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Finanzieri e Politici Canaglia

di Loretta Napoleoni - 04/06/2009

Fonte: lanapoleoni.ilcannocchiale

 
 
I Caraibi sono scossi dalle conseguenze della recessione mondiale. A Guadalupe la popolazione e’ esplosa contro il governo di Sarkozy. Con un reddito per capita che corrisponde alla meta’ di quello francese e un tasso di disoccupazione quattro volte piu’ alto che in Francia, l’isola fatica a sopravvivere. Le politiche propagandistiche di Sarkozy non fanno piu’ breccia, la gente vuole un lavoro e una speranza per il futuro. Molti vedono negli scontri di Guadalupe un pericoloso segno premonitore. Il malcontento nei caraibi francesi sarebbe solo l’anteprima di cio’ che presto avverra’ anche in Francia. Man mano che la recessione fa breccia nella corteccia del benessere europeo, le sofferenze del terzo mondo diventeranno di casa nel primo.
Anche ad Antigua, nei caraibi britannici, e’ in atto una rivoluzione. La notizia che Sir Allan Stanford (vedi foto) - a capo di un impero che da’ lavoro a piu’ della meta’ della popolazione – e’ ricercato dall’FBI e dalla Security and Exchange Commission (SEC), l’organo preposto al controllo dell’attivita’ finanziaria negli Stati Uniti, ha gettato molti nel panico. Per giorni e giorni, all’alba i risparmiatori si sono messi in coda davanti alle sue banche, ma pochi sono riusciti a ritirare i propri soldi. La SEC ha sigillato i battenti di tutte le sue societa’. Cosi’ la meta’ della popolazione di quest’isola non sa se alla fine del mese percepira’ uno stipendio.

Cos’hanno in comune il presidente francese e Sir Allan Stanford, uno spregiudicato miliardario texano? Sono tutte e due vittime della recessione. Se il mondo non fosse piombato nel caos economico odierno e avesse continuato a vivere l’illusione della ricchezza perpetua, nulla e nessuno avrebbero intaccato la loro popolarita’. Nell’era della cuccagna pochi avrebbero prestato attenzione alle promesse di Sarkozy e ancora meno si sarebbero accorti che il presidente non le onorava. Nell’era della cuccagna l’economia di Guadalupe avrebbe continuato a beneficiare del turismo e non si sarebbe neppure accorta delle differenze di reddito con la madrepatria. Eppure queste esistevano. Ed anche Sir Allan Stanford, il cui impero poggiava su una piramide di bugie e false promesse, avrebbe continuato a imbastire le sue frodi senza che gli investigatori della SEC si decidessero a investigare le sue societa’.

Onorati dai potenti della globalizzazione Sarkozy e Stanford erano invidiati da molti. Il miliardario texano si serviva dei volti celebri per dare lustro e credibilita’ alla propria attivita’ fraudolenta. Membri della famiglia reale britannica, grandi campioni sportivi e cantanti pop come Bono comparivano nel materiale propagandistico della societa’ da lui diretta. Eppure un’analisi dell’impero di Stanford sull’internet avrebbe messo a nudo le frodi e fatto suonare tutti campanelli dall’allarme. L’ha fatto un giornalista investigativo venezuelano,Alex Dalmaty, alcuni mesi fa. Dalmaty ha poi messo i risultati della sua ricerca in rete che i bloggers hanno pubblicizzato. Da quel momento Sir Allan Stanford ha avuto i giorni contanti. Sembra paradossale ma e’ stato l’internet a convincere la SEC a fare il suo mestiere!

L’unico aspetto positivo della recessione e’ che come la marea che si ritira espone il lerciume depositato sulla sabbia. Finanzieri e politici canaglia hanno i giorni contati, e questo e’ bene per tutti, per i paesi industrializzati e per quelli in via di sviluppo. La crisi di Guadalupe avra’ ripercussioni su tutti i caraibi francesi perche’ nasconde un malessere universale nel mondo francese. Anche quella di Antigua non rimarra’ circoscritta. L’FBI sta investigando la possibilita’ che l’impero di Stanford avesse legami con i narcotrafficanti messicani. Da almeno dieci anni il cartello della droga di questo paese e’ balzato alla ribalta, diventando un nodo fondamentale di smistamento della droga dall’America Latina al Nord America. Anche il Venezuela e’ coinvolto in questa rete di finanza canaglia attraverso depositi bancari nei forzieri della banche di Stanford.

Forse la recessione riuscira’ a moralizzare la finanza e la politica ed a farci comprendere cosa significa vivere da poveri, ai margini del mondo industrializzato, e se cio’ fosse vero allevierebbe parte delle sofferenze che ci aspettano.