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Miracoli

di Franco Cardini - 21/09/2009

Il 19 settembre 2009 si è rinnovato a Napoli il miracolo del Sangue di San Gennaro. La cosa ha destato qualche polemica. Vediamo d’intenderci al riguardo.

La parola miraculum deriva dal verbo latino miror, “guardare”, “osservare”, ma anche “stupirsi”. Il miracolo è quindi qualcosa di stupefacente, di degno di venir considerato quindi con attenzione, al di là dello stupore che provoca, in quanto prodotto contro o al di la di quelle che riteniamo essere le ordinarie leggi di natura. Esso è un segno dell’onnipotenza divina. Non ha nulla del prodigio, dell’effetto magico. Difatti, per ottenere un prodigio il mago ricorre a un rito: gesti, parole, profumi, danze. Il miracolo si può soltanto implorare con le preghiere proprie o con quelle di un mediatore piu vicino a Dio (nella fede cristiana Maria, gli angeli e i santi). Dio solo ne e autore in quanto, essendo il Creatore e il Signore dell’ordine cosmico, solo a Lui sta l’interromperlo in casi eccezionali.
Ciò significa che il miracolo non si ha in alcuna religione conosciuta al di fuori del cristianesimo e dell’ebraismo: poiche soltanto esse concepiscono un Dio assolutamente onnipotente, Padrone del tempo e dello spazio i quali sono governati da regole inderogabili che Egli ha conferito loro e che egli soltanto puo cambiare. Ma, di solito, Dio non lo fa: con la Creazione, Egli si è volontariamente e liberamente assoggettato a quelle norme e ordinariamente le rispetta (cio si definisce, teologicamente parlando, “potenza ordinata di Dio”). Il miracolo è inconcepibile per l’Islam, dato che i musulmani ritengono che l’autodisciplina accettata da Dio lederebbe comunque il principio della Sua onnipotenza: tale forma di pensiero si definisce con l’espressione “potenza assoluta di Dio”. Dio non fa miracoli per la semplice ragione che tutto nel cosmo e espressione della Sua volontà diretta: se Egli volesse, potrebbe perfino annullare il Corano, cioè la Sua stessa Parola.

E’ evidentemente un paradosso, che spiega però come per i musulmani il miracolo sia impossibile dal momento che tutto nell’universo è un miracolo continuo.
Se nelle religioni “naturali” e “tradizionali” il miracolo non esiste in quanto non sussiste il concetto di divinità onnipotente nel e al di sopra del cosmo, e nell’Islam esso è inconcepibile in quanto concetto lesivo della perfetta onnipotenza divina, solo cristiani ed ebrei possono credere nella sua realtà.
Possono. Ma nessuno li obbliga. La credenza nei miracoli non è di per sé articolo di fede: e la Chiesa è prudentissima nell’accettarne la realtà fenomenologia.
Tuttavia, la nostra esperienza qualificatamente controllata e comprovata ci pone talvolta dinanzi a fenomeni inspiegabili alla luce delle nostre conoscenze scientifiche e al tempo stesso innegabili nella loro realtà fenomenologia. Alexis Carrel, il grande e geniale iniziatore della tecnica dei trapianti d’organi insignito del premio Nobel, era ai primi del secolo scorso un medico ateo e materialista. Gli capitò di dover testimoniare eventi straordinari a Lourdes; toccò con mano il miracolo, come l’apostolo Tommaso; si convertì e divenne credente. Peccato che non si parli mai di lui, e che anzi nella sua Francia sia discesa su di lui la mannaia della damnatio memoriae: ebbe difatti la “colpa”, già anziano, di aderire al regime di Vichy. Dio perdona, ma i democratici no.
Ecco: ora i democratici agnostici avranno così un’arma in più per negare la realtà del miracolo. Potranno dire ch’essa è stata testimoniata da un “fascista”.
Ma alle persone serie, se cattoliche, basterà rinviare all’autorità della Chiesa: un santo viene canonizzato anche sulla base dei miracoli di cui si è fatto mediatore (l’autore diretto di essi è solo Dio). Poiché la canonizzazione di un santo è uno dei pochi casi nei quali la Chiesa è protetta dal dogma dell’infallibilità, ne consegue che la fede nei miracoli - in sé non materia di dogma – rientra indirettamente in tale categoria.

Alle persone serie non credenti, sarà forse sufficiente rammentare il comune dovere dell’umiltà intellettuale. Il cosmo e la natura sono piene di cose che non riusciamo a comprendere: forse ci arriveremo un giorno, ma per il momento almeno esse restano fuori dalle nostre capacità di comprensione scientifica e razionale. Registriamone la realtà fenomenologia e asteniamoci da un giudizio totalizzante che domani potrebb’essere contraddetto dalla scienza stessa, che é in continuo sviluppo e quindi supera continuamente se stessa. Per quanto possa sembrar paradossale, non credere nei miracoli è un atteggiamento antiscientifico, in quanto presuppone una piena conoscenza della natura che nessuno detiene e che sarebbe invece indispensabile per poter proclamare qualcosa “impossibile”. In futuro, la scienza potrebbe giungere a scoprire le ragioni “naturali” per le quali avvengono fenomeni che oggi vengono ritenuti “contro” o “al di là della” natura. Se un’esperienza dotata di qualificati caratteri di certezza registra un fatto straordinario, e di per se irrazionale il negarlo o l’isolarlo arbitrariamente e forzosamente nel “limbo” delle illusioni, delle allucinazioni eccetera.

Consiglio infine il mio caro amico Piergiorgio Odifreddi, che non ammetterebbe il miracolo neppure se lo vedesse di persona e ne fosse testimone senza nessuna possibile ombra di dubbio, di non stupirsi se “persone serie” come Bassolino prendono appunto sul serio il miracolo del sangue di san Gennaro. Qui entriamo difatti nel problema delle forme culturali condivise, che costituiscono la base di un’identità comunitaria e vanno ben al di là dei convincimenti individuali: forme dinanzi alle quali i rappresentanti del pubblico potere non possono che assumere una posizione di condivisione e di rispetto. Il miracolo acclarato ed entrato come tale nel tessuto di una realta socioculturale (penso a Napoli, a Lourdes, a Fatima, a Medjugorje) fa parte di quelle cose che sono vere nella misura in cui tutta la comunita ci crede, e restano tali finche la fede resta viva. La verità ultima delle cose, nessuno la conoscera mai. Restano i segni e i bisogni. La gente come Odifreddi può anche lavorar a vuotare il cielo: ma non si stupisca e non s’indigni se non ci riesce. Ci sono piu misteri, appunto, in cielo e in terra di quanti non ritenga la nostra filosofia.