Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il vero ruolo degli Usa nel golpe a Tegucigalpa

Il vero ruolo degli Usa nel golpe a Tegucigalpa

di Alessia Lai - 16/07/2009

 

 
Il vero ruolo degli Usa nel golpe a Tegucigalpa
 



Manuel Zelaya, ha lanciato un ultimatum ai golpisti. Lunedì, in una confernza stampa offerta a Managua, in Nicaragua, il legittimo presidente honduregno, destituito con la forza militare il 28 giugno scorso, ha cercato di imprimere una forte spinta al dialogo fra amministrazione golpista e esecutivo esautorato che si sta tenendo in Costa Rica con la mediazione del presidente del Paese e nobel per la pace Óscar Arias. Zelaya ha letto un comunicato nel quale afferma che il mancato rispetto delle risoluzioni Osa e Onu da parte del governo de facto “è un modo per prendere tempo e arrivare ad elezioni in condizioni di fatto”.
“L’unico obiettivo della dittatura è quello di usare Óscar Arias”, ha ancora affermato Zelaya dando ad intendere che la volontà golpista di prolungare all’infinito il dialogo serve a mantenere Micheletti e soci alla guida illegittima dell’Honduras.
“In virtù del mancato ripristino dell’ordine costituzionale, diamo tempo fino alla prossima riunione di mediazione (annunciata da Arias per il prossimo fine settimana, ndr) perché si compiano i mandati espressi dalle organizzazioni internazionali, altrimenti fallirà la mediazione e si procederà nel prendere altre misure”, ha affermato il mandatario legittimo che ha inoltre denunciato la repressione e la persecuzione contro il popolo honduregno, contro i politici e i rappresentati del suo governo.
“I membri del mio governo sono stati oggetto di persecuzione, cancellazione di conti bancari, è evidente che il regime si sostenta attraverso le armi. Inoltre perseguitano i giornalisti stranieri e entrano nelle case di persone che hanno rifiutato il golpe”, ha accusato Zelaya.
Lo stallo, però, è un dato di fatto. I golpisti tengono in mano il Paese usando il pugno di ferro. Tra gli oppositori dell’esecutivo Micheletti si contano già numerosi morti. Come affermato da fonti vicine ai golpisti, un solo gesto concreto di Washington avrebbe messo fine in un attimo al sopruso, ma gli Usa, a parte la condanna verbale del golpe non hanno mai ritirato il loro ambasciatore da Tegucigalpa. Lo scorso 22 giugno, il quotidiano La Prensa aveva dato notizia di una riunione tra influenti politici dell’Honduras, alcuni capi militari e l’ambasciatore Llorens sotto l’apparente proposito di “cercare una via d’uscita alla crisi” riferendosi alla questione della consulta popolare promossa da Zelaya. Il New York Times confermava poco dopo che il segretario di Stato aggiunto per le questioni dell’emisfero occidentale, Thomas A. Shanon, così come l’ambasciatore statunitense nel Paese Hugo Llorens, nella quale si era discusso “come abbattere il presidente Zelaya, come arrestarlo e quale autorità lo avrebbe potuto fare”.
A questo si aggiunge la recente notizia che il governo di fatto guidato da Roberto Micheletti, si è avvalso di consiglieri statunitensi in occasione dei colloqui di mediazione in corso in Costa Rica.
Secondo il New York Times, le proposte presentate dalla delegazione del regime golpista nelle riunioni di conciliazione sono state redatte e approvate dallo statunitense Bennett Ratcliff, che presente al primo dialogo tra le autorità de facto e i rappresentanti di Zelaya.
Ratcliff è uno specialista in relazioni pubbliche che ha realizzato lavori per l’ex statunitense presidente Bill Clinton, marito dell’attuale segretario di Stato Hillary.
Secondo la giornalista del New York Times che ha scritto l’articolo, Ginger Thompson, Micheletti è impegnato in una offensiva mediatica che usufruisce dell’apporto di avvocati statunitensi di alto livello, con stretti vincoli nei circoli di potere degli Usa.
Tra i coinvolti Lanny Davis, conosciuto per essere stato l’avvocato personale di Clinton e membro della sua campagna politica.