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Bugiardi, bugiardi, solo bugiardi

di Gianfranco La Grassa - 21/09/2009

Leggere la stampa e ascoltare le dichiarazioni dei politici, compresa la Chiesa e la “più alta carica
della Repubblica”, fa venire il mal di mare. Guarda caso, le uniche dichiarazioni appena leggibili
(ma proprio appena) sono di Bossi, Berlusconi, Frattini….e forse di qualche altro che però non ho
allora avuto il piacere di leggere.
Si è sfoderato da più parti, per definire certi commenti in effetti insensati sugli ultimi avvenimenti
drammatici, il solito detto circa “la madre dei cretini…ecc.”. Non metto in dubbio che
all’estrema sinistra (un’etichetta che si usa ormai solo per indicare i più sciocchi, ma tutto sommato
ingenui) ci sono molti analfabeti in politica. E’ del tutto inopportuno fare dello spirito del tipo “abbiamo
fatto 6” oppure “mi sarei accontentato anche di un 5+1”. Si tratta appunto di cretini e credo
proprio non rappresentino un pericolo per nessuno; per cui invitare, come fa ad esempio un Feltri,
gli organi di polizia e sicurezza in generale a vigilare e, sottinteso, a reprimere, indica la pura volontà
di approfittare dell’emozione del momento per imbavagliare anche chi intende ragionare, senza
astio o rancori infantili da sfogare, ma con precisa indignazione per il clima tipico creato da quel
falso “patriottismo” marchiato per sempre dal ben noto aforisma di Samuel Johnson: “il patriottismo
è l’ultimo rifugio di una canaglia (o farabutto, a seconda delle traduzioni)”.
In realtà, ad essere sempre incinta è la madre dei bugiardi e degli ipocriti. Impossibile elencare
tutte le menzogne anche solo dell’ultimo mezzo secolo; siamo vissuti sempre in un tessuto di ipocrite
bugie e di deformazioni della realtà, in una nebbia densa e male odorante rarissimamente diradatasi
per farci intravedere, per un attimo, qualche sbiadito profilo della verità. Cito alcuni casi fra i
più recenti (o meno lontani). Il genocidio dei kosovari – i partigiani dell’Uck finanziati dagli Usa
(come adesso i “democratici” iraniani) – scusa principe per l’aggressione ad un paese debole, cui
partecipò un Governo italiano “di sinistra” (ricorderemo sempre chi è D’Alema) con menzogne di
ogni tipo e l’orwellesco linguaggio del “noi attuiamo solo una difesa integrata” (difesa con bombardamenti
sulla Jugoslavia!). Nell’ottobre di quell’anno (1999) uscì un rapporto Ocse che smentiva i
100.000, poi 50.000, kosovari massacrati: solo 2000 cadaveri trovati, e per di più fra “partigiani” e
serbi. Una breve notizia, per un giorno solo, su qualche giornale; poi si è continuato imperterriti,
fino ad oggi, a parlare sempre di genocidio e quindi di guerra giusta, di guerra umanitaria, riferendosi
al massacro degli jugoslavi. Bugiardi e nulla più!
Nel 2001 venivano abbattute le “torri gemelle” e si è sollevato un enorme polverone (non quello
delle torri, ma di menzogne), chiamando continuamente in causa Al Qaeda che sembra ormai la riproposizione
della Spectre, ben nota agli appassionati dei film di James Bond (quelli vecchi). Nessunissima
prova che fosse stato il Governo afgano il mandante dell’attentato. Fra l’altro, fin quando
i talebani erano stati utili contro l’esercito sovietico, furono aiutati dagli Usa (e dai loro accoliti) in
tutti i modi; andarono al potere con la benedizione occidentale (esattamente come Saddam fu spinto,
sostenuto dagli Stati Uniti, alla lunga e sanguinosa guerra contro l’Iran). Dopo, una volta compreso
che la nuova Russia cominciava a non essere più quella dei devastatori (all’interno) Gorbaciov
ed Eltsin, che a quel punto Cina e Russia turbavano gli equilibri “imperiali” Usa in una zona
d’oriente molto importante per le fonti energetiche (ma non solo), si aggredì l’Afghanistan e lo si
occupò militarmente per pure ragioni di strategia geopolitica. Ci si fece seguire dai soliti accoliti per
motivi di copertura, per poter propagandare la guerra giusta, esportatrice di “democrazia occidentale”.
Il vergognoso corrispondente del Giornale scrive oggi (19 settembre) che la guerra in terra afgana
non è persa; è però necessario incrementare l’occupazione militare, poiché allora la popolazione
si sentirebbe libera di solidarizzare con gli occidentali, mentre adesso ha paura dei “cattivi” talebani.
Non sostengo per nulla che è un cretino, ma tutt’altra cosa per l’appunto. E’ stato detto poco
tempo fa ufficialmente, come bilancio di otto anni di guerra, che i talebani controllano il 97% del
territorio. Basta con le menzogne, corrispondenti di guerra dei miei stivali. Qualsiasi stratega militare
conosce la giustezza delle famose affermazioni di Mao (e Giap, ecc.), secondo cui i partigiani (o
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guerriglieri o come li si vuol chiamare) resistono quando stanno fra la popolazione “come i pesci
nell’acqua”. Il povero Guevara, andando in Bolivia, immergendosi in una realtà contadina che non
conosceva, cui era estraneo (tutto era differente rispetto alla guerriglia condotta vittoriosamente a
Cuba), venne isolato e annientato in pochissimo tempo.
E’ pure una balla quella che ci racconta la vittoria della “guerra giusta” in Irak. Intanto, ricordiamoci
come si aggredì quel paese. Si propalò la menzogna della presenza di “armi di distruzione
di massa”, avallata dal “progressista” Colin Powell. Si trattava di una colossale “bufala”; certificata
e ammessa oggi anche da parte occidentale, che nessuno osi riprenderla! Si sostenne allora che,
malgrado la falsità dell’accusa, era comunque stato giusto aggredire l’Irak poiché Saddam era un
novello Hitler (stessa definizione appioppata qualche anno prima a Milosevic). Un’accusa che più
stolta non si può! L’esercito irakeno (o quello jugoslavo) era paragonato alle armate della Germania
nazista che – non avessero commesso l’“errore”, su cui sarebbe necessaria una ben più completa
ricerca storica, di aggredire l’Urss – avrebbero sotterrato le “democrazie occidentali”. Bugie, bugie,
solo bugie. Comunque, in Irak nessuno ha vinto nulla; semplicemente si è aperto il solito contenzioso
tra sciiti e sunniti (immagino che l’Iran abbia qualche parte nel gioco) e la situazione è di stallo.
Il governo irakeno (il solito fantoccio) non ha affatto la situazione sotto controllo. Può darsi che gli
americani, in questo momento, riescano a controllare i pozzi petroliferi, ma sul territorio si affidano
solo alla guerra intestina e al caos che questa ha creato.
In Afghanistan è molto peggio. Gli Usa rinunciano adesso allo scudo missilistico in Europa, ridimensionando
il pericolo iraniano, che è come un elastico, da usare a seconda delle contingenze e
utilità dei propri mutamenti tattici. In cambio di questa rinuncia, si fa apertamente capire che ci si
aspetta qualche aiuto russo sia sul teatro afgano sia per le sanzioni all’Iran, nella speranza (vana) di
indebolire l’attuale legittimo governo di tale paese e di favorire un’altra “rivoluzione colorata”, che
mi sembra invece in totale apnea, malgrado la stampa e le TV occidentali cerchino di montarla come
una “maionese impazzita”. Intanto, aspettandosi di essere ricambiati dalla Russia, gli imbroglioni
statunitensi hanno rivelato che lo scudo missilistico nulla aveva a che fare con l’Iran, ma era diretto
contro la nuova potenza. Dunque, che abbandonino il progetto per un diminuito pericolo missilistico
iraniano è un’altra falsità. La Russia al massimo rinuncerà ora all’installazione di certe postazioni
missilistiche; ma certamente non concederà nulla alla volontà statunitense (e degli organismi
della UE) di far entrare Ucraina e Georgia nella Nato. Quanto agli appoggi contro Iran e Afghanistan,
ci saranno le solite pantomime1 che si svolgono sempre nella fase di crescente multipolarismo,
in cui il gioco (diplomatico) incrociato delle varie potenze si mantiene in un certo “equilibrio”
fino a quando non sarà possibile per qualcuno tentare di forzare la situazione.
Pochi illusi credono che in quest’epoca sia ancora attuale il vecchio scontro di classe (non sto
parlando di quello sindacale) o quello delle “masse” dell’ormai scomparso terzo mondo “antimperialista”.
Gli stessi talebani, divisi in gruppi tribali, dovranno giostrare con abilità tra le varie potenze
e subpotenze, in configurazione mondiale sempre più instabile e inter-conflittuale, se vorranno
ottenere quel successo che, sia pure a medio periodo, appare piuttosto probabile. Comunque, di questo
parleremo in altra sede. Qui stiamo illustrando il disgusto che suscita il mondo di menzogne creato
da politici e dai media “occidentali” asserviti agli Stati Uniti, in continua aggressione in ogni
1 Di fronte alle vere o presunte dichiarazioni del Ministro degli Esteri russo sull’Iran (ormai impossibile credere alla
nostra stampa, occorre del tempo per appurare che cosa certi personaggi abbiano realmente dichiarato) è comunque bene
faccia presente che non credo assolutamente alla Russia, e nemmeno alla Cina, come potenze diverse, per loro natura,
da ogni altra ivi compresa la preminente fra esse, gli Usa. Sono semplicemente favorevole a tutto ciò che favorisce il
multipolarismo, perché mi rendo conto che le lotte delle cosiddette “masse popolari” sono farneticazioni di pochi rimasugli
di un’epoca di vecchissima ideologia ormai senza più alcuna capacità di comprensione della fase (epoca) attuale.
Quindi, assisteremo comunque a molte scelte russe e cinesi assai poco accettabili. L’appoggio è soltanto per l’insieme
della futura evoluzione di fase che, a mio avviso, condurrà infine al pieno multipolarismo. Di porcherie, giri di valzer,
incoerenza e menzogne ne vedremo a iosa da ogni parte. La natura dei (pre)potenti è eguale in ogni dove e in ogni epoca
storica; muta solo il sistema dei loro reciproci rapporti di forza. Mi auguro semplicemente che muti secondo la specifica
direzione dell’acutizzarsi del loro conflitto.
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parte del globo. Sia chiaro che chi mente sull’Afghanistan per continuare a servire gli Usa è il vero
responsabile della morte di altri giovani italiani mandati laggiù per interessi che non sono quelli del
nostro paese. Gridare agli assassini talebani è lo stesso atteggiamento dei fascisti (repubblichini) e
dei nazisti contro i nostri partigiani. I veri responsabili sono coloro che nascondono a pagamento (i
soliti “trenta denari” di rito) la realtà.
Come ultima menzogna, cito quella di questi giorni. Per l’ennesima volta si sostiene, con grande
scandalo, che Ahmadinejad ha negato l’Olocausto, oltre ad aver fatto picchiare molti fra le “decine
di migliaia” che manifestavano contro la sua “antidemocratica” elezione (con 11 milioni di voti di
vantaggio sul secondo). Mille menzogne in un colpo solo. In primo luogo, non si creano 11 milioni
di voti truccati, è ora di finirla con questa volontà di sovvertire i risultati elettorali. Inoltre, come
ogni anno, era indetta una giornata di protesta contro Israele e la sua politica di feroce repressione
dei palestinesi. Nei cortei di questa giornata si sono infilati i traditori al servizio degli americani. Le
decine di migliaia di manifestanti erano quelli della protesta anti-israeliana; qui si sono infiltrati i
provocatori con subito pronti i fotografi e le TV occidentali per fare vedere “masse” di anti-
Ahmadinejad dove non c’erano; gli infiltrati, come mi sembra del tutto comprensibile data la malafede
e mascalzonaggine evidenti, sono stati picchiati. Nemmeno in particolare dalla polizia; infatti, i
nostri media hanno parlato dei pasdaran, ma chiunque di noi partecipasse ad una manifestazione per
un qualche obiettivo sentito dalla popolazione, e si trovasse a tu per tu con farabutti mescolatisi alla
folla per provocare disordini, reagirebbe nello stesso modo.
Infine, non mi consta che il legittimo presidente iraniano abbia specificamente negato
l’Olocausto; ho letto in agenzie di stampa una frase riportata tra virgolette, in cui il suddetto criticava
l’Olocausto preso come pretesto per reprimere e uccidere migliaia di palestinesi, con un rapporto
di almeno 100 a 1 rispetto ai morti tra le file dei repressori. E’ ora di parlare chiaro. Per quanto mi
riguarda, sono nettamente contro ogni forma di negazionismo, di revisionismo storico. L’unica obiezione
da fare, a mio avviso, è che i nazisti hanno eliminato non solo ebrei, ma rom, omosessuali
e ogni altro “diverso”, chiunque non corrispondesse al concetto di “pura razza ariana”. Inoltre, sono
stati fatti fuori gli oppositori politici, a cominciare proprio dai comunisti, da chi è sempre stato
l’ossatura vera della Resistenza. Fatta questa precisazione, non nego per nulla il massacro degli ebrei,
in forme particolarmente efferate. Senza dubbio, inoltre, questi hanno subito persecuzioni continue
da secoli, secoli e secoli. Su questo “non ci piove”.
Tuttavia, è altrettanto innegabile che, negli ultimi decenni, gli ebrei di Israele (che ha anche minoranze
arabe), con il sostanziale appoggio di tutte le Comunità ebraiche del mondo (salvo casi individuali,
specialmente encomiabili per il loro coraggio), hanno massacrato a man bassa i palestinesi
(e non solo). Appena qualcuno protesta e li definisce per quello che fanno e dunque sono (oggi,
non ieri), subito si tira fuori l’Olocausto (di ieri) e si minacciano processi perché chi protesta lo negherebbe.
I “minacciosi” sono puri mascalzoni e mentitori spudorati. Se ci sono dei cretini, o magari
peggio, che negano il massacro degli ebrei, vanno a mio avviso non processati ma presi a calci nel
sedere. Se però i massacrati di ieri si sono oggi trasformati in crudeli persecutori, non vi è alcun diritto
di difenderli dalle critiche aspre e indignate, addirittura chiedendo di processare i critici. Siamo
allora in presenza di reali razzisti; e, se il razzismo è reato, andrebbe semmai processato chi esige la
repressione delle giuste e vibrate proteste contro le efferatezze israeliane odierne.
Questo è il clima di menzogna creato da politici e giornalisti felloni e conniventi con chi compie
(oggi e non ieri) simili nefandezze. Va anche detto, per correttezza, che di tale clima è particolarmente
responsabile la “destra”, razzista nei confronti dei popoli ritenuti “inferiori”, come gli arabi o
gli afgani o altri. I più scatenati, in questa destra, sono però proprio quelli che adesso la sinistra adora
perché antiberlusconiani. Inoltre, la sinistra maggioritaria non ha mai manifestato sdegno ed elevato
critiche contro le terribile malefatte di Israele, che poi agisce di fatto per conto degli Usa (basta
con le cretinate secondo cui è Israele a manovrare tale paese, la superpotenza a vocazione “imperiale”).
Ci sono voci, nella sinistra detta “radicale”, che indubbiamente si levano contro i massacratori
(d’oggi). Tuttavia, fin quando tali “sinistri” continueranno ad essere colpiti dal virus antiberlusco4
niano, ad attaccare quel minimo di politica estera dotata di autonomia – e anche su questo punto
siamo stati turlupinati per decenni dalla grande menzogna; i “servi” degli americani, Craxi e Andreotti
e, fino a quando visse, Moro furono invece un po’ più autonomi rispetto agli Usa forse perfino
rispetto al Pci di Berlinguer; dopo il “crollo del muro”, nemmeno se ne parla! – essi saranno succubi
della sinistra moderata e di quella destra già fascista e oggi comicamente “antifascista” e sionista
scatenata.
Occorrerebbe non una “rifondazione”, ma una totale bonifica del terreno della menzogna che
avviluppa la stragrande maggioranza in una rete di complicità, di servilismo verso i predominanti,
oggi per fortuna in fase di parziale declino, che deve però essere accelerato.