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Afghanistan, una guerra impopolare

di Enrico Piovesana - 01/09/2009





Nell'opinione pubblica occidentale cresce l'opposizione alla guerra, ma i governi si preparano a inviare più truppe

Il nuovo comandante delle forze d'occupazione Nato in Afghanistan, il generale Usa Stanley McChrystal, ha inviato ieri al Pentagono l'atteso rapporto sull'andamento della guerra, sollecitando un urgente cambiamento di strategia - non è ancora dato sapere quale - che prelude alla richiesta di ulteriori rinforzi: almeno altri 20 mila soldati che dovranno essere spediti al fronte dagli Stati Uniti ma anche dagli alleati, Italia compresa.

Questa domanda di rinforzi, che secondo indiscrezioni verrà formalizzata a fine settembre, si scontra con la crescente impopolarità di questa guerra, che in otto anni è costata la vita a 1.350 militari occidentali (la metà dei quali negli ultimi venti mesi) e ad almeno 40 mila afgani (di cui oltre 10 mila civili), con risultati a dir poco fallimentari: i talebani sono tornati a controllare i tre quarti del Paese, la ricostruzione si è fermata nel 2005, la popolazione continua a vivere nella povertà più estrema, la corruzione dilaga a ogni livello, i diritti civili e quelli delle donne sono calpestati ogni giorno di più, la produzione di droga ha superato ogni record storico e la democrazia ‘importata' dall'Occidente non ha minimante intaccato lo strapotere feudale dei signori della guerra e dei capi tribali.

Risultati che, agli occhi delle opinioni pubbliche occidentali, non giustificano più i costi umani ed economici di questa guerra, né tanto meno un loro incremento. Negli Stati Uniti la percentuale dei contrari alla guerra in Afghanistan ha superato, per la prima volta dal 2001, quello dei favorevoli, scesi al 47 percento secondo un sondaggio del Washington Post e della Abc News, addirittura al 41 percento secondo un altro sondaggio della Cnn. In Gran Bretagna, secondo un sondaggio commissionato dal Daily Telegraph, il 62 percento della popolazione vuole il ritiro delle truppe. Lo stesso chiedono il 56 percento degli italiani, secondo un sondaggio realizzato un mese fa dall'Istituto Ipr Marketing per conto di Repubblica.it, il quale ha rivelato che 7 italiani su 10 sono contrari all'invio di nuove truppe.

Indifferenti all'opinione della maggioranza dei loro cittadini, i governi occidentali non cambiano idea: l'occupazione dell'Afghanistan continua, costi quel che costi. Forse anche dalle nostre parti la democrazia sta perdendo colpi.