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Razzismo illuminato

di Gianfredo Ruggiero - 11/05/2009

Fonte: Excalibur

 


Rispondo volentieri alle obiezioni che mi sono mosse da alcuni corrispondenti in merito al mio precedente intervento sulle origini illuministe del razzismo moderno e l’involontario contributo di Darwin a tali teorie.Preciso subito che nel mio pezzo non ho inteso mettere in discussione l’evoluzionismo sulla cui validità o meno mi riprometto, da ex insegnate di chimica e biologia, di intervenire in un secondo momento.Lo scopo era quello di evidenziare ciò che si tenta, per pudore o per convenienza ideologica, di nascondere, ossia che il razzismo moderno, la schiavitù americana e la successiva segregazione razziale, il neocolonialismo, l’eugenetica e il mito della superiorità ariana non sono incidenti della storia o il frutto di qualche mente bacata, ma la naturale conseguenza dell’applicazione di talune dottrine filosofiche, maturate all’interno del pensiero illuminista che,  a partire dal XVII secolo, si imposero in tutta Europa e da qui al nuovo mondo.Senza il sostegno dei filosofi e ricercatori illuministi difficilmente sarebbero state accettate la schiavitù americana, il genocidio dei pellirosse, la sottomissione delle popolazioni africane e la ripresa della persecuzione ebraica ad opera del regime hitleriano. Voltaire, comunemente definito come il padre della democrazia, era azionista di una delle maggiori compagnie atlantiche specializzate nella tratta dei neri. Neri che, secondo l’anatomista inglese Edward Tyson, rappresentano l’anello di congiunzione tra la scimmia antropomorfa e l’uomo.Cesare Lombroso, padre dell’Antropologia Criminale e strenuo assertore del Darwinismo Sociale, nel 1876 pubblicò “L'uomo delinquente”, saggio in cui affermava che i criminali portano in sé tratti anti-sociali dalla nascita, per via ereditaria e che i loro caratteri degenerativi, che li differenziano dall’uomo normale e socialmente inserito, sono manifesti nella loro struttura fisica. Fu di conseguenza un convinto sostenitore della pena di morte per i criminali e dell’eugenetica per i disadattati al fine di bloccarne la discendenza. L’aspetto singolare è che il Lombroso, che oggi non esiteremmo a definire razzista, nasce da una facoltosa famiglia ebraica a conferma di come la sua convinzione scientifico-razzista fosse talmente forte da fargli dimenticare la sua origine.In epoca illuminista sorsero addirittura nuove scienze a sostegno del razzismo biologico come la frenologia e la fisiognomica tese a dimostrare lo stretto legame tra l’aspetto fisico, ed in particolare la struttura del cranio e l’angolo facciale, e le qualità  psichiche e la personalità dell’individuo. La bellezza ariana era, infatti considerata sinonimo di forza spirituale e potenza generatrice.Un capitolo a parte riguarda lo schiavismo considerato dagli alfieri dell’illuminismo come un’impresa salutare, che acquisiva un ruolo civilizzatore nella storia dell’Africa: la tratta avrebbe allontanato dal Continente nero dei pagani primitivi e ignoranti per inserirli in un Occidente progredito e per di più cristiano. Anche il neo colonialismo è visto positivamente in quanto avrebbe portato in quelle terre l’influenza civilizzatrice degli euro-americani.La tratta degli schiavi raggiunse in America i massimi livelli nel 1750 con oltre 800 mila “importazioni”. Nei primi anni del secolo successivo l’America, vietò questa pratica, ma lo fece in maniera truffaldina e senza mettere in discussione il principio razzista, infatti, aggirò l'ostacolo adottando una politica a favore della natalità dei neri presenti sul suolo americano. Così da importatori di schiavi l'America si trasformò improvvisamente in un paese di "allevatori di schiavi". I figli degli schiavi, infatti, mantenevano tale condizione. La schiavitù in America fu definitivamente abolita solo nel 1865 con il 13° emendamento, ma non la segregazione razziale che rimase in vigore fino ai primi anni sessanta. Interessante notare che negli stessi anni in cui la schiavitù veniva abolita lo sterminio delle popolazioni pellirosse veniva invece intensificato e avallato a dimostrazione di come le teorie della supremazia della razza bianca provenienti dal vecchio continente si fossero ben radicate nella cultura americana.La schiavitù dei neri era praticata e tollerata anche nei secoli precedenti, ma è con l’affermarsi delle teorie illuministe che gli viene dato un supporto scientifico ed una spinta morale.In Europa, durante e dopo la fine del regime hitleriano, la selezione eugenetica fu accolta e pratica per lungo tempo. La Svezia, ad esempio, negli anni trenta inviò in Germania una delegazione del suo Parlamento per studiare la legislazione razziale tedesca e, insieme a Norvegia e Danimarca, attuò una politica eugenetica che portò tra il 1934 e il 1976 alla sterilizzazione coatta di oltre 106.000 persone, in prevalenza donne  - disadattate, con problemi psichici o zingare  - ritenute geneticamente pericolose per la purezza della razza (Gianni Moriani “ il secolo dell’odio” ed. Marsilio Padova, 1999). Tralasciamo il caso dei Paesi segregazionisti come la Rhodesia ed il Sudafrica la cui politica di separazione e sfruttamento degli indigeni fu attuata dai colonizzatori europei in virtù del mandato morale derivante dalle teorie illuministe.Mi si può obiettare che fu grazie all’illuminismo e al mito della “Dea Ragione” che è nata la democrazia dei partiti. E’ vero, ma è altrettanto vero che fu battezzata nel sangue della rivoluzione francese, fra teste mozzate, massacri di cristiani in Vandea e terrore giacobino. Nulla da invidiare alle peggiori dittature del secolo scorso.In conclusione: Rosemberg, il teorico nazista della superiorità ariana, è stato giustamente condannato dalla storia, ma non i suoi illuminati maestri.Hitler per la persecuzione ebraica e Mussolini per le leggi razziali sono stati anch’essi giudicati dalla storia, ma non l’America per aver massacrato 10 milioni di pellirosse e per aver ridotto in schiavitù 14 milioni di neri. Non sarebbe il caso di tirare fuori qualche scheletro dall’armadio prima di ergersi a maestri di democrazia e civiltà?