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L'ambiente a lingue alternate

di Mario Tozzi - 07/05/2009

 
 
Quanto valgono le foreste della Sila, i ghiacciai dello Stelvio, le isole toscane, gli orsi marsicani o i borghi delle Cinque Terre? Per il nostro governo quanto un chilometro di autostrada. E contro il cambiamento climatico sarà il caso di adoperarsi o tutto dipende dagli astri e quindi è bene continuare a inquinare, tanto non cambia niente? C’è grande confusione sotto il cielo delle politiche ambientali del nostro Paese, confusione che si accresce quando ci si confronta a livello internazionale. È come se il governo italiano parlasse due lingue, una nelle riunioni ufficiali, per allinearsi con il resto del mondo avanzato, l’altra sul fronte interno, magari per non scontentare i settori più conservatori di un sistema industriale che mostra scarsa capacità innovativa. Il Senato della Repubblica (a maggioranza, su ispirazione del senatore Dell’Utri) approva un documento in cui si afferma che la responsabilità del cambiamento climatico non è delle attività umane, ma di cambiamenti nel Sole (prendendo per buone le bizzarre dichiarazioni di un fisico italiano che non è climatologo: come chiedere a un ingegnere informatico di costruire ponti).

Nello stesso tempo gli Stati Uniti seguono le indicazioni della stragrande maggioranza degli scienziati e intendono abbattere le emissioni di gas clima-alteranti dell’80 per cento entro i prossimi 40 anni, puntando tutto sulle energie rinnovabili (da noi ritenute poco più che uno scherzo). La nazione più potente del mondo produrrà il 10 per cento del suo fabbisogno energetico per questa via entro il 2012, creando contemporaneamente cinque milioni di nuovi posti di lavoro e investendo 150 miliardi di dollari. Per metterci una pezza, al G8 ambientale il nostro ministero dell’Ambiente porta un documento sul clima che sarebbe sottoscritto volentieri da qualsiasi organizzazione ambientalista, generando così più di un dubbio su quale sia la vera posizione del governo sul clima.

Il G8 a Siracusa approva un documento italiano in cui si mette in luce come la biodiversità sia la vera ricchezza della vita, e come fornisca servizi gratuiti a tutti gli uomini e come vada perciò conservata e tutelata. Nello stesso tempo il Parlamento italiano sta per riservare ai Parchi e alle Riserve dello Stato (e alle attività previste dalle Convenzioni internazionali per la tutela della natura) poco più di 52 milioni di euro, 7 milioni in meno del 2008. Come a dire che alle 23 «perle» naturalistiche del Bel Paese va meno di quanto occorre per costruire 1000 metri della variante di valico Bologna - Firenze, un’autostrada «tecnica», ma pur sempre un’autostrada (tutto si potrà dire dei Parchi Nazionali, ma non che siano una spesa rilevante per lo Stato). A livello internazionale, in teoria, si conviene con la tutela; a livello italiano, in pratica, si riducono i fondi.

Visto che siamo a Siracusa, la Sicilia - con 5,5 kW/mq/giorno - avrebbe un potenziale solare fotovoltaico notevole, ma il ministro siciliano non sembra essersene accorto, visto che è nella provincia di Bolzano (3,5 kW/mq/giorno) che si installano più pannelli che altrove. Il potenziale solare italiano sarebbe enorme (47.000 miliardi di kW/anno), ma in Germania il fotovoltaico cresce di 140 MW ogni dodici mesi, in Italia solo di 4 (quattro), nonostante l’Italia abbia il 56 per cento di insolazione in più rispetto alla Germania. In Italia il consumo medio di una famiglia è di circa 3.000 kWh/anno, con il fotovoltaico si potrebbe arrivare facilmente a coprirne fra 1.100 (Italia settentrionale) e 1.600 (Italia meridionale), altro che giochi. L’88 per cento del solare europeo è - invece - in Germania, ma noi siamo il Paese del Sole, che punta, però, al nucleare (neppure citato da Obama), che vuole difendere la natura, ma riduce i fondi per farlo, e che approva mozioni che vanno contro l’azione internazionale sul clima. Qualcuno ci aiuta a fare chiarezza?