Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Post-elezioni

Post-elezioni

di Manuel Zanarini - 15/06/2009

 


Per correttezza dico subito che il risultato delle elezioni non mi esalta né mi deprime minimamente, in quanto si tratta ormai di confronti tra gruppi oligarchici di potere, spesso quasi identici tra loro.
Per suscitare il mio entusiasmo, si dovrebbero affermare le realtà rivoluzionarie anti-sistemiche, che in Italia si sono ridotte, ahimé in campi avversi, a Forza Nuova e al Partito Comunista dei Lavoratori, che girano entrambe attorno allo 0,5%. Detto questo, mi pare sia giusto fare comunque qualche riflessione sul dato elettorale, se non altro per analizzare la situazione politica del Paese, e in breve quella dell’Europa; dato che, soprattutto all’inizio, le analisi dei presunti esperti e uomini politici sono state semplicemente imbarazzanti e dilettantesche.

Partiamo da alcuni dati oggettivi. La tanto sbandierata, e personalmente auspicata, estensione anti-sistema in realtà non c’è stata; infatti, se è vero che per le europee si è arrivati al minimo storico di affluenza, è altrettanto vero che per le amministrative i votanti sono stati circa il 76%, segno che il sistema, soprattutto quello nazionale, continua ad avere una certa credibilità verso gli elettori (sic!). La differenza sta nel fatto che non si capisce a cosa serva un Parlamento europeo che non ha praticamente alcun peso politico, schiacciato come è tra la Commissione europea, espressione degli esecutivi nazionali, e la Banca Centrale Europea, organo privato e che non risponde in alcuna maniera agli elettori; invece, quando si vota per le comunali, i cittadini sentono più vicine ai loro interessi le Giunte elette, e quindi vanno in massa alle urne. Questo può piacere o no, e personalmente mi schiero tra i delusi, ma la realtà è questa.

Altra realtà: le elezioni europee sono state vinte dal centro-destra, sia in Europa che in Italia. Si fa presto a fare i conti, dato che a Bruxelles il PPE occuperà 267 seggi, mentre il PSE solo 159 ; lo stesso dicasi a casa nostra, dove la maggioranza di governo (PDL+Lega+MPA e soci) hanno ottenuto circa il 48% dei voti, prendendo38 seggi; mentre le opposizioni (PD+IdV+UDC) ne avranno solo 33. Anche qua, si può essere contenti o no, ma questi sono i dati reali.
Ultimo dato oggettivo, per quello che riguarda il primo turno delle amministrative (notoriamente i ballottaggi premiano però il centro-sinistra) la maggioranza ha ottenuto una vittoria schiacciante, direi imbarazzante per le opposizioni, ribaltando il risultato delle precedenti consulte, che vedeva, per esempio, al PD 25 Provincie, contro le 5 al PDL; mentre, al momento siamo 14 al centro-sinistra e 26 al centro-destra, senza contare quelle al ballottaggio e la situazione alle Comunali.

Bene, partendo da alcune verità incontrovertibili (i numeri hanno la sfortuna di essere oggettivi), si può passare all’analisi politica, dove in realtà di verità assolute non ne esistono.
Partendo dal generale, è abbastanza sconcertante notare come, nonostante la crisi economica, non siano state le forze socialdemocratiche, teoricamente più vicine alle fasce deboli della popolazione, a godere dei risultati elettorali; anzi sono state pesantemente bastonate, con l’eccezione dei verdi nel centro-europa (soprattutto in Francia e Germania). Su tutti, e probabilmente pesa maggiormente, spicca il tracollo di Zapatero (finalmente finito il mito del politico bello e bravo di sinistra abortista e anti-famiglia…), che ha fatto cadere la Spagna in una miseria, dalla quale, temo ci vorranno decenni prima che possa uscirne, e del “New Labor”, prima di Blair e ora di Brown, travolto dagli scandali e incapace di gestire le tensioni sociali, l’integralismo islamico su tutti. Al momento, segnalata la vittoria del centro-destra, con le punte di Sarkozy, la Merkel e di Berlusconi, sorprendentemente tutti al governo nei loro paesi, la nota “nuova” di queste elezioni è l’avanzata dell’estrema destra (Belgio e Olanda su tutti), degli euroscettici (lo United Kingdom Indipendent, in prima linea a Londra) e del voto di protesta (il Partito dei Pirati in Svezia e l’Italia dei Valori nel Belpaese). Fa certamente specie notare, come i governi di centro-destra in Europa abbiano goduto dell’appoggio degli elettori, nonostante la drammatica crisi sociale e finanziaria che sta colpendo il continente, penso che il motivo sia da ricercare nell’incapacità delle Sinistre di fornire soluzioni credibili, basti pensare all’iper-demagogica proposta di Franceschini dell’assegno sociale per tutti (qualcuno ricorda il mitico “Cchiù ppilu pi tutti di Albanese”…?).
Passando all’Italia, direi che è innegabile la vittoria della maggioranza di governo, la quale, nonostante una campagna elettorale vergognosa del centro-sinistra, sorretta dai suoi due organi ufficiali (Repubblica e Corriere della Sera), che, in puro stile statunitense, hanno abbandonato il confronto sui temi che interessano la gente, per mettere in piedi una volgare campagna diffamatoria sulla vita privata del Presidente del Consiglio (qualcuno ricorda il caso Clinton-Lewinski, mentre nessuno si indignava per i bombardamenti su Belgrado?). Come era ampiamente prevedibile, alla gente interessano le case, gli stipendi, l’immigrazione, e non con chi va a letto, o no, Berlusconi; così, troviamo gli eredi di Berlinguer al 25-26%....e si ritengono pure soddisfatti!!!
Anche in questo caso, penso che sia bene analizzare i dati, invece che lasciarsi andare alla propaganda. Prima di tutto, però, va fatta una premessa. In Italia non si vota con lo stesso sistema elettorale ogni volta; infatti, mentre per le politiche e per le amministrative ci si avvicina, con vari gradi, a un sistema maggioritario bipolare, per le europee si vota col proporzionale, seppur con lo sbarramento e con circoscrizioni particolari. Fatta questa premessa è assurdo paragonare dati elettorali ottenuti con sistemi di voto talmente differenti, sarebbe molto più corretto paragonarli alle Europee 2004, piuttosto che alle Politiche del 2008. Ma, anche accodandosi alla massa di “esperti” che ciancia dai mass media, i risultati sono abbastanza semplici da analizzare. Il centrodestra gode di un’ampia maggioranza di voti, all’incirca come quella dell’anno scorso, anzi, forse se si andasse alle politiche oggi, il distacco sul centro-sinistra sarebbe ancora maggiore in termini di seggi.
La matematica non è un’opinione, anche se così pare: il PDL ha perso circa il 2% dei voti, esattamente quelli guadagnati dalla Lega; mentre il PD ha perso almeno il 5% dei consensi, più o meno quelli guadagnati da Di Pietro e UDC.
La situazione, quindi è sostanzialmente identica all’anno passato, cosa che ha permesso a Berlusconi di avere una maggioranza di un centinaio di parlamentari; ma, come hanno finora dimostrato le amministrative, il centro-destra domina al Nord, mi sa che si andrebbe verso la quasi totalità dei seggi assegnati al governo; al Sud, ha espugnato piazze storicamente rosse come la Provincia di Napoli; e nelle isole, nonostante una forte astensione, è comunque in netto vantaggio, clamoroso se si conta il rientro del MPA e una eventuale alleanza con l’UDC, gia avvenuta in ben 9 Province vinte dal centro-destra. Va segnalato, che gli spostamenti di voti a favore della Lega e dell’IdV sono assolutamente fisiologici in un sistema proporzionale, nel quale l’elettore di uno schieramento tende maggiormente a premiare i partiti minori della coalizione, a fronte della scelta maggioritaria che tende a concentrarsi sui partiti maggiori, per non “disperdere” i consensi.

In conclusione, questa tornata elettorale indica che, nonostante la crisi e una massiccia campagna denigratoria internazionale, il popolo italiano ha premiato l’azione di governo, anche se ritengo più  per la totale assenza di un’opposizione seria e credibile, piuttosto che per un reale convincimento motivato. Cosa resta da fare per chi non vota né Berlusconi, né per gli anti-Berlusconi?
Intanto va detto che siamo in totale assenza di speranze elettorali, visto che a Sinistra le forze “comuniste-sistemiche” (Rifondazione, Partito dei Comunisti, Verdi, ecc.) non sono un’alternativa, sia perché elettoralmente poco incisive, sia perché appunto “vendute” ai poteri forti per qualche poltroncina; mentre a Destra, nessuna forza partitica anti-sistema, in grado di prendere un numero di voti significativo, appare all’orizzonte. Quindi o ci si astiene, sperando che prima o poi la gente si stufi di questi signori, o si votano gli unici due partiti rivoluzionari anti-sistema, senza sperare di ottenere qualcosa, cioè Forza Nuova o Partito Comunista dei Lavoratori.
Cosa più importante, però, è lavorare a livello culturale, per diffondere idee nuove che possano (un domani molto remoto, sia chiaro) svegliare le coscienze della gente in chiave di rivoluzione anti-sistemica; e contemporaneamente, cercare di radicarsi sul territorio, per creare centri culturale, sociali, e perché no, economici, alternativi al sistema.