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Gli Stati Uniti fonte di disordine globale

di Gianfranco La Grassa - 20/07/2009

<<Lo scenario in Somalia si fa sempre più drammatico, e con derive terroristiche che ricordano da vicino l'Afghanistan e l'Iraq. La scorsa notte a Mandera, nord est del Kenya, sono stati rapiti tre volontari che operano per un'organizzazione umanitaria francese. Uno dello Zimbabwe, uno del Pakistan ed il terzo -ormai appare certo, anche se non ci sono conferme ufficiali- statunitense.

I tre sono stati trascinati nella vicinissima Somalia, in un'area dove i confini non esistono, la stessa dove lo scorso novembre furono rapite due suore italiane. Il sequestro sembra sia opera degli Shabaab (gioventù in arabo), il gruppo collegato ad al Qaida che è alla testa dell'insurrezione integralista islamica contro il governo a guida moderata internazionalmente riconosciuto ed appoggiato…...(dall’Ansa)>>.

 

Il governo somalo “moderato e riconosciuto internazionalmente” è quello installato dopo l’aggressione etiope, chiaramente guidata dagli Usa. Tale politica statunitense, che mira a mettere disordine crescente in ogni dove, è la stessa che viene condotta nei confronti dell’Iran. Questo prepotente paese – in continua “aggressione”, sia pure con metodologie differenti a seconda delle diverse contingenze, a chi non gli ubbidisce – ripone le sue superstiti speranze in una debole opposizione delle nuove potenze in crescita (Russia e Cina), contando sulla loro preoccupazione nei confronti delle correnti islamiche più radicali e determinate. In Afghanistan, l’aggressione è più chiara e netta; ed è inoltre condotta direttamente dagli Stati Uniti (aiutati da altri paesi subordinati nella Nato) e non mediante sicari come in Somalia, come si tenta di fare in Iran e in altri paesi (anche del Sud America).

D’altra parte, la “chiarezza” dell’aggressione in terra afgana è solo apparente poiché sembra assai più probabile che essa sia parte di un gioco più complesso, svolto apposta sia per impedire in Pakistan derive nettamente contrarie agli interessi statunitensi sia per mantenere in uno stato di caos e turbolenza tutta l’area che confina con i paesi ormai potenzialmente competitori e pericolosi per la supremazia americana, abbastanza indebolita negli ultimi anni. L’attuale politica dell’ex (unica) superpotenza è destinata più ancora della precedente a creare gravi squilibri nel mondo, proprio perché la “faccia” presentata dalla nuova Amministrazione è l’esatto contrario di quella nascosta ma reale. Tali subdole manovre di raggiro e inganno, di effettiva aggressività coperta da “epocali” e falsi discorsi di pace, impongono anche agli altri paesi le stesse tortuosità e oscuramento delle intenzioni.

La disgregazione del preteso “ordine mondiale” (di cui si fa ridicolmente alfiere l’ormai inutile ONU) porta progressivamente, e all’insaputa (anzi nella più completa inconsapevolezza) dei popoli, verso nuovi drammi di portata mondiale; non imminenti ma sempre più visibili in controluce a chi vi presti un minimo di attenzione. Gli Usa sono ormai un permanente attentato alla sicurezza globale. Tale paese, malgrado si tratti di operazione difficile in questi nostri vergognosi paesi occidentali guidati da suoi puri subordinati senza dignità né onore, deve essere continuamente denunciato, assieme al suo sicario Israele, come un autentico “bubbone” pronto ad infettare il mondo intero, diffondendo la violenza criminale e il continuo sovvertimento in ogni paese che non si presti ad essere servo. La “democrazia” di questa parte del mondo, piegata ai voleri imperiali statunitensi, è esattamente lo strumento principe di questa servitù e dell’insicurezza crescente.

I dominanti degli Stati Uniti dovrebbero essere processati e condannati secondo gli stessi principi e procedure del “Tribunale di Norimberga”. Ovviamente, ciò è detto semplicemente per far notare che solo se e quando essi subiranno una disfatta di proporzioni veramente “epocali”, sarà possibile imporre loro l’abbandono della violenza sterminatrice, con cui del resto tale paese è nato. Non siamo così ingenui da credere alla possibilità di estirpare permanentemente la violenza criminale dei dominanti, sempre esistita in ogni epoca storica e che quindi sempre si ripropone. Ogni epoca ha tuttavia suoi specifici dominanti che sono i peggiori e i più pericolosi; oggi sono quelli americani, che sono perciò i nemici per eccellenza. Niente più che questo.