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Autunno in Shangai

di Gilad Atzmon - 27/10/2009

 

Shangai è la modernità in azione, è ben disposta verso gli affari, i suoi nuovi strabilianti grattacieli infilzano l’immaginazione tanto quanto il cielo. È piena di un fascino festoso quasi irreale, è imbevuta di ricchezza, è enormemente fiera eppure è benevola, molto benevola in realtà. È vivibile, relativamente tranquilla, dà un senso di sicurezza, ti accoglie a bordo. È l’aspirazione di una Metropoli Occidentale, ma è in Oriente.

Ero stato avvertito prima del mio viaggio che Shangai non è esattamente uno shock culturale, semmai il contrario; sembra di aver incontrato Shangai in una urban fantasy molto tempo prima di atterrarci. Shangai è in effetti l’incarnazione del sogno urbano occidentale: è una stupefacente realizzazione di tutto quello che la Metropoli occidentale vuole essere. In alcune zone è la rappresentazione dell’immaginario urbano; è ciò che New York ambiva ad essere senza esserci riuscita. In altre parti è la fondamentale pace cittadina di una strada alberata parigina piena di piccoli bar e accoglienti caffè. Offre tutto quello che una grande città ha da offrire in termini di cultura, svago, affari e cibo, eppure è totalmente solidale con i suoi abitanti e i suoi visitatori.

Stavo insegnando jazz in Cina questa settimana e ho suonato allo Shangai Jazz Festival. Sebbene fossi abbastanza impegnato con i miei studenti, i gruppi jazz, i concerti e gli altri impegni musicali, ho provato ad apprendere quanto più possibile. Ho girato un po’, provato a conoscere gente del posto e capire questo miracolo. Ad esempio, ho visitato la Fiera Musicale di Shangai, forse la più grande fiera della musica al mondo.

Oggi la Cina è il maggior produttore di strumenti musicali occidentali. E indovinate un po’, qui producono dei sassofoni incredibilmente buoni. In passato, ho testato e recensito sassofoni cinesi. Per qualche motivo sono sempre stato abbastanza convinto che le tante marche cinesi fossero in realtà prodotte da uno o due produttori. In un certo senso, tutti i sassofoni e clarinetti cinesi contemporanei hanno un design molto simile e sono tutti ugualmente buoni. Alla fiera musicale ho capito che mi sbagliavo alla grande. In realtà esistono molti piccoli costruttori di sassofoni e sono tutti parecchio bravi. I costruttori cinesi che ho conosciuto stavano in realtà cercando qualche critica.
Con fare modesto ti chiedono un parere sincero sui loro diversi modelli. Vogliono semplicemente perfezionarli. Vogliono fare di meglio.

La Cina è un miracolo finanziario. Sta per superare il Giappone come seconda economia mondiale. Si prevede che entro i prossimi cinque anni lascerà indietro l’America e diventerà la più grande economia al mondo. La Cina è il maggior produttore della gran parte dei prodotti agricoli e industriali. Nonostante le continue critiche occidentali alla struttura politica e al sistema monopartitico, il successo della Cina dimostra che il suo sistema politico e il modello economico potrebbero essere molto più efficienti di qualunque cosa abbiano da offrire le democrazie occidentali. Diversamente dal decadente Impero Anglofono e dalle altre economie occidentali basate sui servizi, la Cina è una società produttiva ed è governata da un solo Partito del Popolo. Invece di copiare il modello economico e il sistema di valori occidentali, la Cina ha fatto suoi alcuni punti di forza dell’occidente, modificandoli e integrandoli nel proprio sistema economico e sociale.

La Cina e Israele

Nella mia visita a Shangai ho dormito in un hotel occidentale piuttosto carino. Fin dal mio check-in all’arrivo, mentre mi trovavo allo sportello dei turisti, una ben familiare Menora* brillava ai miei occhi da una brochure turistica. L’ho presa, c’era scritto “Gli eberei a Shangai”: la storia di 30 mila Ebrei che trovarono rifugio a Shangai tra il 1933 e il 1941. Immagino che non si possa più concepire una metropoli su questo pianeta, a meno che non abbia qualcosa a che fare con l’Olocausto degli Ebrei. I turisti a Shangai hanno l’imbarazzo della scelta: templi, siti di interesse, shopping, mercati di recente sviluppo, cibo, folklore cinese e ovviamente un po’ di “business della Shoa”. Sinceramente credo che nessuno, tranne qualche ebreo, sia interessato al ruolo storico di Shangai nell’Olocausto. Eppure, la brochure si trovava lì per un motivo. Molti Israeliani ed Ebrei stanno visitando Shangai negli ultimi vent’anni, perché la Cina e Shangai sono il futuro e gli Israeliani lo sanno bene.

Durante la colazione all’hotel ho sentito spesso parlare ebraico. Non si trattava di turisti israeliani. In realtà stavano “vendendo e comprando”. Stavano incontrando uomini d’affari locali già alle 8 di mattina. Ma non erano solo affari. L’infiltrazione israeliana è evidente a tutti i livelli.

Nell’autobus che ho preso per andare al festival, abbiamo notato una bandiera israeliana pendere dal parabrezza dell’autista. Una breve indagine con l’aiuto del nostro manager anglofono ha rivelato che la band che aveva suonato prima di noi era un gruppo Dixieland israeliano. Potrei dire che io stesso ho vissuto in Gran Bretagna per 15 anni, viaggio per il mondo con musicisti provenienti da ogni parte del globo e non ho mai visto un solo musicista lasciare souvenir nazionalisti da qualche parte. A quanto pare, per gli artisti israeliani è una pratica solita lasciare la loro Stella di Davide.

Ho capito subito che conoscevo quei musicisti Dixieland israeliani, in effetti erano dei vecchi amici di Israele. Alcuni erano miei insegnanti e mentori, altri avevano suonato nel mo gruppo. Due di loro erano amici miei molto stretti all’epoca. Inutile dire che era davvero eccitante rincontrarli dopo così tanti anni. Erano davvero molto bravi in quello che facevano. Sapevano suonare e chiaramente avevano perfezionato lo stile Dixieland. Sul palco ho ascoltato uno dei miei vecchi amici dire al pubblico cinese “Eccoci qui, 60 anni per la Repubblica Popolare Cinese”, 61 per lo Stato Ebraico e tutto quello che noi vogliamo è la pace”. Un messaggio così semplice, noi Ebrei e voi Cinesi condividiamo la stessa semplice idea.

Il suonatore di corno israeliano forse non aveva realizzato che poche ore prima la Repubblica Popolare Cinese aveva votato in favore dell’adozione del Rapporto Goldstone al Consiglio dei Diritti Umani. Per quanto ne sa la Cina, i crimini di guerra israeliani dovrebbero essere indagati più a fondo. Comunque, è risaputo che la gran parte se non tutte le esportazioni artistiche israeliane fungono da messaggeri della propaganda Sionista e delle bugie di Hasbara. È un concetto piuttosto semplice: mentre le Forze Armate Israeliane lanciano Fosforo Bianco sui Palestinesi o affamano altri, gli artisti israeliani girano il mondo diffondendo il messaggio degli anni 60 di Sesso, Pace e Amore. Inutile dirlo, la gente attorno a me non l’ha proprio bevuta.

Il Sionismo, come impariamo da Herzl e dai suoi troppo numerosi seguaci, non è altro che tracciare legami tra gli interessi nazionali ebraici e i poteri che dominano il mondo. Senza dubbio la Cina è la potenza nascente; in effetti la sensazione aumenta. In una sola settimana in Cina ho visto con i miei occhi l’intensità dell’attività israeliana sul campo.

Come tutti sappiamo, alcuni pacifisti ingenui puntano tutto su una possibile crescente rottura tra Israele e gli USA. Dimenticano che Israele può facilmente cambiare le sue alleanze come ha già fatto abbastanza spesso in passato. Israele è sempre intento a costruire relazioni con le potenze in ascesa. Gli Israeliani hanno già investito energie enormi su India e Cina.

Molto del successo della Cina dipende dal fatto che è guidata dal sistema politico davvero unico del Partito del Popolo. È un miracolo perché in qualche modo riesce a mitigare il duro capitalismo con un sistema sociale unico. È una bella domanda chiedere se ci sia posto in questo sistema per compiacere Israele, una filosofia borghese nazionalista basata sulla supremazia razziale e più in generale sulla predestinazione.

*Menora – un candelabro a sette braccia che è uno dei più antichi simboli del popolo ebraico


Fonte: www.gilad.co.uk/
Link: http://www.gilad.co.uk/writings/autumn-in-shanghai-by-gilad-atzmon.html
19.10.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LUCA PAOLO VIRGILIO