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Oltre a Madoff bisogna punire anche le banche

di Nicola Porro - 30/06/2009

La prigione sarà anche la tomba per Bernard Madoff. Sarebbero bastati anche meno dei 150 anni di condanna ottenuti ieri, per raggiungere lo stesso macabro risultato. Il giudice Chin l’ha paragonato al diavolo. E ha dunque letto un condanna, come si dice in questi casi, esemplare. Tutt’altro che originale per il sistema giudiziario americano. Due famosi attori della new economy, come Ebbers e Rigas, potranno uscire dal carcere solo se riusciranno a soffiare sulla centesima candelina del proprio compleanno.
La prima considerazione è ovvia. E riguarda i quattrini e la certezza della pena in America. Da quelle parti non si scherza. Rubare (ed evadere) è gravissimo: non si tratta di un reato di serie B. Al contrario. Non vi è nessuna accondiscendenza a chi si macchia di tali delitti. Un sondaggio istantaneo fatto ieri dal Wall Street Journal on line diceva che più del 60 per cento degli intervistati era d’accordo sulla durata della pena. E addirittura il 22 per cento la riteneva insufficiente. Di più c’è solo la pena di morte: ma immediata, non a scoppio ritardato come quella che subirà da oggi Madoff. Inoltre le pene in America si scontano. Nessun beneficio: non ci sono attenuanti, malattia e anzianità.
Chi oggi celebra l’esemplarità del giudice Chin, si faccia due calcoli sul nostro sistema e sulla rete di indulgenze, anche mentali, a cui siamo abituati (e forse formati) noi latino-europei.
Ma la storia a nostro avviso non finisce qua. Facciamo subito una premessa: cercare di andare oltre, non vuol dire fermare lo spedito andamento del processo Madoff. Il punto è che non basta. Sotto due aspetti, principalmente: di coloro che lavoravano con il Diavolo e di un sistema che sembra assolversi una volta individuato un sanguinoso capro espiatorio.
Un fratello, la moglie e due figli, più o meno, lavoravano con il diavolo. E su questi transeamus. Ma è mai possibile che le centinaia di operatori che smistavano la droga finanziaria di Bernie fossero tutte mammolette? Non si vuole ingenerare una cultura del sospetto. Si vuole semplicemente dire che solo un consulente esterno è stato incriminato. Per gli altri nulla di nulla. Lo spaccio, in buona sostanza, è stato fino ad ora considerato legale.
Identificare un diavolo, condannarlo alla sepoltura, rischia di rendere opaca la catena delle responsabilità. Il diavolo è in grado di fare tutto da sé: autonomamente. Dal punto di vista tecnico-economico vi è infine una conseguenza perniciosa. Chi avesse rifiutato di smerciare la droga e dunque avesse detto ai propri clienti che il dieci per cento di rendimento all’anno non è possibile garantirlo, non avrebbe oggi il corretto riconoscimento della propria prudenza. Molti degli investitori di Madoff infatti sono entrati e usciti dai suoi fondi e dunque hanno ricavato benefici ingiusti. Che infatti potranno essere riconsiderati.
C’è un secondo aspetto più vasto. E riguarda il sostanziale fallimento del sistema bancario americano che ha pericolosamente ballato con il debito. I vertici delle principali banche americane sono ancora là al loro posto. Il nocciolo scelto dei Rubin-Summers-Geithner sta ridisegnando le regole della corporate America, proprio in virtù del fatto che sono stati loro a crearne di sbagliate nel passato. La questione della mancanza di regole è solo una scusa. Il punto è piuttosto il comportamento individuale di alcune banche d’affari americane che hanno tirato la leva (i debiti rispetto al patrimonio) fino all’impossibile e che oggi si stanno facendo pagare il conto dai contribuenti americani. Insomma Madoff si merita la galera. Eccome. Ma l’America puritana che beve la birra ma la nasconde nel cartoccio, ha voluto trovare in lui qualcosa di più che un grande truffatore. L’idolo piuttosto da sacrificare sull’altare di un establishment finanziario che anche grazie a ciò continua ad essere sulla cresta dell’onda.
Madoff in galera, i vertici delle banche che lo alimentavano ancora in piedi, e chi lo doveva controllare al suo comodo posto. Un diavolo che non sapeva, evidentemente, di zolfo.