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Un “complotto”? Contro l'Eurasia, senz'altro...

di Matteo Pistilli - 24/06/2009

Fonte: cpeurasia

  
 
Per comprendere la questione "complotto" bisogna allargare lo sguardo fuori dall'Italia, verso tutto il continente.

Sabato 20 giugno, in ritardo sul resto dei giornali italiani, anche “L’Unità”, uno dei quotidiani più filo-americani e sostenitore (sostenuto) del Partito Democratico, ha dovuto ammettere, solleticando la simpatia che i propri lettori hanno per Barack Obama e gli Stati Uniti, che i rapporti fra quest’ultimi e Berlusconi non sono al massimo grado di cordialità per via dei contatti e degli accordi firmati dall’attuale governo italiano e la Russia “putiniana” riguardo soprattutto al gas e la questione energetica. Essendo “L’Unità” espressione di ambienti filo-liberali ed atlantisti, ovviamente considera negativamente ogni scelta compiuta senza seguire gli interessi di questi stessi ambienti, ma è importante notare come non possano più fare a meno di censurare (come hanno fatto fino ad ora, nascondendolo ai propri lettori) uno degli aspetti della vera partita che l’attuale fase storica, portatrice di cambiamenti geopolitici su scala planetaria, sta ponendo all’Europa ed in particolare all’Italia: gli accordi riguardanti lo sviluppo della ricerca e la distribuzione dell’energia. È in questo campo che bisogna ricercare il significato degli odierni rapporti internazionali e che si possono spiegare le ultime notizie nazionali e non; per quanto riguarda le prime, la stessa “Unità” ha dovuto citare la questione del “complotto” che ci sarebbe ai danni del Presidente Berlusconi, parlando di alcune donne (presumibilmente escort) che oggi stanno aprendo il vaso di Pandora tramite le loro dichiarazioni, come possibili “spie”. Che ci sia un complotto vero e proprio, costruito su questioni false contro Berlusconi è molto improbabile, vista anche la poco etica vita sociale del personaggio, ma di certo l’utilizzo di tali notizie e denunce di ordine personale e privato, sono utilizzate oggi dai gruppi di interesse che, seguendo le direttive nordamericane, non vedono di buon occhio l’amicizia con la Russia e stanno mettendo in atto una nuova azione di “contenimento” che abbiamo già visto sul nostro territorio ai tempi della “dottrina Truman”; questi ambienti sono ampi e potenti e possono essere rintracciati anche in settori della coalizione dello stesso Berlusconi: basti pensare a Fini (prossimo Presidente della Repubblica?) ed il suo gruppo, ma anche alla Lega Nord, così importante per la maggioranza, ma così interessata a secessionismo e “scontro di civiltà” entrambi cavalli di battaglia della democrazia-export Usa. Tutto ciò va quindi considerato anche alla luce della nuova situazione internazionale, e questo lo si può vedere attraverso ciò che sta succedendo in Iran, ed anche attraverso le menzogne che vengono rilanciate dai nostri media; la stessa “Unità” (continuiamo ad utilizzare questo giornale per sottolinearne la coerenza della posizione filo-americana) è molto impegnata a rilanciare l’idea di un Iran tirannico, arretrato e violento, in cui le elezioni vengono pilotate per sconfiggere i buoni e giusti membri dell’opposizione “moderata”. Ora, tralasciando del tutto la questione, ben affrontata da altri (1) è fondamentale rendersi conto come questa posizione sia la copia esatta dell’odierna posizione degli Stati Uniti: l’odierna amministrazione, nelle figure per esempio di Brzezinski (2) e dei Clinton, è completamente permeata da una russofobia di lontane origini. Subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, infatti (ma la questione potrebbe essere rintracciata anche precedentemente), con l’inizio della “Guerra fredda”, gli interessi nel controllo del continente eurasiatico, portarono gli USA ad impegnarsi politicamente e militarmente in quelle aree dalle quali poter accerchiare “l’Impero del male” sovietico: in tale situazione l’Italia nel Mediterraneo ed altri Stati nell’est asiatico videro gli Stati Uniti occupati ad appropriarsi della sovranità locale, per esempio con numerose basi ancora oggi presenti (più di 100 nella sola Italia!), per impedire ogni avanzata della sfera geopolitica russa; con il crollo dell’Urss e i pochi anni seguenti che produssero l’illusione del dominio totale e planetario degli Usa, tanto da parlare di “fine della storia”, si vide un abbassamento della guardia nei confronti della Russia in crisi, e un nuovo respiro mondiale globalizzatore, attraverso concetti quali “sviluppo”, “diritti umani”, “partenariato mondiale” volti a garantire il dominio atlantico e liberista sul mondo intero. Ma negli ultimissimi anni il ritorno della Russia e la crescita di altre potenze quali Cina, India, Brasile, Venezuela, combinata con la crisi economica che ha colpito fortemente gli Usa, hanno prodotto una lenta ma decisa evoluzione degli equilibri geopolitici, riportando l’attenzione degli Stati Uniti al controllo del “cuore del mondo”, ossia l’Eurasia. Per questo motivo le scelte dell’Italia tornano ad essere importanti per l’amministrazione americana ed un governo che ponga in essere delle scelte “autonome” rispetto al polo “occidentale” è guardato con sospetto e possibilmente messo alle corde. Così come, fatti i dovuti distinguo, viene destabilizzata la situazione interna dell’Iran (fondamentale per lo stesso accerchiamento della Russia/Eurasia) (3) e quella pakistana dove da poco tempo sono spuntati fuori i famosi “talebani” che paiono uscire come funghi dove c’è bisogno di un intervento militare a stelle e strisce.

Purtroppo la classe dirigente italiana lascia molto a desiderare come capacità di esercitare una reale sovranità (il problema si pone, ad un livello più tragico, sul piano dell'UE), tanto che se il Governo italiano ha compiuto quelle scelte, in contrasto con gli interessi atlantici e la nuova “Dottrina Truman”, è perché ha dietro aziende dalla storia e dagli interessi legati all’Eurasia (si pensi all'ENI); ma si tratta di una cosa che, se non supportata da sincere politiche in quella direzione “sovranista”, potrebbe essere 'a termine', senza sviluppi duraturi. C’è dunque un assoluto bisogno di analizzare la questione col più ampio respiro possibile, così da non cadere nelle eterne diatribe politiche (destra/sinistra ecc.) utili solo a confondere la verità dei fatti. L’Italia, finito il periodo post-guerra fredda, torna ad essere un importante appendice dell’Eurasia rivolta al Mediterraneo ed è compito degli italiani rendersi conto della situazione odierna e decidere se agire per gli interessi di Europa/Eurasia per promuovere un futuro multipolare o per quelli, tesi al mantenimento della supremazia unipolare, degli Stati Unti.


NOTE:
1) Da leggere gli articoli di Gianluca Freda:
http://blogghete.blog.dada.net/post/1207096324/DIETROLOGIA+IRANICA+PER+PRINCIPIANTI#more
http://blogghete.blog.dada.net/post/1207096118/L%27INVASIONE+DELLE+BALLE+GIGANTI#more
http://blogghete.blog.dada.net/post/1207097398/I+FILI+RIVELATI#more
http://blogghete.blog.dada.net/post/1207097772/N.E.D.A.+(NATIONAL+ENDOWMENTS+FOR+DEMOCRACY+ASSOCIATED)#more
2)Ascoltare l’intervista a W. Tarpley http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3010
3) http://cpeurasia.org/?read=