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Cancro e ambiente: il più drammatico dei matrimoni

di Elisabeth Zoja - 27/07/2009

L’incredibile aumento di persone colpite da tumori negli ultimi 30 anni è dovuto anche all’inquinamento di aria, acqua, alimenti… Non è però ancora chiaro quanto sia determinante il fattore ambientale. Nel frattempo le agenzie sanitarie consigliano di limitare l’esposizione a sostanze pericolose.

 

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L’incredibile aumento di persone colpite da tumori negli ultimi 30 anni è dovuto anche all’inquinamento di aria, acqua, alimenti. Non è però ancora chiaro quanto sia determinante il fattore ambientale
Il 10-15% delle vittime affette dal cancro ai polmoni non ha mai toccato una sigaretta. Tra i cancerogeni dimostrati non vi sono solo tabacco e alcool, ma anche amianto, radiazioni, e metalli pesanti (contenuti spesso nei pesci che mangiamo).

 

Vi sono, inoltre, fattori possibilmente cancerogeni ancora discussi, come l’inquinamento atmosferico, i pesticidi, i solventi e i campi elettromagnetici. L’aumento della concentrazione di questi fattori su gran parte del pianeta spiegherebbe questa statistica: dal 1980 al 2005 gli uomini colpiti dal cancro sono aumentati del 35% e le donne del 43%.

I tumori colpiscono polmoni, fegato, reni, pelle, ma soprattutto prostata e seno. Si tratta di un aumento che, secondo gli esperti, non può essere legato soltanto con la crescita dell’età media della popolazione.

Le statistiche parlano chiaro, il numero delle vittime cresce in modo esponenziale. In Italia vi sono 36.000 nuovi casi ogni anno. Determinare l’incidenza del fattore ambientale, però, non è così semplice. Gli esperti discutono ancora molto senza trovare un accordo. Il PNSE francese (Piano nazionale salute e ambiente) indicava nel 2008 che “dal 7% al 20% dei tumori siano imputabili a fattori ambientali." Secondo il cancerologo Dominique Belpomme, invece, "dall' 80% al 90% dei cancri sono causati dalla degradazione del nostro ambiente”.

All'inizio del mese di luglio è uscito un rapporto dell’Afsset (Agenzia francese di sicurezza sanitaria, ambiente e lavoro) che raccomanda molto la precauzione. Qualunque siano le percentuali e i rischi per ora riscontrabili, “non bisogna attendere le certezze per agire” spiega il professor Gérard Lafargues, che dirige le ricerche su salute e ambiente. L’agenzia consiglia di ridurre l’esposizione a tutti i fattori, anche a quelli ancora discussi. Lafargues spiega, inoltre, che “la priorità deve venir concessa a coloro che accumulano esposizioni durante il lavoro, e a chi ha età sensibili, come feti e anziani”.

L’Afsset sconsiglia inoltre di catalogare le sostanze sospette in “cancerogeno” o “non cancerogeno”. Va tenuto conto del rischio legato all’insieme delle esposizioni: bisogna tentare di capire la tossicità di una sostanza, ma soprattutto le sue possibili interazioni con altri fattori.

La maggior parte dei tumori infatti, hanno un'origine multifattoriale.