Oggi la parola Ambiente risuona con sempre maggiore frequenza da radio, televisioni e giornali e non si può fare a meno di interessarsi a come mettere a freno l’insulto quotidiano che la modernità sbatte in faccia alla natura che quel tanto che ci dà in un attimo è capace di toglierci.
Ma tagliando corto sulla vena poetica mi porto subito a focalizzare l’argomento, sempre nell’ambito delle mie “competenze”, che stavolta è l’alternativa ecologica ai detersivi da bucato.

Quando ancora si lavava a mano (e lo si è fatto per secoli fino a poche decine di anni fa), ogni fase del bucato prevedeva l’uso di una sostanza chimica ben precisa come ad esempio il sapone, la prima conquista chimica di cui l’uomo (anzi la donna!) ha potuto disporre per il lavaggio degli indumenti. Esso veniva usato per la preparazione del bucato che poi sarebbe stato lisciviato con la cenere. Dunque per secoli il sapone fu lo strumento principale del bucato, insieme alla cenere usata per completare il lavoro.
Con l’avvento delle macchine, le sostanze fino a quel momento utilizzate non rendevano la stessa efficacia dell’uso a mano. Bisognava necessariamente trovare un’alternativa per i lavaggi in lavatrice. Se a questo aggiungiamo poi la scarsità delle risorse naturali rispetto alla più comoda reperibilità di quelle artificiali (sintetiche) per la fabbricazione dei detergenti, ecco già due buoni motivi che giustificano la nascita dei detersivi.
Si potrebbe, comunque, lavare in lavatrice con il sapone ma bisognerebbe pre-trattare (concetto aberrante per alcuni e in via d’estinzione per altri) e poi utilizzare temperature di lavaggio (senza detersivo) piuttosto alte per sopperire alla mancanza di una risorsa chimica che agisca sullo sporco. Risulta, quindi, molto più comodo lasciare che chili e chili di polveri magiche facciano il loro dovere dal cassettino dove vengono inserite.
Tuttavia, il rischio di questa pratica, negligente di ogni conseguenza, è un aumento dell’inquinamento ed una maggiore carica chimica sul bucato. A ciò si aggiunge il fatto che, oltre al normale detersivo, oggi si fa uso e abuso di svariate sostanze, tra cui additivi, ammorbidenti e profumanti.

Esiste dunque un’alternativa ai prodotti chimici da bucato?
La risposta a tale quesito dobbiamo trovarla nei nostri gesti quotidiani.
Ciò significa che, invece di pensare ad un’alternativa ai prodotti chimici da bucato, dovremmo cercarne una al bucato chimico: il bucato ecologico o, piuttosto, lo definirei un bucato economico.

Quando acquistiamo un detersivo facciamolo in modo consapevole, cercando il tipo più adatto al bucato che faremo, che si tratta di bianchi, colorati, sintetici o delicati. Scegliendo tra la vastissima offerta (delle polveri, dei liquidi e delle tavolette), trovo detersivi sbiancanti (sbiancanti ottici, percarbonato di sodio, sbiancanti a base di ossigeno, ecc) o i detersivi smacchianti (quelli contenenti enzimi), profumati o meno profumati, additivi o altri prodotti coadiuvanti del lavaggio da usare solo quando strettamente necessario e ricordare sempre che un detersivo ben scelto e ben dosato spesso non ha bisogno di nient’altro per funzionare bene.
Quando sarà il momento di lavare atteniamoci scrupolosamente alle istruzioni, ma, soprattutto, dosiamo sempre la giusta quantità di prodotto da utilizzare! Non è necessario esagerare ma fare riferimento all’etichetta. E pensare che un tempo si raccoglieva l’acqua saponata per riutilizzarla senza aggiungere detersivo per non sprecarlo! Ecco dunque come con un corretto “uso” della modernità può definirsi sostenibile.

Se invece oggi volessimo fare a meno del detersivo dovremmo fare a meno di tutte quelle sostanze che in esso sono contenute e che difficilmente saremmo disposti e in grado di reperire facilmente e poi di dosare in base alla durezza dell’acqua, alla qualità e alla quantità di sporco, al tipo di fibra che si sta lavando e a molti altri sconosciuti aspetti del bucato; potremmo acquistare separatamente più sostanze alternative agli ingredienti di un detersivo comune (ricetta di base), ma quale sarebbe poi il segreto per la sua corretta fabbricazione? L’insieme di queste sostanze non è un prodotto finito ma un modo diverso di usarle separatamente, ovvero un modo di fare il bucato che oggi non siamo più disposti a sopportare. Ecco che al posto degli enzimi del detersivo si può usare il sapone per smacchiare-pretrattare e riscoprendo l’ammollo (fino a 12 ore!) si possono evitare sostanze additive; la liscivia (che altro non è che carbonato di sodio o altrimenti detta soda) sostituisce i vari tensioattivi ma bisogna aumentare un pochino le temperature (e questo va contro ogni monito sul “bucato a freddo” oggi tanto spinto) e per acque dure è sufficiente del bicarbonato di sodio per aumentare l’azione lavante; l’aceto bianco infine completa l’opera sostituendosi all’ammorbidente.

Il bucato esce pulito, ma pulito anche dai vari odori aggiunti che la pubblicità ci fa chiamare “profumi”.
Oggi dunque quando ci si presenta davanti un prodotto definito come alternativa al detersivo, bisogna capire quale sostanza del detersivo va a sostituire perché lasciando da fare alle altre tutto il resto diventa una mezza alternativa. Noci o palline verdi che siano sostituiscono solo le sostanze tensioattive per il lavaggio come la liscivia ma non hanno effetti sulle altre come gli enzimi, gli smacchiatori o gli sbiancanti.
Ogni prodotto dunque ha le sue modalità d’uso, che non essendo mai così ben chiaramente scritte si imparano giorno dopo giorno con l’esperienza.

Una piccola parentesi sul detersivo per lavastoviglie.
Essendo lo sporco delle stoviglie di natura molto più circoscritta rispetto a quello che si può trovare sugli indumenti, sembra relativamente più semplice trovare nella famosa ricetta dei limoni e dell’aceto una valida alternativa alla chimica dei detersivi in polveri o pastiglie ilmondo-in-uno. Oltretutto, è molto facile da preparare e usandolo con cicli adatti (se la lavastoviglie ha un ciclo BIO a 50°C è l’ideale, comunque a temperature non alte e per un ciclo lungo è formidabile) non delude per il risultato ma soprattutto per l’aroma!
Come per la lavatrice anche in questo caso l’alternativa è incompleta e gli autori di questa ricetta lo precisano dicendo di aggiungere alla dose di detersivo due gocce (DUE!!) di detersivo per piatti (ecologico), tuttavia questa annotazione si perde trascrivendo la ricetta da un blog all’altro. La presenza del sale nel detersivo ecologico non permetterà al detersivo per piatti di schiumare ma l’alternativa al detersivo sarà così completata.

Anche questa volta dunque non rinneghiamo i traguardi raggiunti dal progresso che in un certo senso ci ha reso la vita più facile, ma impariamo a conoscere quali sono le conseguenze che può avere l’esagerazione e come comportarci di fronte a strade che portano alla stessa meta ma indubbiamente con percorsi diversi.