Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Iraq: un iracheno su quattro vive nella povertà

Iraq: un iracheno su quattro vive nella povertà

di Ornella Sangiovanni - 21/05/2009


Mentre il ministro del Commercio, Abdel Falah al Sudani, è sotto torchio da giorni in Parlamento, accusato di corruzione amministrativa e finanziaria, ed è pronta una richiesta firmata da oltre un centinaio di deputati per sfiduciarlo, un nuovo studio rivela che un iracheno su quattro vive al di sotto della soglia di povertà, e che il sistema delle razioni alimentari governative, da cui gran parte della popolazione dipende per la propria sopravvivenza, è al collasso. Responsabile, in parte, proprio la corruzione.

Le conclusioni [in arabo] di una indagine condotta dal COSIT - l'istituto del ministero della Pianificazione responsabile delle statistiche e delle tecnologie informatiche, evidenziano che le famiglie irachene non ricevono la loro razione da mesi, o la ricevono solo in parte.

I numeri sono eloquenti. Secondo i risultati della rilevazione, condotta in 15 delle 18 province in cui è diviso l'Iraq, su un campione di 120.000 famiglie, il 18% non riceve la razione da 13 mesi, il 31,5% da 7-12 mesi, il 14,5% da 4-6 mesi, il 22% da 2-3 mesi, e il 14,5 da un mese.

Anche la qualità dei generi distribuiti è decisamente peggiorata. Per il 16% delle famiglie oggetto della rilevazione, nel mese di aprile la qualità era pessima, per il 45% accettabile. Solo il 29% l'ha definita buona.

Scadente, secondo la maggioranza delle famiglie intervistate, in particolare il tè, seguito dal riso, dalla farina, e dallo zucchero.  

"La corruzione nel ministero del Commercio è alle stelle, soprattutto per quanto riguarda i generi alimentari importati, inadatti al consumo umano", accusa lo sceicco Sabah al Saidi, deputato di Fadhila, partito sciita di ispirazione 'sadrista', nonché presidente della Commissione parlamentare sull'integrità.

"Miliardi di dollari sono stati sprecati in questo ministero, e questo ha fatto sì che i cittadini abbiano ricevuto generi alimentari di pessima qualità negli ultimi anni, e ha portato a ritardi nella distribuzione in alcuni luoghi".

Il ministero del Commercio è subentrato alle Nazioni Unite nella gestione della distribuzione delle razioni alimentari governative – il cosiddetto Public Distribution System (PDS) – dopo la chiusura del programma "Oil for Food", nel periodo che ha seguito l'invasione Usa del marzo 2003.

In precedenza, il sistema - istituito dal regime di Saddam Hussein nel settembre 1990, per mitigare gli effetti devastanti delle sanzioni economiche imposte all'Iraq in seguito all'invasione del Kuwait dell'agosto dello stesso anno – era considerato un modello di efficienza, e gli viene generalmente attribuito il merito di avere salvato milioni di iracheni dalla fame.

Sudani, comparso per riferire in Parlamento il 16 e 17 maggio, ha ammesso che nel suo ministero si sono verificati casi di corruzione, e ha riconosciuto che "alcuni generi alimentari erano di pessima qualità". Per suo fratello e un altro funzionario sono già scattate le manette, mentre altri sette funzionari accusati di corruzione sono ancora a piede libero.

Lo studio del COSIT ha evidenziato che, nonostante il notevole deterioramento, per moltissimi iracheni il PDS resta tuttora essenziale alla sopravvivenza.

La razione mensile distribuita – a cui attualmente ha diritto ogni famiglia irachena sulla base di una tessera annonaria – è composta in teoria dai seguenti prodotti: farina (9 kg a persona); riso (3 kg a persona);  fagioli (250 g a persona); concentrato di pomodoro (500 g a persona); zucchero (2 kg a persona); olio (un litro a persona); latte (250 g a persona); tè (200 g a persona); latte in polvere per bambini (1,8 kg a bambino); sapone (250 g a persona); detersivo (500 g a persona).

Dallo studio del COSIT, che è stato reso pubblico oggi, emerge inoltre che il 23% dei 27 milioni di iracheni vive nella povertà – povertà che è maggiormente diffusa nelle zone rurali, sottolinea Abdul-Zahra Hendawi, il suo portavoce.

Le cose vanno meglio nei tre governatorati del nord che formano la regione autonoma del Kurdistan – Dohuk, Irbil, e Sulaimaniya.

In quest'ultima provincia, il tasso di povertà è il più basso di tutto il Paese - il 3%. La provincia più povera è quella di Muthanna, nel sud, dove si arriva al 49%.


Fonti: COSIT, IRIN News, Associated Press