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Bimbi da consumo, la mercificazione dell'infanzia

di Giulia Bolognini - 30/07/2009

 

FIUGGI - Come con un topolino, una piccola cavia. Il marketing studia i neuroni del bambino e li manipola per fargli comprare di tutto, dal cibo-spazzatura con il libro pop-up agli zainetti con le Bratz. “Consuming Kids: the commercialization of childhood”, con la regia di Adriana Barbaro e Jeremy Earp, è un documentario shock che solleva non pochi interrogativi etici.

 

L’industria per bambini, solo in America, frutta 40 miliardi di dollari l’anno (la somma dell’economia dei 12 Paesi più poveri del mondo). Ecco perché i più piccoli sono bombardati in media da 300 spot al giorno che viaggiano attraverso dvd, Internet, I-pod e cellulari.


Tutto incomincia negli anni Ottanta, quando si liberalizzano le televisioni per bambini e si fanno programmi solo per vendere un giocattolo. Da Hi-man o le Tartarughe Ninja nascono migliaia di gadget tanto che George Lucas, il regista di “Guerre stellari”, arriverà a dire: «Non sono un regista, ma un giocattolaio».


Oggi, ancora di più, si ficcano gli idoli dei bambini dappertutto. Il documentario rende l’idea di questa deregulation nel “product placement”, mixando varie pubblicità (tutte vere). In questo docu-film anche un jingle acquista un’aria inquietante, perché è visto nelle sue reali intenzioni.


Le tecniche persuasive si affinano sempre più, sfruttando ricerche psicologiche e antropologiche. Il “neuromarketing” sottopone i bambini alla risonanza per sondare i loro stimoli davanti a un messaggio pubblicitario. Il “blink test” studia quante volte sbattono le palpebre per comprare i loro sogni.


Il problema è questo. La “pubblicità simbolica” vende valori (illusori), non solo prodotti.

Se a dieci anni possiedi un paio di jeans griffati da 150 euro, sei più cool e felice. Così le bambine diventano teen-ager prima del tempo, smozzicando la loro infanzia tra unghie laccate e minigonne proprio come le Bratz o le Winx o, peggio ancora, le modelline-baby delle case di moda. Un documentario che fa riflettere.

 

Fonte: www.dazebao.org.

Titolo originale: Fiuggifamilyfestival. Un documentario shock sull’industria dell’infanzia