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Quando i sussidi all’agricoltura funzionano

di Luca Bernardini - 22/07/2009

 
 
 
 
Paesi del Sud del Mondo, dove i sussidi all’agricoltura sono cosa buona e giusta. Gli straordinari successi dei contadini del Malawi non sono una coincidenza. Fino a 4 anni fa un terzo dei 13 milioni di abitanti soffriva la fame e la metà viveva in estrema povertà. Utilizzando 60 milioni di dollari (una cifra non proprio astronomica) il Governo ha trasformato oggi il Paese in un importante esportatore di cereali. Il suo grano viene venduto alle nazioni vicine, tra cui lo Zimbabwe, un tempo considerato il granaio d’Africa.

Iniziato nel 2004, l’Agricultural Inputs Subsidy Program ha fornito buoni ai piccoli produttori per acquistare fertilizzanti e semi, mentre il Governo ha investito sui contadini proprietari di piccoli appezzamenti attraverso corsi di formazione e infrastrutture per l’irrigazione dei campi.
Lo Stato poi ha creato un fondo per acquistare una parte dei raccolti e stoccarli in vista di eventuali emergenze alimentari. In questo modo la nazione dovrebbe essere al sicuro da carestie puntando sull’autosufficienza, anziché ricorrere a importazioni o ad aiuti esterni.
Il Malawi ha scampato la tentazione di quella che nel continente viene chiamata “la mano invisibile”, cioè la liberalizzazione e privatizzazione di settori vulnerabili come l’agricoltura.

In molti Paesi poveri, quando lo stato ha smesso di intervenire a favore dell’acquisto di semi e fertilizzanti o ha smesso di stoccare una parte del raccolto in eccedenza, puntualmente il settore agricolo è entrato in profonda crisi. Primo perchè i privati locali, avendo scarsi capitali e risorse, non riescono a riempire il vuoto statale. Secondo, se intervengono i giganti dell’agribusiness dall’estero, si cancella l’agricoltura su piccola scala e le colture vengono focalizzate sull’esportazione, con gravi ripercussioni sul mercato interno e conseguenti emergenze alimentari.
Sono molti in Occidente ad aver spinto per una deregulation del settore agricolo nel Sud del Mondo, Wto in primis. Come ha detto l’ex presidente Usa Bill Clinton alla conferenza Onu sulla sicurezza alimentare: «Tutti ci abbiamo soffiato sopra».
Con queste politiche i piccoli stati vulnerabili come il Malawi sarebbero usciti perdenti. Ma questo Paese ha intrapreso una nuova strada, vincente: lo Stato sovvenziona e controlla il settore agricoltura (come hanno sempre fatto i Paesi ricchi del resto).




Fonte:
Daily Trust
Community.elds.org