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Bruxelles può dire no agli Ogm in Europa

di Cinzia Scaffidi - 15/07/2009

A Parma ha sede l'autorità europea per la sicurezza alimentare, l'Efsa (European Food Safety Authority), il cui scopo è garantire che nessun alimento men che sicuro circoli per l'Europa. Qualche giorno fa l'Efsa ha dato parere favorevole al rinnovo per altri 10 anni dei permessi, in scadenza, alla coltivazione e commercializzazione in Europa di un mais geneticamente modificato, il MON810, una "creazione" della multinazionale Monsanto.

Tuttavia, paesi come Francia, Grecia, Austria, Ungheria, Lussemburgo e Germania hanno posto veti allo stesso prodotto alla luce di studi e valutazioni riguardanti l'impatto ambientale, la necessità di attenersi al principio di precauzione per quel che riguarda gli effetti sulla salute umana e sullo stato della biodiversità. Attendono, alcuni da un paio d'anni, che l'Efsa si pronunci in merito alla legittimità di questa loro azione. L'Efsa ha istruito le procedure, ma nel frattempo che fa? Dà il via libera al MON810 su tutto il territorio europeo per altri 10 anni. Basandosi su cosa? Sulla valutazione dei dossier presentati...dalla Monsanto, che è "il richiedente". L'oste chiede al cliente se il vino è buono, e il cliente per giudicare legge l'etichetta scritta dall'oste.

Un'Efsa a due velocità, si direbbe, che reagisce zelante alle richieste delle multinazionali, ma temporeggia di fronte alle preoccupazioni dei governi nazionali.
Come mai? Noi anime semplici non capiamo, ma siamo in buona compagnia, se in questi giorni persino un autorevole quotidiano come Le Monde ha definito l'Efsa "geneticamente pro-ogm": da quando esiste (2002) non ha pronunciato nemmeno un no davanti ad una richiesta di autorizzazione per Ogm in Europa.
Ora sul MON810 la palla passa alla Commissione Europea, perché l'Efsa dà un parere scientifico, ma poi chi deve approvare il rinnovo del permesso è la Commissione. Se qui si arrivasse ad una maggioranza qualificata per il no, nonostante il parere dell'EFSA, il mais geneticamente modificato sparirebbe dal territorio europeo. In termini economici e produttivi non sarebbe una gran perdita, c'è una produzione minima, per lo più solo in Spagna, ma in termini politici sarebbe, finalmente, un segnale di attenzione alle volontà dei consumatori - cittadini ed elettori - che hanno più volte detto il loro no.