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Afghanistan: più di 100 morti nella provincia di Farah

di Ferdinando Calda - 07/05/2009

 

 
Più di 100 morti nella provincia di Farah
 



Durante il giorno avevano sentito i combattimenti tra le milizie talibane e l’esercito afgano-americano e avevano deciso di raccogliere donne, bambini e anziani in complessi residenziali lontano dalla battaglia in corso. Quando è arrivato il buio, gli scontri erano cessati e gli abitanti dei villaggi della provincia di Farah, nell’Afghanistan occidentale, credevano di aver scampato il pericolo. In realtà li aspettava una carneficina. “C’erano i Talibani nella zona, e durante il giorno ci sono stati violenti scontri, ma sono finiti quando si è fatto buio. La gente pensava che i combattimenti fossero finiti, quando sono cominciati i bombardamenti”, ha raccontato alla Reuters Sayed Azam, il cui vicino ha perso decine di parenti nel raid messo s segno tra lunedì e martedì. Quella notte, infatti, i villaggi nella zona di Bala Baluk sono stati rasi al suolo dai bombardamenti dell’aviazione statunitense e decine di persone sono rimaste uccise in quello che sembra essere il più grave episodio di guerra ai danni dei civili dall’inizio dell’invasione dell’Afghanistan. “Centinaia di bambini, donne e anziani si erano rifugiati nel villaggio di Gerani, per proteggersi dai combattimenti. Ma l’aviazione statunitense ha colpito gli edifici in cui si trovavano i civili, uccidendo la maggior parte di loro”, hanno raccontato al Washington Post alcuni abitanti della zona.
L’episodio era già stato denunciato martedì dalla popolazione locale, che aveva portato due camion con una trentina di cadaveri davanti alla sede del governatore provinciale, per dimostrare cosa fosse accaduto. Ma solo ieri è arrivata la conferma della Croce Rossa Internazionale (Cicr), che ha fatto un primo tragico bilancio del bombardamento.
Sarebbero più di un centinaio le vittime, tra cui donne, bambini e un volontario afghano dell’organizzazione, deceduto assieme ai 13 membri della sua famiglia. Ci sarebbero però ancora molti corpi sotto le macerie. Quella della Cicr è la prima conferma internazionale di un “incidente” simile a numerosi altri episodi che in genere vengono smentiti dalle fonti ufficiali o liquidati come propaganda dei talibani. Sulle vittime civili è stata aperta un’indagine congiunta afgano-americana e una delegazione composta da rappresentanti dell’Onu, dell’esercito statunitense e del ministero dell’Interno di Kabul si è recata nell’area dei raid. Tuttavia, come riportava ieri il New York Times, lo stesso governatore della provincia ha fatto sapere che chiederà ai capi tribù di andare nella zona a raccogliere le segnalazioni degli abitanti della zona, visto l’area è nelle mani dei ribelli ed è difficile per i funzionari del governo recarvisi di persona.
Un esempio di come il governo fantoccio del presidente Karzai non abbia alcun controllo sull’Afghanistan, tranne che nella capitale e nelle principali città del Paese, difese dalle guarnigioni statunitensi.