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Ahmadinejad: l'ordine internazionale capitalista batte in ritirata. Finita l'era degli imperi

di Leonardo Coen - 17/06/2009


 
Ahmadinej ad in Russia attaccagli Stati Uniti "Finita l'era degli imperi"

Anche perché è arrivato con 24 ore di ritardo al summit dell`Organizzazione di Cooperazione di Shangai, un gruppo di sei Paesi - l`Iran è ancora un Paese "osservatore"- creatonel 2001 per affrontare e gestire la sicurezza regionale. Ma ad accoglierlo c`era Medvedev in persona.

Un incontro "blitz" di primo mattino: voluto dal Cremlino per rassicurare il neo rieletto presidente iraniano. Le elezioni iraniane e le proteste contro il loro esito sono «una questione interna», ha spiegato poco dopo Sergej Rjabkov, viceministro degli Esteri, e Mosca non ci vuole mettere il naso, «quello che conta ed è significativo è che il suo primo viaggio all`estero dopo le elezioni lo abbia fatto qui in Russia: questo ci fa sperare nel miglioramento delle relazioni bilaterali».

Risolto l`empasse diplomatico, e evitato ogni riferimento a ciò che stava accadendo in Iran, Ahmadinejad ha attaccato gli Stati Uniti, prendendo la parola durante i lavori del vertice che erano incentrati sulla necessità di modificare le strutture finanziarie internazionali e sul dollaro,valuta che i sei di Shangaivorrebbero sostituire almeno a livello regionale con unità monetarie convenzionali locali: «L`ordine internazionale capitalista batte in ritirata. E` chiaro che l`era degli imperi è finita e che non tornerà più. L`Iraq è ancora occupato», ha proseguito, «non c`è ordine in Afganistan e la questione palestinese continua a restare irrisolta». Fallimenti della politica Usa, fallimento della moneta Usa: basta con l`onnipresenza del dollaro, salvaguardato da una struttura globale ormai anacronistica: «Nonostante l`emergere di crisi ricorrenti e gravissime, le strutture e i meccanismi politici ed economici esistenti nel mondo sono rimasti intatti. Possiamo ancora credere che tutti i problemi potranno essere risolti con tali meccanismi e strumenti obsoleti?». Certo che no, bisogna operare «inevitabili e indiscutibili cambiamenti radicali».