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Ivo Daalder, il "falco" liberale: Stati Uniti e NATO? Contro l’ONU

di byebyeunclesam - 21/07/2009

Olandese di nascita, Ivo Daalder è l’attuale rappresentate permanente (ambasciatore) degli Stati Uniti presso la NATO. Daalder si è fatto le ossa nei Balcani, occupando negli anni novanta sotto le presidenze Clinton il ruolo di direttore degli affari europei del Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Benché nominato da Clinton, egli criticò il suo presidente durante l’aggressione alla ex-Jugoslavia del 1999 a causa del mancato intervento terrestre.
Il giorno seguente a quello in cui Daalder è stato designato da Barack Obama quale ambasciatore alla NATO (11 marzo), un articolo apparso nella stampa olandese, definendolo un “falco liberale”, ha ricordato come egli fosse fra i firmatari della lettera che nel gennaio 2005 il Project for a New American Century (PNAC, uno dei “serbatoi di pensiero” artefici della politica estera statunitense durante le amministrazioni di George Bush) aveva inviato al Congresso richiedendo urgentemente l’aumento dei militari USA impiegati in Iraq. Nell’articolo si ricordava anche come Daalder avesse spesso scritto circa il diritto-dovere della cosiddetta “comunità internazionale” – traduzione: Stati Uniti e Gran Bretagna con vassalli e valvassini vari ed eventuali provenienti da un generico Occidente – di usare lo strumento militare sotto copertura umanitaria per intervenire in quei Paesi che “hanno mancato di adempiere le proprie responsabilità”.
Al momento della nomina, Daalder ricopriva il posto di docente di studi di politica estera presso la Brookings Institution; egli è, inoltre, membro del paramassonico Council on Foreign Relations (CFR) e dell’International Institute for Strategic Studies.
L’edizione cartacea di Russia Today ha commentato la sua designazione con le seguenti parole: “L’amministrazione Obama vede nella NATO il nucleo di un’organizzazione globale delle democrazie che prenderà il posto, eventualmente, delle Nazioni Unite. Washington desidera che la NATO si allarghi con l’ingresso di Paesi come Australia, Giappone, Brasile e Sudafrica e diventi un’organizzazione globale che si occupi non solo di questioni di sicurezza ma anche di epidemie e diritti umani… Il nuovo ambasciatore USA presso la NATO Ivo Daalder è un grande sostenitore di questa idea”.
Daalder, consigliere di Obama in politica estera durante la campagna presidenziale, è un forte promotore del cosiddetto Concerto delle Democrazie, presupposto del quale è l’idea che l’ONU sia un’istituzione ormai datata. L’origine del paradigma di Concerto delle Democrazie, sotto l’egida della NATO ed in opposizione all’ONU, può essere rinvenuta in un’editoriale apparso sul Washington Post del 23 maggio 2004 intitolato “Un’alleanza di democrazie”, scritto a quattro mani da Ivo Daalder e James Lindsay, allora vice presidente e direttore degli studi presso il CFR. Nell’articolo, gli autori non lasciavano alcun dubbio su quale sia l’istituzione da rimpiazzare con una NATO globale : “Un problema immediato è che le Nazioni Unite non sono in grado di fare la differenza. I suoi Caschi Blu possono agevolare il mantenimento della pace quando i cobelligeranti interrompono le ostilità. Ma, come abbiamo appreso nei Balcani, non possono sancire la pace dove essa non esiste. (…) Il problema più grande è che queste (dell’ONU, ndr) proposte di riforma non arrivano al cuore di ciò che affligge l’organizzazione: essa tratta gli Stati membri come egualmente sovrani a prescindere dal carattere dei loro governi. L’idea di eguale sovranità riflette una decisione assunta dai governi sessant’anni fa secondo la quale sarebbe stato meglio che essi non si fossero arrogati il diritto di intervenire negli affari interni degli altri. Questa scelta ormai non ha più senso. Oggi il rispetto per la sovranità statale dovrebbe essere condizionato da come gli Stati agiscono all’interno, non solo all’estero. Abbiamo bisogno di un’Alleanza di Stati Democratici. Questa organizzazione dovrebbe unire le nazioni con solide tradizioni democratiche, quali gli Stati Uniti e il Canada; i Paesi dell’Unione Europea; Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda ed Australia; India ed Israele; Botswana e Costa Rica.”

Imperterrito, Daalder ha offerto una replica due anni e mezzo dopo (12 ottobre 2006), questa volta in una vetrina generosamente concessagli dall’International Herald Tribune, pubblicazione gemella del New York Times (l’altro principale pilastro della “libera stampa” americana), in un articolo di cui era coautore con James Goldgeier, anch’egli appartenente al CFR.
Nel pezzo, intitolato “Per la sicurezza globale, espandere l’alleanza”, si afferma: “La NATO deve diventare più estesa e globale ammettendo ogni Stato democratico che abbia il desiderio e la capacità di contribuire all’adempimento delle nuove responsabilità dell’alleanza. Altri Paesi democratici condividono i valori della NATO e molti interessi comuni – inclusi Australia, Brasile, Giappone, India, Nuova Zelanda, Sudafrica e Corea del Sud – e tutti loro possono grandemente contribuire agli sforzi della NATO con l’offerta di forze militari aggiuntive o sostegno logistico…”. Il contributo è urgente perché “il dispositivo militare della NATO è assottigliato dalle molte nuove missioni che deve adempiere in Iraq ed in Afghanistan, così come in Sudan, Congo ed altri parti dell’Africa.”
Nel marzo 2007, parlando del progetto di scudo antimissile globale, l’allora vice Segretario di Stato statunitense John Rood dichiarò che i siti all’uopo individuati in Polonia e Repubblica Ceca “dovrebbero essere integrati con le installazioni radar esistenti nel Regno Unito ed in Groenlandia così come con gli intercettori di difesa missilistica in California ed Alaska”, aggiungendo che a quel tempo qualcosa come quattordici Paesi erano già coinvolti nei piani, inclusi “Australia, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Israele, India, Giappone, Olanda ed Ucraina. Anche Taiwan sta partecipando…”.
La correlazione fra i Paesi non NATO menzionati come membri del Concerto o Alleanza delle Democrazie sotto l’egida atlantica e quelli che si stanno integrando nel sistema globale di scudo antimissile è più che evidente.

[Sulla strategia statunitense per svuotare dall'interno le Nazioni Unite: Accordo segreto fra l'ONU e la NATO]