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Mi ascolterà presidente? Sono certo di no, ma intanto ho almeno “sputato il rospo”

di Gianfranco La Grassa - 23/07/2009



Verrò preso per megalomane, ma non me ne sbatte nulla, perché la pazienza ha un limite: ancor
meglio detto, alla Totò, ogni limite ha la sua pazienza. E adesso siamo arrivati ad uno di questi limiti,
fra l’altro pericoloso per il nostro benessere ed un minimo di progresso, quello tanto aborrito dal
“ceto medio improduttivo” di sinistra, il più infetto ceto sociale ormai esistente da troppo tempo:
forse a causa del ’68, ma mi sembra più giusto dire del ’77 (anno d’inizio della totale degenerazione).
Nessuno ascolterà quello che dico, lo so bene: né sinistra né destra, né sopra né sotto. Però ho
un cervello per pensare ed una lingua per protestare, inveire, manifestare disgusto e disprezzo per
un andazzo che nessuno intende fermare.
Intanto, ricordo che nei drammatici anni di piombo, si cercò di dissestare il nostro paese con autentici
drammi: Piazza Fontana, Della Loggia, i treni, le Stazioni e altre “cosette” (cosone) varie.
Poi, approfittando del crollo del sedicente Impero del Male (edizione più vasta e importante degli
attuali Stati canaglia), con i vili e ributtanti servigi di coloro che erano già stati indegni comunisti –
e che poi si vendettero quasi per nulla – si usò una assai poco pulita operazione giudiziaria, patrocinata
dagli Usa e appoggiata dalla nostra Finanza e Confindustria, per far fuori uno schieramento politico
(e Andreotti e Craxi, ecc.) che, oggi lo capiamo, aveva mantenuto un minimo di autonomia
per l’Italia. Adesso, sappiamo anche di alcuni crimini commessi dal Mossad (ad esempio con
l’abbattimento dell’aereo Argo, ce lo dice Cossiga; e chissà perché in questo gli credo). Con gli ex
comunisti – ricordiamoci del Governo D’Alema – abbiamo toccato il fondo del servilismo, complici
di atti che spero si sappia come definire (viste tutte le conseguenze: massacri, l’uranio impoverito e
altri svariati “ammennicoli”).
Eravamo quindi già passati dal dramma degli attentati all’azione di apparati di Stato poco aderenti
al loro ufficio e lesivi degli interessi nazionali; adesso – dopo ulteriori tentativi di questi stessi
apparati contro chi aveva, quanto meno oggettivamente, ostacolato i progetti Usa e dei loro servi
italiani finanziari-confindutriali, usando dei rinnegati del comunismo – siamo arrivati alla farsa del
pecoreccio, delle luci rosse. Un disgusto totale non può non far salire il sangue agli occhi, e voglio
dire con chiarezza che gente simile, se fossimo – per nostra fortuna – in paesi seri come la Cina e la
Russia, sarebbe trattata senza mezze misure. Questo io vorrei da un nostro Governo, ma purtroppo
devo dire con chiarezza che l’Italia è un paese da operetta. Forse lei, signor Premier, non può agire
in un certo modo, data la situazione internazionale in cui siamo incardinati; ed è probabilmente assai
deteriorata pure quella nazionale, in cui per troppo tempo si sono lasciate libere di fare quello
che volevano finanza e Confindustria legate servilmente agli Usa. E quando si lascia – o si deve obbligatoriamente
lasciare – agire così vergognosamente simili settori sociali, anche dati apparati particolari
forse non funzionano più come dovrebbero in uno Stato che faccia rispettare i suoi interessi
nazionali.
Magari mi sbaglio, magari siamo invece dotati di apparati solo costituiti di tutti fedelissimi, ma
certamente si sono svolte vicende molto, molto, strane. Come possa una escort (altro termine ridicolo
per indicare una professione di lunghissima tradizione) entrare in un luogo, che doveva essere
protetto, per fare quello che ha fatto, qualcuno lo dovrebbe spiegare. E la stessa cosa dicasi per le
migliaia di foto di quel certo fotografo di cui non ricordo il nome. Tuttavia, non posso esimermi, in
quanto povero e inerme brontolone, dal criticare comunque lei, signor Premier, perché, se non si è
sicuri del proprio entourage, ci si comporta in modo molto più guardingo.
E poi il ruolo impone di essere più seri; non uggiosi o impacciati e privi di umorismo come Prodi
o D’Alema o Veltroni e Franceschini; per carità, sembrerebbe di stare in Convento. E’ però indispensabile
un po’ di aplomb. Tuttavia, quando una forza politica – la sinistra, ma anche un certo tipo
di destra smaccatamente filoamericana (e filoebraica) ben nota – arriva ad una tale mancanza di
argomenti e di progetti da scendere a livelli simili, allora è chiaro che in ogni caso il disgusto e il
disprezzo per tali bassezze supera anche il giudizio di poca serietà appena espresso. Né questo giu2
dizio né l’ostracismo irriducibile per l’infimo livello morale ormai mostrato dalla sinistra (e da quella
destra) può però far venire meno una considerazione assai più rilevante di ogni altra.
*****
Lei, signor Premier, vuol fare la fine di Craxi e Andreotti? Non so nulla di sondaggi; non so
quali siano quelli veritieri. Tuttavia, si vive di sondaggi? Una simile disperata e vergognosa campagna
di questi settori finanziario-industriali, e dei loro servi politici, ha o non ha successo solo se influenza
più o meno l’opinione pubblica? Si, certo, “mani pulite” servì anche ad influenzare
quest’ultima; ma vi è riuscita, anzi è stata lanciata per riuscire, in quanto era al servizio di precisi
interessi, molto potenti e cui Dc-Psi, una volta crollati il muro e l’Urss, non erano in grado di resistere.
Ben Ammar, credo suo amico signor Premier, ha finalmente messo il dito sulla piaga e detto
ciò che sta dietro tutta questa lercia manovra della sinistra e di parte della destra. Non ha nominato
espressamente i mandanti, gli Usa, ma è come se l’avesse fatto per uno che non abbia uno scarico di
sciacquone al posto del cervello.
Del resto, e sono pure rimasto sorpreso (piacevolmente), oggi a pag. 2 in basso a destra è riportato
su Libero un trafiletto (“La politica estera italiana ci preoccupa”), da cui riporto la dichiarazione
del nuovo ambasciatore americano fatta il 16 luglio: “Italia e Stati Uniti collaborano strettamente
su molti temi, tuttavia ci sono alcune posizioni della politica estera italiana che continuano a preoccuparci.
Se confermato, lavorerò col governo italiano per superare queste difficoltà”. Ed ecco il piacevolmente
sorprendente commento dell’articolista di Libero: “Quali siano queste differenze, Libero
lo ha evidenziato più volte. Il sospetto di un Obama non propriamente solidale con l’amicizia tra
Silvio e Putin, che più che negli affetti tocca l’America nel portafoglio con le strategie petrolifere
sbilanciate verso est [e che] ha addirittura fatto pensare a un asse tra il presidente Usa e Gorbaciov
per frenare i nuovi equilibri geopolitici disegnati dal Cavaliere”.
Ha ben capito, signor Premier, come ormai tutto quadra? Gorbaciov, che aveva ridotto in polpette
l’Urss poi risollevata (pur se ridotta a Russia) da Putin (“amico di Silvio”, cioè suo), sarebbe
complice degli Stati Uniti. Proprio quel Gorbaciov che – per i settori di “sinistra radicale” del Pci,
quelli dimostratisi più venduti al momento opportuno – stava rilanciando un “socialismo nella democrazia”
(americana!). Certa gente, almeno idealmente, va processata per alto tradimento e fucilata
alla schiena con benda nera sugli occhi! Questa è la sinistra italiana ex piciista; questa è la destra
che crede di rifarsi una verginità rinnegando alla stessa guisa il suo passato. Questi sono i nemici
acerrimi del paese, ma in rappresentanza della finanza-industria, che già fu rapidissima a tradire nel
1943 e che sempre ci tradirà per i suoi interessi di casta, con tutta la sua stampa, i suoi media, lo
schifoso ceto intellettuale e giornalistico al suo soldo.
E allora, per favore, parli anche lei, signor Premier; la smetta di far finta di credere che la sinistra
– e quelli intorno a lei, non li nomina mai? – agisca in proprio; cosa volete che facciano questi
laidi personaggi e quell’altro che a suo tempo comandò “mani pulite”? Nulla combinerebbero, se
non ci fossero dietro “i veri potenti”, con tutti i loro complici, di cui la UE è piena zeppa. Segua
Ben Ammar e Libero e ci dica infine, magari “a reti unificate”, qual è il reale complotto (che non
chiamerei però così, perché lo si svilisce ad azione di un piccolo gruppo; lei sa che non è questo,
che è uno scontro internazionale complesso e vasto e di lunga durata).
Deve forse attaccare direttamente gli Usa, e Obama in primo luogo, che sorride davanti e dietro
“lo mette…..”, mentre Bush si presentava faccia a faccia perché ancora credeva di essere non solo il
primo, ma l’unico potente al mondo (aveva fra l’altro sopravvalutato Gorbaciov e Eltsin e la loro
opera di devastazione)? No, non è costretto ad agire in cotal guisa. Siamo amici degli Stati Uniti,
Obama è un “buon presidente”, uno con cui l’amicizia diverrà sempre più salda e sincera. Sono tesi
che può sostenere tranquillamente, fregandosene di coloro che – essendo i veri servi degli Usa –
l’accuseranno di filoamericanismo (il ladro, quando scappa, grida sempre “al ladro!”). L’importante
è chiarire però che ci sono certi “ambienti internazionali” (si usa sempre questa simpatica espres3
sione che dice in fondo tutto pur sembrando dire niente) in forte, e viscida (perché nascosta dietro
reggiseni e mutande1), opposizione alla nostra politica estera, ai nostri interessi.
Dica pure che, nel mentre è sottoposto all’attacco da parte dell’estero – quello che guarda ad “ovest”
– lei subisce pure un concentrico attacco all’interno, da parte della finanza-industria parassite
guidate da Fiat-Intesa-Unicredit (faccio tre nomi su non so quanti possibili). Perché certamente la
sinistra, e certa destra che lei ha “beneficato” in passato (per suo interesse, è ovvio e giusto), sono le
punte avanzate dell’aggressione a suon di trombate (con assenza di protezione), di bellezze disponibili
(fresche o un po’ sfiorite), ecc. Però non ci si può scordare da chi essa proviene: certi ambienti
economici legati agli Usa, in quanto settori del capitalismo italiano arretrato e dunque quinte colonne
(tipo Fiat) di quello ben più avanzato. Non lo dica però così, papale papale; affermi solo che ben
individuabili ambienti economici (sostenuti da quelli politici) italiani e “internazionali” sono contrari
a che si perseguano i nostri interessi verso “est” e verso certi paesi arabi. Semmai, così di sfuggita,
ricordi il precedente dell’Eni di Mattei; chi ha testa, capirà.
Senza tanta pubblicità, faccia le opportune mosse nei confronti della Authority per l’energia
(rinvio all’articolo di G.P. per la “bella” funzione svolta da questa “benemerita” istituzione contro
l’Eni e, naturalmente, “a favore dei consumatori”; quanti delitti in nome di questi poveretti!). E, dato
che ci siamo, vogliamo un po’ “regolamentare” anche le associazioni di questi consumatori? A
che cosa servono? Sono spesso, non dico solo, pistole puntate contro i produttori per conto delle
forze che desiderano appunto la nostra “condiscendenza” verso i suddetti “ambienti internazionali”.
Poi c’è il grosso problema dei “corpi speciali”. Credo che i più urgenti da sistemare siano i sedicenti
“Servizi” (di “intelligence”; l’importante è che non lo siano con il nemico). Per carità, non me ne
intendo e credo siano un intrico non facile da sbrogliare. E’ però proprio impossibile metterli alle
dipendenze di un unico organismo fortemente controllato politicamente? Ovviamente da politici garantiti
per la loro fedeltà agli interessi nostri e non di “ambienti internazionali”. Semmai, ci si rivolga
a Cossiga; e lo dico senza alcuna ironia, perché non sono di quelli che hanno ancora nella zucca
il fatidico “Kossiga”; basta, per carità.
Poi ci sono Esercito, Polizia, Carabinieri e non so quanti altri corpi. Ripeto che non sono un esperto
di simili problemi; non distinguo le divise né i gradi. Però, lei avrà dei conoscitori di tali aree
statali; e anche dei consiglieri minimamente fidati, cui chiedere come riorganizzare certi apparati in
modo da procedere con un po’ di minor affanno nel mare procelloso dei prossimi anni. Certamente,
il precedente di Gorbaciov, assurto alla più alta carica in Urss per mandarla a fondo, non è incoraggiante;
tuttavia, dovrebbe essere di sprone a fare meglio. L’importante è che decida se vuol passare
alla storia come uno che ha fatto qualcosa di importante per l’Italia o se alla fine accetta di fare la
malinconica fine degli uomini della prima Repubblica. Andreotti, ad esempio, è uscito da quel mare
di accuse che non erano affatto quelle che dovevano essergli rivolte – non giudiziariamente, bensì
politicamente – ma in “dolce” tramonto; e dopo almeno dieci anni d’inferno. Quando morirà, sono
certo che i funerali saranno con tutti gli onori e verrà iscritto, non però nel cuore degli italiani, come
una sorta di “padre della Patria” o qualcosa di non lontano da ciò (se gli sopravviverò, impresa non
facile, mi attendo già giganteschi fiumi e cascate di retorica).
Lei non ha alcuna possibilità di ottenere nemmeno questo trattamento. Quindi, diventi cattivo e
si faccia valere con durezza; e non solo nei confronti dei sicari – sinistra e quella destra – ma soprattutto
verso i mandanti: sia pure “dolce” (ipocritamente) verso gli Stati Uniti, ma pesti forte su
certi settori finanziario-industriali subordinati agli “ambienti internazionali”. Lasci stare i sondaggi;
delle solide punizioni rendono il nemico più malleabile e docile. Il baccalà va battuto di brutto, altrimenti
non diventa mai morbido e poi resta sullo stomaco per quanto lo si cucini. Si può contare
sulla sua comprensione? Sono certo di no, ma intanto ho almeno “sputato il rospo”.

1 Un giornale spagnolo, leggo, ha addirittura rivelato lo “sconvolgente” particolare che Berlusconi è andato (mi sembra)
con la Daddario senza usare il preservativo; che si tratti in definitiva di una vera critica politica (criptica) contro un progetto
(ancora nascosto) di proibirne la vendita per ingraziarsi il Papa e i cattolici? Ma pensate a quali livelli stanno
scendendo questi invasati pur di contrastare le nostre politiche in campo internazionale (ed energetico)!