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Venti di guerra, Israele pronta al raid

di Tommaso Di Francesco - 29/09/2009

  
 
Ci risiamo. Non solo l'economia e le finanze del mondo capitalista globalizzato continuano a fare esattamente quello che facevano prima dell'esplosione della crisi. Purtroppo anche per la guerra le cose tornano a prendere la stessa piega. Pare di esser tornati alla sceneggiata americana all'Onu per le «armi di distruzione di massa» di Saddam Hussein. Questo dice il G20 che, ricco solo di promesse, si è caratterizzato invece per la «rivelazione» sul secondo impianto nucleare iraniano. E sono riecheggiate, terribili, le parole del presidente degli Stati uniti: «Qualsiasi opzione è possibile... anche se preferiamo la via diplomatica». Come siamo arrivati a tanto?

Da tempo si conosceva l'esistenza del secondo sito nucleare, a Qom. Secondo l'Aiea, l'Agenzia dell'Onu per l'energia atomica, che ne ha avuto la comunicazione già il 21 settembre, si tratta di strutture nelle quali ancora non è mai entrato materiale nucleare - va ricordato che per il Trattato di non proliferazione ogni informazione deve arrivare sei mesi prima che l'impianto entri in funzione. L'Aiea, che monitora gli impianti iraniani da anni, ha sempre confermato che si tratta di nucleare civile. Del resto ben sedici agenzie d'intelligence Usa, durante l'ultima fase della presidenza Bush, poi a cavallo delle due presidenze e infine con Obama, hanno testimoniato che l'Iran non è in grado, e per decenni, di avere un'arma atomica, oltre allo scarsa capacità missilistica. Che c'entra la «non proliferazione atomica» che i cinque grandi proliferatori del Consiglio di sicurezza hanno annunciato a parole al mondo, con l'Iran che l'atomica non ce l'ha? E' così vero che la recente decisione di Obama di non attivare più lo Scudo missilistico nell'est europa, ufficialmente contro l'Iran, deriva proprio da questa analisi d'intelligence.

Allora, che cosa ha voluto scongiurare infrangendo il «segreto» del sito di Qom e anticipando Ahmadi Nejad il presidente Barack Obama, che già nel suo discorso d'investitura aveva riconosciuto «il diritto di Tehran di dotarsi del nucleare civile»? Certo è evidente che il grezzo Ahmadi Nejad, internamente debole per le elezioni contestate, non ha mai aperto ad Obama che pure ha bisogno di lui per la soluzione della guerra afghana. Ma è pur vero che all'Assemblea dell'Onu, dove incomprensibilmente le delegazioni occidentali hanno abbandonato l'aula, il leader iraniano non ha negato l'Olocausto, come vergognosamente ha spesso fatto in patria, ma ha accusato Israele di «far vivere i palestinesi in condizioni disumane» - difficile contraddirlo su questo. Inoltre in una intervista al Washington Post ha dichiarato che «per la prima volta gli scienziati nucleari iraniani potranno incontrare gli scienziati nucleari del mondo».
C'è da temere invece che dietro le «rivelazioni» sul sito di Qom ci sia l'inevasa agenda mediorientale, che vede Obama fare i conti con i no e i ricatti di Netanyahu che agisce apertamente per impedire la nascita, concreta, dello stato palestinese. Israele infatti, diversamente da Obama e quasi in sintonia con Nicolas Sarkozy e Gordon Brown (i leader di Francia e Gran Bretagna che stanno vendendo sistemi nucleari in tutto il Medio Oriente) vede nel secondo impianto iraniano subito «la prova, senza alcun dubbio, che Tehran vuole dotarsi dell'arma atomica». E' un'affermazione pericolosa. Tantopiù che proviene da un paese, come Israele, in possesso di uno spaventoso arsenale atomico fuori da ogni controllo internazionale. Probabilmente se il governo Netanyahu, il peggiore della storia israeliana, vuole bombardare i siti iraniani questo è il momento opportuno. A pochi giorni del vertice 5+1 che dovrebbe riattivare la trattativa diretta sul nucleare tra Stati uniti e Iran. Non è fantascienza, la possibilità adesso di un raid israeliano è più evidente che mai. Del resto è già accaduto. Solo due anni fa contro un reattore in costruzione in Siria e poi nel 1981, quando un raid aereo israeliano distrusse in Iraq il reattore di Osiraq. Senza dimenticare le manovre aeree coadiuvate dalla Nato per colpire target simili. Venti di guerra? Non sarebbe la prima volta che Israele gioca al tanto peggio tanto meglio.