarsi a guastarla: Tremonti ci sta vendendo le sue previsioni o ha dati? Altrimenti le sue previsioni valgono quanto le mie, e no, il rischio di meltdown negli USA c’e’ ancora. In Italia c’e’ il rischio di effetto domino sulle PMI, per via della rete di indebitamento reciproco cliente-fornitore, cioe’ per via delle reti di pagamenti a 180-270-360. Non saro’ certo io a piangere se crolla il mondo del contoterzismo, ma Tremonti e’ sicuro di poter dire che questo non sia un rischio per lui?

Io penso che un effetto di selezione per eliminazione sia tutto sommato positivo, cosi’ un 5060% di PMI che chiudono sbloccheranno un bel pochino di mercato “buono” tenuto in mano ad aziende zombie, aziende che non potendo crescere occupano risorse utili ad altre aziende che invece possono farlo. Cosi’, io sono ottimista. Ma sono ottimista perche’ ovviamente non devo risponderne ai miei elettori del triveneto. Quando le PMI zombie(1) chiudono, ovviamente si libera mercato per aziende che invece possono crescere.

Ma dal punto di vista di Tremonti, ovviamente si tratta di un disastro. Che cosa lo fa stare cosi’ tranquillo?

Come se non bastasse, Tremonti dice che sono finiti i timori di collasso “globale” della finanza. Beh, lo stato attuale della finanza globale e’ gia’ uno stato post-collasso. Che cosa si aspettava, gli angeli dell’apocalisse? Con questi volumi di scambi e con questi volumi di commercio internazionale (2), come fa a dire che si e’ evitato il collasso?

La verita’ e’ che tutti vogliono cavalcare l’effetto psicologico. Cosi’, oggi che ALCUNE industrie crescono a spese delle vittime della crisi, e che ALCUNE PMI riescono a vendere dove altri non riescono piu’ ad avere i liquidi, ci sono tracce di ripresa. Ma ci sono in Italia, di meno in Europa, di certo non in USA e Cina.

Dunque, come parla di pericolo passato?

Io non sono uno di quelli che crede ai secessionisti americani. Specialmente quando il governo centrale e’ disposto a spendere, nessuno fa il secessionista. Se lo fa, e’ solo perche’ vuole una fetta della torta piu’ grande. Ma c’e’ un fondo di verita’ : il gettito fiscale americano minaccia di non poter garantire la continuita’ di molte amministrazioni locali.

Come fa Tremonti a dire che il pericolo “globale” sia passato? Ha idea del problema posto dal default di una amministrazione come la California? Se paga il governo USA, crea un precedente e il debito USA diviene la somma dei debiti locali e di quelli federali, cioe’ il 305% del PIL.

Se non paga, il rating dei titoli di stato americani crolla. E di certo i cinesi non possono andare a prendersi Beverly Hills come risarcimento pignorativo. Non e’ una bella situazione.

Le piccole banche stanno fallendo a ritmi di decine al mese. Se e’ vero che sino a 20.000$ il correntista e’ tutelato, a tutelarlo sono forme di riassicurazione fornite da aziende come Aig. Che pagano, pagano, pagano. E il credito alle PMI americane scompare con la scomparsa delle banche da sportello. Come fa tremonti a dirsi ottimista se l’incendio si sta propgando verso l’economia reale americana?

Certo,per me e’ una cosa buona. Ma e’ una cosa buona nel MIO personale orizzonte, ove i cattivi sono quelli che rimarranno in strada e i buoni sono quelli che ci guadagneranno. Ma nell’ orizzonte di Tremonti il turbine di minchia non e’ certo finito, anzi!

La mia impressione e’ che i grandi gruppi finanziari, che controllano la stampa attraverso la pubblicita’ e attraverso la proprieta’ di azioni stiano operando sperando nel “mark to market” dei titoli tossici, cioe’ sperando che passata la crisi tornino a valere qualcosa, e una nuova ondata di soldi facili , dovuta ad una grande fiducia degli investitori, torni a gonfiare i loro bilanci.

Questo equivale a nascondere la polvere sotto il tappeto, e’ una festa della morte veneziana(3), e non durera’ molto, perche’ gia’ a fine giugno inizieranno a saltare fuori le crepe nascoste e ad emergere vincitori e vinti.

Qual’e’ il pericolo piu’ grosso che vedo oggi? Il default americano. Posso sbagliarmi, ma ancora non ho visto nessun dato che mi dia torto.

Secondo il Congressional Budget Office (CBO) , il gettito fiscale federale degli USA quest’anno e’ destinato a scendere dal normale 20% al 15 e rotti di punti percentuali sul PIL.Poiche’ il PIL a sua volta e’ sceso del 4.8%, siamo circa al 15% contro il 20%.

Ora, detta cosi’ (cioe’ calcolata rispetto al PIL) sembra un calo del 5%. Adesso calcoliamolo dal punto di vista dell’amministrazione locale: prima prendeva 100. Poi il PIL e’ crollato, e adesso prende 95. Poi sono crollati i redditi ed i valori degli immobili, e prendera’ 71.

Quei 29 che mancano sono un bel problema, perche’ stiamo parlando (dal punto di vista dell’amministrazione) di indebitarsi del 29% del bilancio per mantenere le spese dell’anno prima. O di fare tagli per il 29% delle spese, che negli USA sono gia’ poche ed essenziali.

Ma c’e’ un altro problema: l’uso di strumenti derivati da parte delle amministrazioni. Se pensate che a Milano o a Roma siano nella cacca, sbagliate di grosso. Se vedete articoli come questo (**), i fondi derivati prodotti dalle amministrazioni municipali sono considerati sicuri. Quanti ne hanno venduti? A strafottere. E se il gettito fiscale del prossimo anno sara’ quello previsto dal GOA, le amministrazioni pubbliche non riusciranno a staccare i cedolini.

Quindi no, il pericolo non e’ ancora passato. Potremo dire qualcosa quando vedremo approvare la legge sugli stress test in USA, e potremo vedere con quale serieta’ essa verra’ applicata. Allo stesso modo, potremo dirlo alla fine dell’anno, quando vedremo come il governo USA e le amministrazioni locali siano uscite dal crollo del gettito fiscale.

Poi parleremo di pensionati. Ma fino alla fine del 2009, il mare e’ mosso e parlare di scampati pericoli e’ eccessivo.

Dal mio punti di vista, invece, ci sono ancora molti margini di miglioramento.

Uriel
Fonte:
http://www.wolfstep.cc
LinK:
http://www.wolfstep.cc/977/tremonti-ottimismo-fuori-luogo/
20.04.2009

(1) Una PMI e’ uno zombie quando ha bisogno di credito per far fronte ai costi dell’ ordinaria amministrazione ed alle spese fisse. Tecnicamente e’ fallita, ma “galleggia” perche’ paga i fornitori coi soldi di una banca. Poi lentamente paga la banca, ma il suo debito rimane nel campo del 50% del fatturato, o piu’.

(2) Eh, certe volte scambiare soldi serve per scambiare merci.

(3) Durante la Peste, a Venezia si decise di fare grandi feste per convincere tutti del fatto che non ci fosse pericolo. Tali feste non facevano altro che diffondere ancora di piu’ la peste medesima. Per infondere sicurezza, in queste feste si davano piccoli spettacoli improvvisati ove si deridevano la morte, la peste e coloro che la temevano.

(*)
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/04/effetto-maquillage-bilanci.shtml?uuid=825f8464-2ce7-11de-8ade-a399689276a9&DocRulesView=Libero

(**)
http://findarticles.com/p/articles/mi_hb6642/is_n2_v9/ai_n28626121/pg_4/