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È ricercando l’impossibile che l’uomo ha sempre realizzato il possibile

di Miro Renzaglia - 20/07/2009

Un manifesto politico, artistico o letterario che sia è sempre una pro-vocazione


DELLA LIBERTA’

Noi vogliamo cercare la piena giustizia economica e sociale attraverso la libertà.

Per l’uomo, essere libero significa essere riconosciuto e trattato come tale da un altro uomo, da tutti gli uomini che lo circondano.

La libertà è il prodotto di un lavoro sociale.


DELLA SOCIETA’

La società deve organizzarsi in modo che ogni individuo, uomo o donna, possa trovare, nell’arco della sua vita, le possibilità e i mezzi per sviluppare le sue diverse e specifiche facoltà personali.

La società, considerata nel senso più largo del termine, ovvero: il popolo, i lavoratori, non producono soltanto la potenza e la vita, essi producono anche gli elementi di tutto il pensiero; e un pensiero che non è estratto dal suo seno e che non è la fedele rappresentazione degli istinti popolari è un pensiero nato morto.

Qualsiasi organizzazione sociale concepita da teorie idealistiche deve essere rifiutata: sarà il popolo, così come si concepisce attraverso la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni, nelle sue necessità quotidiane e nelle sue aspirazioni coscienti o inconsce a trarre da se stesso tutti gli elementi della sua futura organizzazione sociale.

L’idealismo è il despota del pensiero. Chi non accetta la libertà come suo unico principio creativo sarà inevitabilmente votato alla schiavitù. Il nostro ideale di società è nel grembo del popolo stesso.

Per questo,  il nostro compito non sarà quello di rivelatori o di creatori, di protettori o di precettori ma semplicemente quello di ostetrici del pensiero partorito dalla vita stessa del popolo.

DELLA RIVOLUZIONE

La rivoluzione è sempre per tre quarti fantasia e per un quarto realtà. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo.

La rivoluzione sorgerà attraverso l’organizzazione del lavoro e della proprietà comune da parte di associazioni di produttori e dalla formazione delle comunità popolari.

Nostro compito è promuovere la nascita della rivoluzione diffondendo le idee che siano in corrispondenza con l’istinto del popolo, ovvero: essere intermediari tra l’idea rivoluzionaria e l’istinto del popolo.

La vittoria del popolo non potrà essere conquistata che per mezzo della rivoluzione sociale.

Questa rivoluzione presenterà, all’inizio e  necessariamente, le sembianze di un movimento distruttivo, ovvero: quello in cui liquiderà definitivamente tutto ciò che legalizza e regolamenta lo sfruttamento del lavoro popolare a profitto del monopolio capitalistico finanziario.

Ma la passione per la distruzione è anche una passione creativa. Questa seconda fase consisterà nell’organizzare la grande libertà umana che, distrutte tutte le catene dogmatiche, metafisiche, politiche e giuridiche, da cui tutto il mondo è oggi oppresso, restituirà a tutti, comunità e individui, la piena autonomia dei loro movimenti e del loro sviluppo.

È ricercando l’impossibile che l’uomo ha sempre realizzato il possibile.

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