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Verdi, trionfo europeo, debacle in Italia. Perché? "Schiacciati a sinistra"

di Daria Gorodisky - 09/06/2009

Il gruppo dei Verdi europeo cresce fino a superare i 50 seggi, ma l`Italia non riesce a inviare a Strasburgo neppure un rappresentante, visto che il cartello Sinistra e Libertà si è fermato al 3,1 per cento. Agli ecologisti di casa nostra la sconfitta brucia, ancora di più perché i cugini d`Oltralpe trionfano e diventano terzo partito di Francia. I tedeschi tengono un invidiabile 11 per cento e passa, i Belgi eleggono tre europarlamentari ambientalisti e persino la Grecia ce la fa finalmente a conquistare una posizione verde in Europa. Per Grazia Francescato, portavoce del partito ecologista italiano ed ex portavoce dei Verdi europei, la principale ragione di una simile débàcle è il dato geografico-culturale: «La difesa della natura non rientra negli schemi delle nazioni dell`area mediterranea. Vogliamo mettere con il Nord-Europa? Certo, finora ce l`eravamo cavata perché non esisteva lo sbarramento del 4%. Invece, a pochi mesi dal voto, ecco la sorpresa, e abbiamo dovuto giocare una partita truccata. Senza risorse, senza visibilità... in fondo il nostro è persino un piccolo miracolo». Eppure neppure i francesi nuotavano in buone acque, però Daniel Cohn Bendit si è inventato un`alleanza con il leader dell`antiglobalizzazione José Bové e con Eva Joly, magistrato anticorruzione. I Verdi italiani hanno scelto parte di sinistra e di socialisti. «I francesi sono partiti con grande anticipo e hanno avuto tribune pronte ad accoglierli. Qui tutti i media ci hanno escluso spiega Monica Frassoni, presidente del gruppo dei Verdi - Aggiungo che non si può negare una nostra debolezza organizzativa». Ma non ci sarà anche un problema di scarso ecologismo concreto in favore di una politica tutta «politichese»? Loredana De Petris, dell`esecutivo, lo esclude: «Nei Verdi tedeschi sono confluite tutte le esperienze post `68, mentre qui la sinistra si è frammentata in tanti gruppi e noi dobbiamo contendere il campo a molti. Nell` ultimo periodo, poi, ogni nostra iniziativa concreta ci ha portato a essere criminalizzati dal centrosinistra come "ambientalismo del no"».  E Paolo Cento, dell`area più radicale, concorda: «Sì, forse dovremmo essere più ambientalisti-ambientalisti. Però Bové ha distrutto i campi con coltivazioni geneticamente modificate, è andato in carcere... Noi vogliamo ricostruire un`alleanza con il centrosinistra». Le alleanze, appunto. Dialogare con il centrosinistra, tentare ancora con i Radicali, si vedrà. Ma è il futuro? Per Angelo Bonelli, ex capogruppo alla Camera e ora membro di minoranza, non lo è. Vede la trasversalità come unica soluzione: «Il Pd ha perso 7 punti percentuali e non siamo stati capaci di intercettarli perché la società è cambiata, non possiamo più essere schiacciati a sinistra. Dobbiamo modernizzare la politica ambientalista, allargarci alle associazioni, a singole personalità autorevoli e non etichettabili. In Germania gli industriali guardano con favore ai Verdi». Bonelli è convinto di avere con sé qualcosa di più di una componente del partito e la sfida è aperta. Sarà il prossimo congresso (che probabilmente si terrà a fine luglio) a decidere.