Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Piani di lettura

Piani di lettura

di Andrea Marcon - 13/07/2009

Image

La vicenda delle abitudini sessuali di Berlusconi e del conseguente scandalo politico / mediatico può essere letta in diversi modi, direi meglio secondo diversi piani.
Il primo è quello, trito e ritrito, proprio del berlusconismo e dell’antiberlusconismo. Da una parte chi ritiene il premier vittima dell’ennesima congiura comunista e dall’altro chi giudica la vicenda un’ulteriore e definitiva conferma dell’inadeguatezza (eufemismo) di Berlusconi a rivestire la carica di primo ministro. In quest’ultimo versante si possono poi ulteriormente distinguere gli ingenui, i ciechi e gli sciacalli in malafede. Nelle prime due categorie possiamo probabilmente far rientrare coloro che credono che la Storia della Repubblica italiana, presente e futura, sia quella di una libera democrazia sulla quale si è improvvisamente abbattuta la nefasta e temporanea parentesi dittatoriale di Silvio Berlusconi.
Emblematici in questo senso i commenti di Marco Travaglio, che da settimane bombarda i suoi lettori e utenti con discorsi (oltre all’ennesimo libro sul Berlusca di prossima pubblicazione) volti a dimostrare che la frequentazione di prostitute da parte del premier abbia rappresentato un pericolo per la sicurezza nazionale. In un suo monologo su internet, a un certo punto Travaglio arriva a dire: “Pensate che la D’Addario o altre avrebbero anche potuto carpire a Berlusconi i codici segreti delle armi nucleari della Nato presenti nel nostro Paese”. Al di là della legittimità di una simile preoccupazione, francamente ridicola, ciò che al contempo è tanto sconcertante quanto rivelatore è il fatto che (i) Travaglio non si indignino per il fatto che in Italia sono collocate delle armi nucleari di una potenza straniera in totale violazione e spregio della nostra indipendenza (oltre che della manifestata volontà popolare di rifiuto dell’energia nucleare), ma della circostanza infinitamente meno rilevante e vergognosa della condotta del Presidente del Consiglio nel caso in questione. In Italia, insomma, c’è chi crede davvero che Berlusconi sia il Belzebù al quale si contrappongono le falangi del Bene e della democrazia.
Poi ci sono coloro che di queste falangi sono i fedeli servitori. Prima, immancabile, la Repubblica e poi anche la Stampa e il Corriere – oltre ovviamente a tutta la galassia mediatica vicina alla c.d. sinistra e a Di Pietro – hanno sfruttato la vicenda per chiedere a gran voce le dimissioni del Presidente del Consiglio.
Un altro piano di lettura di “Puttanopoli”, sicuramente più intelligente ed onesto, può invece essere quello proposto ad esempio anche da Massimo Fini, che ha evidenziato come Berlusconi dovrebbe essere disprezzato e soprattutto allontanato da cariche pubbliche per vicende – soprattutto giudiziarie – ben più gravi di quella delle sue abitudini sessuali, che rientrerebbero invece nella insindacabile e politicamente irrilevante vita privata di ciascun cittadino.
Noi ci permettiamo modestamente di aggiungere un’ulteriore prospettiva della vicenda, senza peraltro rivelare nulla di quanto è già ampiamente noto a chi abbia una visione della realtà appena più approfondita di quella offerta dai pamphlet antiberlusconiani. A noi, sinceramente, di Berlusconi e dei suoi presunti nemici politici non ce ne frega niente. Questi camerieri, per citare Ezra Pound, li disprezziamo per la loro pochezza, i loro maneggi da picciotti, i loro squallidi intrighi volti ad accaparrarsi le briciole del vero Potere e della vera ricchezza. Di Puttanopoli preferiamo evidenziare la chiara trama sottostante, ordita da coloro che in Italia da decenni costituiscono il principale e più consolidato gruppo di potere, quello al quale Berlusconi – ci spiace deludere i dipietrini – è sempre stato estraneo (il che non toglie che ne abbia realizzato un altro, probabilmente meno forte ma altrettanto ripugnante).  Ci riferiamo alla lobbie facente riferimento, tanto per citare solo qualcuno, a Mediobanca, alla Fiat, ai gruppi editoriali che controllano i quotidiani sopra citati, al Gotha della nostra imprenditoria e finanza, collegati a doppi filo a numerosi politici del c.d. centro sinistra (ma anche a diversi dell’”opposto” schieramento). Che adesso la loro avversione a Berlusconi sia improvvisamente esplosa generando un simile polverone è significativo, ancora più significativo del fatto che per scatenarlo non sia più bastato fare leva su vicende giudiziarie (come avvenuto con Tangentopoli) ma su squallide storie di letto e tradimenti.
In un momento nel quale la crisi economica/finanziaria sta per raggiungere il suo apice, costoro hanno deciso che è meglio occupare anche i residui spazi di potere che non detengono direttamente, onde poter portare avanti con piena coesione e coerenza le strategie con le quali contano di affrontare i momenti bui che ci attendono. Via il “papi”, arriva Draghi.