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Libano: Der Spiegel e le "rivelazioni" a orologeria.

di Naoki Tomasini - 26/05/2009





Un'inchiesta del quotidiano Der Spiegel accusa Hezbollah per l'omicidio Hariri, a una settimana dalle elezioni

Il quotidiano tedesco Der Spiegel, lancia oggi una notizia esclusiva: "il Tribunale Speciale delle Nazioni Unite sull'omicidio dell'ex premier libanese Rafiq Hariri ha riaggiunto nuove sorprendenti conclusioni, ma le tiene segrete". E rilancia: secondo fonti riservate, ora gli investigatori credono sia stato opera di Hezbollah. Il tribunale, però, nega di avere rilasciato alcuna indiscrezione, e il partito di Nasrallah parla di un complotto per mettere a tacere lo scandalo delle spie israeliane. Il tutto mentre, tra una settimana, si svolgerà una delicatissima tonata elettorale.

Il quotidiano tedesco punta l'attenzione sul nuovo tribunale, diretto dal procuratore canadese Daniel Bellamare, che ha iniziato i lavori lo scorso 1 marzo nella città olandese di Leidschendam. A differenza del team di investigatori che aveva operato prima di allora - sotto la guida del danese Mehlis, prima, e poi del suo connazionale Brammertz - la corte di Bellamare avrebbe abbandonato la cosiddetta pista siriana per guardare altrove. Subito dopo l'uccisione di Hariri, infatti, la maggioranza degli attori internazionali aveva additato gli interessi di Damasco nel paese dei Cedri, e il team di Mehlis ne aveva in qualche modo tenuto conto, arrestando quattro ufficiali delle forze di sicurezza libanesi. La pista siriana si è però rivelata una strada a fondo chiuso, lo avrebbe ammesso lo stesso Saad Hariri, figlio di Rafiq e leader della coalizione al governo, e lo conferma anche il rilascio dei quattro ufficiali arrestati, dopo quasi quattro anni. Ora invece, secondo Der Spiegel, le indagini, condotte in prevalenza analizzando i segnali dei telefoni cellulari, avrebbero fornito risposte "sensazionali". La fonte del quotidiano sostiene che gli investigatori hanno scoperto due reti telefoniche sospette, operative prima e durante l'attentato. Una di queste sarebbe direttamente collegabile a un esponente di Hezbollah, tale Abd al Majid Ghamush, il quale si sarebbe anche tradito facendo una telefonata alla fidanzata usando uno dei cellulari "caldi". Ovviamente dell'uomo si sono completamente perse le tracce, ma lungo quella pista gli investigatori sarebbero arrivati a un altro uomo di Hezbollah, Hajj Salim, che ora ha preso il posto di Imad Mughniyeh alla guida dell'ala militare del partito di Dio. "Il diabolico attacco è stato opera di Hezbollah" deduce il quotidiano tedesco, che poi ipotizza che il procuratore Bellamare e i suoi giudici starebbero tenendo nascosta la notizia, di cui sarebbero al corrente da oltre un mese. "Di cosa hanno paura?" si chiede il quotidiano.

Di certo non si può ignorare che una simile notizia potrebbe avere effetti significativi sulle elezioni che si terranno il prossimo 7 giugno. E nemmeno il fatto che si va ad aggiungere ai già molti recenti fattori destabilizzanti, come il caso della rete di spie scoperta nel paese e delle imminenti esercitazioni militari che Israele farà al confine, nei giorni che precedono il voto. La reazione di Hezbollah è stata immediata, con un comunciato che bolla le accuse come "pure falsificazioni poliziesche, cucinate nella stessa stanza nera che aveva prodotto le accuse contro i siriani e i quattro ufficiali libanesi". Il partito di Dio punta il dito contro il tempismo delle rivelazioni, che sarebbe sospetto non solo per la vicinanza con le elezioni, ma anche perché punterebbe a creare attriti tra Hezbollah e le forze di sicurezza libanesi, proprio nel momento in cui le due forze del paese stanno attivamente collaborando per smantellare il network delle spie al soldo di Israele. Israele, appunto, non ha esitato a cavalcare le accuse tedesche, con il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman che ha proposto l'emissione immediata di un mandato di arresto internazionale per Nasrallah e con il ministro della Difesa Barak che ha aggiunto: "speriamo che i libanesi traggano le debite conclusioni". Nei giorni precedenti Hezbollah aveva accusato anche gli Stati Uniti di interferire con le elezioni, dopo che nel paese erano giunti la Segretario di Stato Clinton e, settimana scorsa, il vicepresidente Joe Biden, il diplomatico Usa più alto in grado a visitare il Libano negli ultimi 25 anni.

Intervistata sull'argomento, la portavoce del tribunale Speciale Radiya Ashouri ha negato di conoscere le fonti del quotidiano tedesco e ha ricordato che la politica del Tsl è quella di "non divulgare commenti sul processo Hariri". Se ci fossero state delle conclusioni, ha aggiunto: "Bellamare le avrebbe divulgate direttamente, senza passare per i media". Lo scoop insomma non sembra tenere. Oggi è stato smentito anche dal ministro degli Esteri libanese, Fawzi Salloukh: "una grande bugia" e dai parlamentari di Hezbollah, che sostengono di non essere mai stati interrogati. "Un tentativo di gettare discordia tra i libanesi " ha commentato anche il portavoce del parlamento Nabih Berri, di Amal, e persino l'alleato di Hariri, il druso Walid Jumblatt, ha ammesso la possibilità che dietro il rapporto tedesco ci fossero "le impronte israeliane". Lunedì la notizia è stata argomento anche dell'incontro tra il presidente libanese Michel Suleiman e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Suleiman ha parlato di un rapporto "sospetto nel tempismo" e che "danneggia l'immagine del Tribunale Speciale". E anche il suo ospite ha commentato: "consideriamo le notizie pubblicate da Der Spiegel un tentativo di politicizzare i problemi, lo consideriamo una provocazione", per poi aggiungere che la Russia riconoscerà chiunque esca vincitore dalle prossime elezioni.