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I veterani dei test segreti sulla psiche vogliono delle risposte

di Bruce Falconer - 06/10/2009

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Dicono che gli scienziati governativi hanno devastato la loro mente. Ora, i veterani dei test segreti sulla psiche vogliono delle risposte.

Le loro storie sono un ingrediente della cultura cospirazionista: uomini a pezzi, sofferenti di allucinazioni e di amnesie quasi totali, che dicono di essere vittime di esperimenti segreti sul controllo della mente condotti dal governo americano. Pensate a Liev Schreiber in “The Manchurian Candidate” oppure a Mel Gibson in “Conspiracy Theory”. I giornalisti sono l’obiettivo preferito per i deliri paranoici di questo popolo. Così è pure Gordon Erspamer – e l’ultimo caso dell’avvocato di San Francisco non lo aiuta certo a respingere gli attacchi di questo tipo. Erspamer ha presentato una causa contro la CIA e l’esercito statunitense a nome della Vietnam Veterans of America e di sei ex-soldati americani che sostengono di essere davvero dei sopravvissuti ai test segreti governativi condotti presso l’arsenale dell’esercito ad Edgewood, nel Maryland, tra il 1950 ed il 1975. “Ho ricevuto diverse chiamate”, ci dice. “Ci sono un sacco di matti là fuori che pensano che qualcuno dal pianeta Marte riesca a controllare il loro comportamento attraverso le onde radio”. Ma quando si arriva ad Edgewood, “trovo che molte di queste storie sono vere!”.
Il fatto che gli scienziati governativi abbiano condotto esperimenti sugli umani ad Edgewood è fuori discussione. “Il programma riguardava i test sugli agenti in grado di colpire il sistema nervoso, sui rispettivi antidoti, sulla chimica della psiche e sugli agenti irritanti” secondo un documento datato 1994 del General Accounting Office (oggi Government Accountability Office, GAO). Almeno 7.800 militari americani hanno lavorato “come topi o cavie da laboratorio” ad Edgewood, riferisce il documento di accusa di Erspamer, depositato a Gennaio presso una corte distrettuale federale in California. Il Dipartimento per gli Affari dei Veterani ha riportato che gli scienziati militari avrebbero testato su di loro centinaia di sostanze chimiche e biologiche, inclusi VX, tabun, soman, sarin, cianuro, LSD, PCP, ed agenti vescicanti dell’epoca della Prima Guerra Mondiale come fosgene ed iprite.
Lo scopo complessivo dei test, comunque, potrebbe non essere mai conosciuto. Come ha spiegato un ufficiale della CIA al GAO riferendosi ai famigerati esperimenti CIA sul controllo delle menti, MKULTRA, “i nomi di coloro che sono stato coinvolti nei test non sono disponibili poiché i loro nomi non sono mai stati registrati, oppure i registri sono stati distrutti successivamente”. In ogni caso, ha dichiarato l’ufficiale, alcuni test condotti con somministrazione di LSD ed altre droghe chimiche “furono propinati ad un numero indeterminato di persone senza che ne fossero al corrente”.
Gli accusatori sostenuti da Erspamer ritengono che, sebbene tutti fossero volontari all’interno dei progetti di Edgewood, gli stessi non furono mai adeguatamente informati sui potenziali rischi, ed oggi come conseguenza continuano a soffrire di effetti debilitanti per la salute. Loro sperano di costringere la CIA e l’Esercito ad ammettere di avere agito nel modo sbagliato, sostenendo che avrebbero dovuto piuttosto informarli circa le specifiche sostanze alle quali venivano esposti, fornendo accesso all’assistenza medica sovvenzionata per curare i disturbi rimediati ad Edgewood. Nonostante ciò che essi descrivono come decenni di sofferenze risultanti dalle esperienze di Edgewood, gli ex militari non chiedono oggi risarcimenti monetari; una sentenza della Corte Suprema del 1950, il caso Feres, preclude il personale militare dal citare il governo federale per malattie personali ottenute durante il servizio. La decisione della CIA di impiegare i militari come soggetti per i test è giunta in seguito a tale decisione della corte e rappresenta un punto fondamentale che Erspamer intende sollevare durante il processo. “Improvvisamente hanno smesso di impiegare i civili ed hanno detto ‘Oh, potremmo usare gratuitamente questi giovani militari’”, dice Erspamer. “Il governo ha potuto fare loro qualsiasi cosa senza avere inconvenienti. Vogliamo portare tutto ciò all’attenzione del pubblico, perché non credo che molte persone l’abbiano capito”. (Interpellato a proposito dell’iniziativa di Erspamer, il portavoce della CIA Marie Harf avrebbe detto solo che il programma per i test sugli umani condotti dall’agenzia sono “stati investigati in dettaglio, e che la CIA ha collaborato pienamente in ogni atto investigativo”.)
Il coinvolgimento di Erspamer in questo caso è carico di motivazioni personali. Suo padre lavorò come scienziato governativo durante l’operazione Crossroads, una serie di test nucleari condotti nel Pacifico presso l’atollo di Bikini nell’estate del 1946; egli fu presente a bordo di un’imbarcazione sperimentale per il test “Baker”, durante il quale una bomba termonucleare di 21 Kilotoni fu fatta detonare sott’acqua a 90 piedi di profondità. L’esplosione provocò una massiccia contaminazione radioattiva. Il padre di Erspamer ed il resto dell’equipaggio morirono ancora uomini di mezza età, a causa di malattie legate alla contaminazione radioattiva.
Erspamer si sta facendo le ossa nel campo delle controversie legali sull’energia, ma già due volte ha promosso azioni legali collettive per i veterani – una per i soldati che come suo padre furono esposti alle radiazioni durante i test nucleari (una causa che perse in una sentenza di appello del 1992) e più recentemente una a favore dei veterani dell’Iraq e dell’Afghanistan a cui è stata rifiutata la cura per gli stress post traumatici. Il caso è attualmente in fase di appello presso la Nona Circoscrizione della California. “Nessuno si occupa di questo genere di cause”, dice. “È davvero triste perché i veterani sono lasciati al proprio destino, e non si tratta proprio di un gran bel destino”.
Uno di questi veterinari si chiama Frank Rochelle. Al contrario di altri test sui veterani, alcune porzioni della sua ricca documentazione medica sono state salvate, fornendo così una rara, seppure incompleta, prova della sua esperienza. Nel 1968 venne assegnato a Fort Lee in Virginia appena ventenne, e vide un annuncio con cui si selezionavano volontari per il programma di Edgewood. Tra gli incentivi promessi c’erano l’esenzione dai turni di guardia, la libertà di indossare abiti civili, i finesettimana di tre giorni e perfino una medaglia di elogio – per tutti i partecipanti agli esperimenti che, secondo l’annuncio, avrebbero aiutato l’esercito a testare equipaggiamenti, abiti e maschere antigas di nuova generazione. Al suo arrivo presso il centro di esperimenti nel Maryland, dice che gli fu chiesto di firmare una serie di documenti, incluso un modulo di liberatoria ed un protocollo di segretezza. A Rochelle fu spiegato che i test sarebbero stati senza rischi, e che le droghe sarebbero state somministrate in dosi non superiori alla norma. Dopo due mesi, comunque, fu soggetto a tre turni di esperimenti che, secondo lo stesso Rochelle, gli provocarono danni permanenti. I suoi dati medici indicano che fu esposto ad agenti invalidanti non letali come DHMP e glicolato, entrambi usati come sedativi che producono allucinazioni. Nel secondo caso, Rochelle dice di essere stato portato in una camera a gas e legato ad una sedia da due uomini con il camice bianco che gli misero una maschera in faccia dicendogli di respirare normalmente. Rochelle perse subito conoscenza. Secondo le lamentele di Erspamer “nei 2-3 giorni seguenti Frank restò completamente allucinato e fuori di sé: pensava di essere alto 3 piedi, vedeva animali sui muri, credeva di essere inseguito da un coniglio alto 6 piedi, sentiva persone chiamarlo, pensava che le sue lentiggini fossero cimici sotto la pelle, tentò di usare un rasoio per cercare di tagliarsele. Nessuno tra i dipendenti della clinica intervenne in suo aiuto…”.
Le cartelle mediche indicano che Rochelle fu sottoposto in contro ad un terzo ciclo di esperimenti dei quali non ricorda nulla. Per anni ha avuto incubi riguardo i test di Edgewood ed ora soffre di ansia, perdita di memoria, apnea nel sonno, ronzio auricolare e perdita della vista, tutti fenomeni che Rochelle ritiene causati dagli esperimenti. Rochelle ha informato il suo medico non prima del 2006, credendo di essere ancora soggetto al giuramento di segretezza siglato nel 1968. (Il Governo alla fine ha sbloccato l’accesso ai test sugli umani per confrontarsi con i propri esperti in fisica nel Giugno 2006, a condizione che questi non “discutessero alcun dettaglio operativo in grado di rivelare informazioni sulle capacità o vulnerabilità di armi chimiche o batteriologiche”.)
La storia di Rochelle è simile a quelle degli altri ricorrenti in giudizio, tutti dichiarano di soffrire per gli effetti nocivi degli esperimenti. Certamente, sostanziare tali accuse è una vera e propria sfida, dato che gran parte dei dati raccolti durante gli esperimenti fu distrutta al completamento del programma. I dati di Rochelle restano intatti, ma “per altri abbiamo minori informazioni” dice Erspamer. “Abbiamo speso molto tempo su questa vicenda, e siamo fiduciosi del fatto che gli accusatori siano ciò che dicono di essere, fossero ciò che hanno detto di essere stati, ed abbiano subito ciò che dicono di aver subito” in termini di esposizione alle sostanze chimiche.
“Chi sostiene il peso di questa causa quando gli imputati hanno distrutto le prove?” si domanda Erspamer. “Hanno gettato tutta la documentazione nelle macchine sminuzza-carta”.
Il risarcimento per i danni causati dagli esperimenti chimici e biologici sugli umani non è privo di precedenti. Lo scorso anno, più di 350 soldati che furono sottoposti ai test presso Porton Down, una struttura militare segreta di ricerca dove il governo britannico conduceva i propri esperimenti sul controllo della mente, sono stati indennizzati con circa 6 milioni di dollari in una transazione stragiudiziale con il Ministero della Difesa del Regno Unito. Allo stesso modo, nel 2004, il governo del Canada ha offerto un pagamento di 18.000 dollari ai veterani degli esperimenti condotti presso le strutture governative. Ciononostante, dice Erspamer, “nessun soldato americano è mai stato indennizzato”. La CIA e l’esercito “sperano unicamente che essi muoiano tutti, e sarà così a meno che qualcuno faccia qualcosa”.

Di Bruce Falconer per Mother Jones 

Traduzione di L. Bionda