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Madoff: caso “sistemico” più che individuale

di Mario Lettieri - Paolo Raimondi - 20/07/2009

 

La condanna sensazionale a 150 anni di carcere per truffa nei confronti del finanziere e speculatore americano Bernie Madoff  fa un certo effetto. Una condanna di simili dimensioni negli USA è possibile in quanto la sentenza per più e differenti reati è cumulabile.

Per noi italiani e per gli affari di casa nostra è un segnale importante: in America, nel tempio della grande finanza, chi specula e truffa i risparmiatori viene punito in modo esemplare. In Italia, invece, tra lungaggini, ricorsi, attenuanti, condoni, rinvii e pseudo malattie gli speculatori in attesa di giudizio vivono in ville dorate con i soldi altrui.

E’ tempo di voltare pagina: insieme a controlli più severi e preventivi, bisogna che sia chiaro che chi truffa sarà punito per legge in modo esemplare, rapido e certo.
 
Ma il caso Madoff è emblematico della crisi finanziaria e bancaria sistemica. Prima di tutto perchè la sua bancarotta lascia un buco fino ad oggi accertato di 65 miliardi di dollari, l’equivalente del PIL di intere nazioni come la Croazia, l’Ecuador o il Kenya!

Madoff, che è stato anche navigato e noto presidente del NASDAQ, cioè del listino dei titoli tecnologici trattati sulla borsa di Wall Street, ha per anni fatto i suoi giochi con il classico metodo truffaldino delle “piramidi finanziarie”, che in America è conosciuto come lo “schema Ponzi” dal nome di un italo americano che lo sperimentò negli anni Venti.

La truffa delle piramidi si basa sul pagamento di alti interessi per i primi capitali investiti usando il denaro dei nuovi investitori. Il sistema solitamente salta per due motivi: quando il truffatore scappa con la cassa dopo aver irretito un numero sufficiente di investitori oppure quando i rimborsi richiesti e gli interessi da pagare superano i nuovi investimenti.

C’è da chiedersi come mai, nonostante alcune denunce, sia stato possibile che Madoff continuasse a operare tranquillamente senza che le autorità finanziarie di sorveglianza, a cominciare dalla Federal Reserve e dalla SEC, intervenissero. Eppure  le cifre erano stratosferiche.
 
La truffa è emersa soltanto lo scorso dicembre dopo che la crisi finanziaria e bancaria americana aveva mandato in bancarotta la Lehman Brothers. Altrimenti Bernie sarebbe ancora al suo posto.

E’ da sottolineare che tra i principali clienti di Madoff vi erano grandi istituti finanziari internazionali, ivi comprese alcune banche italiane

L’unica spiegazione è che gli affari di Madoff erano “sistemici”, cioè parte integrante del modus operandi della grande finanza internazionale. E al momento del crac il sistema per salvare se stesso sacrifica  il singolo operatore

 D’altra parte questa teoria dell’ “assassino solitario” nella finanza era già stata più volte sperimentata con successo.

Quando il fondo speculativo LTCM crollò per la crisi asiatica nel 1998 con un buco di oltre 4 miliardi di dollari si parlò di un giovane speculatore che aveva operato all’insaputa degli alti dirigenti. Lo stesso si disse per lo sconquasso speculativo della banca inglese Barings e più recentemente per la voragine dei derivati finanziari della francese Société Générale. E’ sempre colpa di un individuo, di un singolo avido e malvagio speculatore, mai del sistema! 

Madoff merita i 150 anni di carcere, ma saremmo tutti più tranquilli se anche gli altri operatori e complici venissero indagati e perseguiti. Comunque sarebbe più importante se si eliminassero le cause che hanno determinato le distorsioni del sistema.

Maggior trasparenza, più controlli e sanzioni più severe sono indispensabili anche nel nostro paese.