Il guaio è che vedo sempre meno cose. Le montagne stanno sempre lì, le case degli uomini, ahimé, sono sempre di più, gli insetti, ahinoi! tendono a scomparire. Seguo il fenomeno da molte decine di anni in quanto sono collezionista di coleotteri dal 1940. Questa sparizione si è fatta catastrofica - almeno per quanto posso vedere - negli ultimi tre anni. Sia io che i miei colleghi ne parliamo invero da una trentina di anni ma la rarefazione degli individui e delle specie ha seguito un andamento esponenziale che appunto negli ultimi anni è diventato preoccupante. Lo sarebbe già se riguardasse solo il mondo degli insetti - di cui la nostra cultura non si preoccupa granché, anzi, ha contribuito allo sterminio nei modi che sappiamo-.

Sarebbe già un sintomo assai grave di deterioramento dell’ambiente ma un attimo di riflessione ci porta a concludere che questa sola sparizione finirà per avere vistose conseguenze negative anche in altri campi (impollinazione, biodiversità, alimentazione di uccelli, rettili, mammiferi ecc.).
Per quanto le nostre osservazioni siano state e siano alquanto accurate, non posso essere sicuro che il fenomeno non sia limitato alle poche aree visitate dagli entomologi di mia conoscenza. Sarei quindi, o meglio saremmo assai grati a chiunque volesse confermare o smentire questa nostra non superficiale impressione.


 

[Boris Porena, Roma 1927, si occupa da sessanta anni di coleotterologia, interesse che accompagna con una certa conoscenza di altri campi naturalistici. Dal 1972 dimora stabilmente a Cantalupo in Sabina (Rieti), in una zona relativamente intatta dal punto di vista ambientale, almeno nella sua parte montuosa -Monti Sabini-, e piuttosto indenne dall’impatto dell’area metropolitana romana.
Comunicazioni private di Sergio Cafaro (scomparso nel 2005), Pietro Cosimi, Enrico Migliaccio e molti altri entomologi confermano queste osservazioni.]