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Obametto è il suo profeta.

di Romolo Gobbi - 06/06/2009

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Il discorso tenuto da Obama al Cairo è stato definito dallo scrittore egiziano Khaled Alkhamissi "il miglior sermone religioso di quest'anno". Obama Hussein ha dichiarato che "l'America non è e non sarà mai in guerra con l'Islam"; ma uno stato non può essere in guerra con una religione. Una religione può essere nemica di un'altra religione e l'America è una religione. Che la religione americana sia nemica dell'Islam lo si sa, perché ha combattuto e combatte contro Paesi islamici, ma lo si capisce anche quando Obama dichiara: "l'America non deve presumere di sapere che cosa è meglio per gli altri", però poi aggiunge: "Ma i governi che difendono la libertà di parola, di fiducia nelle leggi e nella giustizia, la trasparenza e la libertà sono più stabili e sicuri". Obama Hussein non è molto forte in dialettica, perché dice che l'America non sa cos'è meglio e poi dichiara che i Paesi che sono simili a lei sono più sicuri e stabili, e quindi meglio. Ma quale stabilità ha portato l'America in Corea, in Vietnam, in Afghanistan e in Iraq? Quale stabilità c'è in Israele, il cui "legame con l'America è indistruttibile"?
Nel lontano 1996 il professor Samuel Huntington scrisse un libro intitolato "Lo scontro delle civiltà", teorizzando che le guerre future sarebbero scoppiate tra Paesi di culture religiose diverse. A proposito dell'Islam disse: "Fino a quando l'Islam resterà l'Islam (e tale resterà), il conflitto di fondo tra due grandi civiltà e stili di vita continuerà a caratterizzare in futuro i reciproci rapporti, come ha fatto per quattordici secoli". Il professor Huntington, allora insegnante ad Harward, nonché membro del Consiglio per le relazioni internazionali, teorizzò un'altra "faglia" dei futuri conflitti, quella tra l'Occidente e la civiltà cristiana Ortodossa. In effetti, scontri tra queste due "civiltà" si sono verificati in Serbia, in Kosovo e in Georgia e le relazioni con la Russia continuano ad essere "fredde", anche dopo la fine della guerra fredda. Le teorizzazioni del professore americano vennero prese con scetticismo, ma corrispondevano ad un lungo tratto della storia mondiale anche recente: "dei ventotto conflitti di faglia scoppiati nella prima metà degli anni Novanta tra musulmani e non musulmani, diciannove hanno visto contrapposti musulmani e cristiani, di cui undici con cristiani ortodossi e sette con cristiani occidentali in Africa e in Asia sudorientale". Poiché questa tendenza è continuata anche dopo, si può dire che Huntington aveva ragione, ma anche che i governi occidentali si sono attenuti allo schema dello scontro delle civiltà.
Dunque, Obama Hussein (ma perché il nome dell'ultimo profeta dell'Islam, Hussein, è scomparso accanto a quello di Obama?) si è sforzato di contraddire una situazione di fatto teorizzata e verificata e l'ha fatto in nome dei valori della civiltà cristiano-giudaica, valori in cui si può credere, ma che hanno molte contraddizioni nella realtà.
Un esempio per tutti, lo scrittore slovacco Stefan Hrib , che, parlando della trasformazione del suo Paese dal comunismo al modo di vita delle civiltà occidentali, ha scritto: "Il furto compiuto con le privatizzazioni degli anni 'novanta ha gettato una luce sinistra su parole come mercato e capitalismo. Da allora molti considerano l'occidente non più uno spazio di libertà, ma un'arma brutale, dove tutti sono impegnati ad arraffare denaro".