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Allevamenti industriali: fabbriche di virus

di Paolo De Gregorio - 29/08/2009


Non mi stanco di denunciare le follie del modo industriale e globalizzato di
produrre i cibi di cui ci nutriamo, il modo intensivo di produrre le carni, con
centinaia di migliaia di maiali, vitelli o polli reclusi e stipati in gabbie,
nutriti e abbeverati con sistemi automatici, cresciuti a forza di antibiotici
per prevenire le malattie e aumentare il peso (il 70% degli antibiotici
impiegati negli Stati Uniti viene somministrato ad animali sani per contrastare
gli effetti della scarsità di igiene e del sovraffollamento).

Da queste condizioni di estrema concentrazione e di scarsa igiene, stanno
nascendo virus nuovi, che già uccidono le persone. I CDC (Center for Diseases
Control) stimano che ogni anno due milioni di persone contraggono una infezione
resistente agli antibiotici e 80.000 ne muoiono.
Oggi i sistemi industriali di gestione degli animali e dei liquami degli
allevamenti sono una pericolosissima bomba ecologica che può colpire
soprattutto quel miliardo di esseri umani, soprattutto in Africa e Asia,
concentrati nelle periferie urbane, in condizioni biologicamente vulnerabili 
(malnutriti) e in condizioni igienico sanitarie pessime, non raggiungibili da
vaccini o medicine.
Le multinazionali che in maggioranza gestiscono queste imprese parlano di una
domanda di mercato delle carni in grande aumento e questo è il metodo per
soddisfare la richiesta.

Come al solito, la grande assente è la politica che, quando si tratta di
mettere regole alla economia, guarda da un’altra parte, non previene i
disastri, e poi accolla alla spesa pubblica il peso dei danni che potevano
essere evitati.
La crisi finanziaria, nata negli USA dalle truffe di istituti di credito ai
danni di istituzioni finanziarie di mezzo mondo, è nata dal non rispetto delle
regole (la famosa deregulation), dalla mancanza dei controlli delle istituzioni
politiche, e poi i soldi per rimediare sono venuti fuori dai bilanci dello
Stato.
I truffatori e i fabbricatori di virus possono dormire tranquilli, le sorti
del mondo le decidono loro.

Chi parla di contenimento delle nascite, sviluppo sostenibile,
autosufficienza alimentare ed energetica di ogni nazione, fonti rinnovabili,
piccolo e diffuso modo di produrre sia cibi che energia, è solo un innocente
sognatore, e non so quanto tempo ancora ci vorrà per capire che è questa l’
unica strada da percorrere.
Ma capitalisti e preti sono in trincea affinché nulla cambi, e noi siamo
liberi di crepare di qualche “pandemia”, magari programmata, dove si salvano
solo i più ricchi.