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Crolla o non crolla?

di Felice Capretta - 16/09/2009

Fonte: informazionescorretta




Proprio oggi, nell’anniversario della caduta degli dei, mentre ricordiamo la fine di Lehman Brothers, vogliamo proporvi qualche riflessione sul tema caldo degli ultimi tempi: crolla o non crolla?

Non lo troverete sui giornali ne' in televisione, probabilmente troppo occupata con Miss Italia.

(Ehi guarda, una capretta con la corona e lo scettro)

Bene.

Su queste colonne, soprattutto nei commenti, gli affezionati lettori si sono storicamente divisi in due gruppi:

  • I “continuatori”, cioè quelli che il rischio sistemico è ormai scongiurato, il LEAP ed i suoi GEAB avevano torto, capretta ha citato e tradotto delle boiate, e Felice e gli affezionati lettori sono tutti un po’ come testimoni di geova che predicevano la fine del mondo nel 1973.

    La mostruosa somministrazione di liquidità ha avuto successo e con gli anni sarà riassorbita. Le crisi vanno e vengono, questa è arrivata e forse già nel 2010 andrà via. Altre ne arriveranno.

  • I “rinnovatori”: quelli che il rischio sistemico è ancora lì che pende sull’intero pianeta, con gli USA e l’economia mondiale praticamente zombificati a causa della mostruosa somministrazione di liquidità proprio in punto di morte. Restano comunque lì, a un passo dal baratro. La ripresa è stata solo effetto della speculazione sui mercati, sostanzialmente artificiale. Verrà il momento della resa dei conti con un drastico ridimensionamento o con fine del sistema economico nel suo complesso. Tra questi, i più estremisti fortificano il loro borgo e si attrezzano per l’autosufficienza :- )

Gli affezionatissimi non avranno certo mancato di notare che la nostra posizione, a livello di opinione personale, pende a favore dei rinnovatori.


I fatti fino ad oggi

Dall’anno scorso, fino a giugno di quest'anno circa, tutti gli indicatori econonici puntavano in quella direzione.

A saper percepire i segnali giusti, era da molti anni che gli indicatori puntavano in quella direzione. E a guardare nel lunghissimo periodo, alcuni hanno individuato una possibile tendenza millenaria che puntava in quella direzione.

In quella direzione, comunque, c’era un grande cartello con un grosso calendario, con una grande X rossa sopra una data: la fine dell’estate 2009.

Ora ci siamo. Quasi. Per il momento pero’ sembra che qualcosa si sia inceppato.

1. La fine dell’estate è vicina e per il momento non sembrano esserci segnali evidenti di default degli USA o altri scenari economicamente apocalittici.

2. La borsa quest’estate ha tirato parecchio, alcuni indici hanno registrato +55% da marzo ad agosto.

3. Ciononostante, la disoccupazione in Spagna rasenta il 20% e negli USA sfiora il 10%.

Amiamo parlare dei fatti, come sapete.

Dei tre fatti citati sopra, senza scomodare pil, inflazione, deflazione e altri indicatori economici che forse non sono più molto fedeli, due sembrano dimostrare una certa inversione di tendenza, o quantomento un certo rallentamento della caduta verticale.

Questo ha fatto cantare vittoria ai Continuatori e sta procurando non pochi grattacapi ai Rinnovatori.

Molti Rinnovatori, sottoscritto caprino compreso, iniziano a chiedersi se forse non si sono sbagliati, e se le misure estreme di politica economica in realtà siano servite a qualcosa.

Se non altro, forse sono servite a rimandare in là di qualche anno, o di qualche decennio, o forse per sempre, il botto finale.

(alcuni affezionati lettori Continuatori staranno sicuramente provando piacere fisico nel leggere queste righe)


Perchè non scoppierà

L’altro giorno parlavamo con un amico esperto di economia, finanza e trading. Convinto Rinnovatore, ha iniziato a chiedersi se, forse, questo sistema drogato di debito in realtà forse poteva riuscire a tenere.

Ci esponeva questo possibile scenario, che vale la pena prendere in considerazione

Gli USA ed il mondo occidentale hanno superato il grande shock di liquidità dell’anno scorso creando tonnellate di debito che hanno generato migliaia di tonnellate di valuta. Gli USA in primis dovranno prima o poi ripagare questo debito astronomico, e non è una operazione che possono fare ai prezzi correnti, come ammise Barack Obama a suo tempo.

Come uscirne?

  • Fare default è molto rischioso, perchè i paesi creditori, Cina in primis, lo prenderebbero come un atto ostile, oltre a trovarsi con le tasche improvvisamente mezze vuote (si veda “la grande fuga della cina dal dollaro”). Equivale militarmente all’opzione nucleare.
  • Ugualmente, iperinflazionare è estremamente rischioso per gli stessi motivi di cui sopra, solo che l’iperinflazione sarebbe un processo più lento del default e non improvviso. Equivale ad una guerra condotta con armi convenzionali.
  • La persona in questione suggeriva invece un tasso di inflazione negli USA consistente, ma non iperinflattivo, diciamo un 8-10%, fino anche al 15%-18% annuo, cifre che abbiamo visto anche in Italia negli anni '80. Tutto sommato non si stava male, salvo dover spendere cifre consistenti per i beni importati dall’estero e vedersi bruciare i risparmi ed erodere il potere di acquisto. Ma niente di paragonabile ad una Grande Depressione.
Secondo questa terza opzione, gli USA riuscirebbero a dilavare il debito nell’inflazione nel corso di molti anni. In quegli stessi anni, il dollaro perderebbe valore su tutte le altre monete.

I paesi creditori, Cina in primis, pagherebbero rate annuali piuttosto alte.

Quest'ultima
soluzione proposta equivale alla guerriglia.

Quale merce di scambio potrebbe soddisfare almeno in parte i paesi creditori da una tale perdita? Semplice: una nuova valuta di riserva internazionale, in sostituzione del dollaro, in cui le loro valute hanno un peso consistente rispetto al dollaro.

Il FMI ha già aperto la strada con emissioni di bond in SDR, così come i paesi del BRIC hanno espresso la loro volontà di creare una nuova valuta di riserva mondiale che rispecchi il peso delle loro valute a scapito del dollaro.

Ricordiamo che il paese che emette la valuta di riserva mondiale è il paese che domina l’economia mondiale (si veda questo nostro post a partire dal titolo “Il Gioco”).

Dunque il dollaro perderebbe la sua posizione di valuta di riserva internazionale, in favore di una nuova valuta mondiale come gli SDR del FMI, espressa come paniere di valute in cui assumerebbero sempre maggior valore le valute dei paesi creditori degli USA, Cina con il suo Yuan in primis.

Nel lungo periodo, l’economia americana andrà a ridimensionarsi, in favore delle nuove economie del Bric che domineranno la scena mondiale fino alla prossima Grande Crisi, e così via.


Perchè forse non crollerà

L’analisi è un sentiero possibile. Ma non è il solo. Perchè a livello macroeconomico l’analisi è corretta, ma ci sono implicazioni geopolitiche di massima rilevanza.

Gli Stati Uniti hanno giò dimostrato di non voler perdere il loro ruolo come Dominatore del Gioco e di conseguenza non vogliono che il Dollaro perda il suo ruolo come valuta di riserva internazionale.

Inoltre non è ben chiaro, nè è certo, che quel ritmo di inflazione sia sostenibile.

A quei tassi di inflazione, e se il dollaro sarà sostituito da una valuta di riserva internazionale, il petrolio potrebbe costare molti, troppi dollari.

Washington potrebbe avere seri problemi a procurarsi il petrolio su cui ancora si fonda la sua società. Potrebbe a quel punto emettere altro debito e stampare altri dollari, ma a quel punto la strada dell’iperinflazione è segnata, il che ci riporta agli scenari peggiori.

Senza contare che una inflazione alta può essere sostenuta da tassi bassi, ma i tassi americani sono già praticamente a zero.

La Fed seguirà le orme dela banca centrale svedese nel territorio inesplorato dei tassi negativi?



Perchè, nonostante tutto, comunque crollerà

In ogni caso, per quanto le banche centrali siano riuscite a tamponare l’emergenza, le cifre messe in gioco sono talmente enormi che devono necessariamente provocare uno squilibrio.

Così, la mostruosa quantità di liquido immesso nel sistema non è facilmente controllabile nei suoi effetti sull’economia.

E’ come guidare a 200 km/h su una piccola auto turbo, su una strada strettissima ma dritta, con a destra la montagna e a sinistra lo strapiombo sul mare. Le forze in gioco sono così grandi che basta un minimo imprevisto per provocare la carambola.

O, se preferite il cielo e le stelle, è come fare un viaggio sullo Space Shuttle e tornare: le possibilità di rientrare alla base solo feriti sono minime, data l’entità delle forze in gioco.

Riteniamo personalmente che alla guida dell’auto ci sia un branco di pazzi sconsiderati, che non ha a cuore il benessere del paese e della popolazione o delle imprese, ma esclusivamente prende del decisioni sulla base degli scopi che gli vengono dettati dai gruppi di potere via via al comando.

Il tutto, possibilmente senza perdere il posto di lavoro nè trovarsi la rivoluzione sotto casa.

Personalmente non mi sentirei molto sicuro come passeggero.

A nostro avviso, le contromisure messe in atto per “salvare” l’economia hanno avuto l’unico effetto di rimandare un po’ più in là il tracollo del sistema.

Perchè...

  • Prima o poi gli “stimoli” finiranno perchè non sono sostenibili.
  • Non si spegne un rogo di dollari con altri dollari.
  • Non si usano le stesse leve che hanno portato a un passo dall’apocalisse per fare passi indietro.
  • Le grandi banche americane sono tecnicamente insolventi ma sono state per ora salvate, mentre le piccole banche e le aziende “reali” continuano a fallire.
  • Tra i mille altri motivi, troppo lunghi per un post, ricordiamo soprattutto che sono molte le crisi tutte convergenti che non sono solo economiche, ma anche ambientali, sociali, culturali. E vanno tutte nella stessa direzione.

Non sappiamo come sarà il futuro.

Possiamo solo formulare delle opinioni personali.

Per ora il sistema ha tenuto ed il crollo verticale, ad un anno di distanza, è stato evitato o più probabilmente rimandato. Sarà un botto improvviso o sarà una lunga discesa, con o senza frenate, non è rilevante. Probabilmente quella passata sarà davvero ricordata come l'ultima estate di prosperità, o la penultima, non cambia molto.

Perchè a nostro avviso sono i fondamentali dell’economia e della società ad averci portati a questo punto, e non possono essere cambiati con una grossa stampata di dollari.

Nei prossimi giorni vedremo cosa ci racconta il LEAP.

Dibattito aperto tra i commenti.

Saluti felici