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Il Sud sarà la tomba del sistema?

di Nando Dicè - 29/07/2009

Al sud serve un Duce, un Lenin, un Chavez? Al Sud serve una rivoluzione? Serve un Capo serio, che dica le cose cosi come stanno? Per anni tutti i maestri ci hanno detto che l’uomo per crescere deve aprire gli occhi per riuscire a vedere una realtà che gli è nascosta. Per farci vedere la realtà ci hanno proposto una nuova vita, un nuovo nome, di rinascere con gli occhi aperti alla vera realtà. Ma, da scemo, mi sono sempre chiesto: non sarebbero bastati solo gli occhi nuovi o, semplicemente, non sarebbe bastato aprire gli occhi? Forse si, forse no: ad alcuni la realtà non piace, non la vogliono accettare. Non è da tutti capire che si è schiavi. Molti in realtà vorrebbero giocare alla realtà. Molti vorrebbero un Duce a Sovranità Limitata, una S.R.L. della rivoluzione. “Vincere e vinceremo” se la banca ci dà il mutuo. Spezzeremo le reni alla Grecia “se il direttore di banca ci da il fido”.

atlante-sud_-fondo-magazineLa cinematografia è l’arma più forte. Se le aziende della distribuzione ce lo consentono e non ci fanno fare la fine del film Li chiamarono Briganti di Pasquale Squiteri che gira clandestinamente solo perché dice la verità su questa merda di Unità d’Italia. E quelli che vogliono restaurare l’impero romano con il parere positivo della sovrintendenza o l’internazionale comunista con l’avallo della Coca cola? Dove li mettiamo?

Il materialismo dialettico si è trasformato in Coop Rosse dal prestito facile ai sinistrorsi. Il Dio Ateo e materialista viene onorato nelle banche, in cui l’altare è stato sacrificato alla Cassa, in cui fare la fila per pagare col sacrificio della nostra vita un debito di sangue e sudore.

Eppure è cosi facile, è cosi semplice. Chi ha i soldi, ha fatto in modo che i soldi dominassero il mondo, convincendo tutti che la nostra vita è una partita di giro in cui al cassiere, come ai pianisti dei saloon, non si può sparare.

L’ambiente è soldi, il tempo è denaro, l’amore è un contratto, l’amicizia è un dare ed un avere e nel frattempo l’unica cosa che ha veramente valore, perché inesorabilmente scorre, volge al tramonto. La nostra vita. La nostra vita da schiavi, innamorati della nostra libertà di decidere se, nella nostra cella, il letto lo mettiamo a destra o a sinistra.

Oggi ad occhi aperti non si può stare, nessuno in Matrix conosce Morpheus, nessuno in matrix conosce matrix, eppure Matrix c’è. Non solo per la politica, non solo per i soldi, per dio, per l’amore, ma per tutto.

Odio i rivoluzionari dal duce facile, li odio profondamente, come uno scemo. Quelli che ti dicono che c’è il FMI, che è troppo potente e che non si può fare niente. Li odio quando parlano di signoraggio perché spostano il nemico in una posizione irraggiungibile, da fuori e da dentro matrix. Odio i Duci che se la prendono con il beldemberg, con la commissione trilaterale, con la congiura mondialista e che non sono mai capaci di picchiare a sangue il consigliere di quartiere che consapevolmente o inconsapevolmente applica la diffusione di matrix sin dentro le loro mutande, con i preservativi alla fragola fatti da bambini di 12 anni in qualche paese africano. Li odio. Non c’è nessun potere tanto forte e lontano che non sia costretto ad agire attraverso gli uomini che abitano a 50 metri da noi o a 100 passi. E odio pure quelli che vogliono un duce, solo per dirgli che non è stato all’altezza e lavarsi la coscienza.

Ma ci vuole un Duce o un Lenin per “Sparare al pianista”? No! Sicuramente no, ci vogliono solo uomini dagli occhi e dalle orecchie aperte. Almeno saranno costretti a cambiare musica. Ma il pianista è innocente, direte voi? Certo, come erano innocenti chi è morto per il cancro all’amianto, per usura, per sfruttamento, per guerre in nome e per conto altrui. Come muore la dignità del mio popolo che continua a subire minaccie, umiliazioni ed emigrazioni. Non è innocente il mio popolo? O siamo talmente “liberi” da essere innocenti o colpevoli solo se lo dice la televisione?

Noi scemi abbiamo acceso una miccia, una miccia che alimentata da odio, umiliazioni, valige di cartone e rancore è lunga 150 anni e che oggi sta per far esplodere il Sud, sta per esplodere sotto le poltrone dei nostri aguzzini. Facciamo in modo che non muoiano sempre gli stessi, stiamo lontani dal punto di deflagrazione. Non c’è bisogno di duci, per capire che la vicinanza a questi signori non vale la nostra vita!

 

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