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In Italia non c'è un governo ombra, ma una zona oscura...

di Gianni Petrosillo - 04/11/2009



In Italia non c'è nessun governo ombra (stando almeno al ruolo che nella tradizione anglosassone ricopre il cosiddetto shadow cabinet) ma solo una zona oscura che tende ad allargarsi con l'obiettivo di ingoiare l'esecutivo e costringere Berlusconi, senza che egli possa reagire, a saltare nel buio. Tuttavia, c'è qualcuno che in queste tenebre ci vede benissimo, poiché abituato a tessere le proprie trame in assenza di luce. Fini? Tremonti? Entrambi sono pedine, uomini della contingenza ben disposti a farsi corteggiare dal sistema per bramosia e per arrivismo. I veri artefici di questo disegno, potenzialmente eversivo, sono i ben noti poteri forti, quelli che, da tangentopoli in poi, dispongono dell'Italia e ne usano per i propri beceri interessi parassitari, rovinandole il futuro e precludendole la speranza del cambiamento.

La reale sponda politica di questa operazione resta la sinistra, quella sinistra che si è giocata l'anima quando da forza politica popolare (sebbene ormai neutralizzata nella riproduzione capitalistica) si è convertita nella gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria, ed è essa che, in questa fase, ha teso le mani verso alcuni esponenti dell'altro schieramento facendosi forte dei suoi appoggi internazionali e delle sue "pessime" frequentazioni in ambito nazionale, dai grandi gruppi finanziari ai padroni del cattivo vapore, fino ad una parte della magistratura politicizzata.

I falchi del PDL hanno messo in guardia il Presidente del Consiglio dalle sue stesse colombe e dagli avversari di sempre, ma il premier continua a cercare la mediazione, nonostante quest'ultima sia palesemente impossibile. Il problema resta lui in persona, questo suo essersi messo di traverso ai programmi golpisti orditi sin dal '94 da una "manina" straniera. A ciò occorre poi aggiungere il recente protagonismo della compagine governativa nella politica estera, con il riavvicinamento alla Russia e alla Libia, seguito, inoltre, dalle innumerevoli dichiarazioni di esponenti dell'esecutivo sul ruolo centrale che l'Italia può legittimamente reclamare per sè nei nuovi equilibri internazionali. Dov'è allora lo spazio del compromesso e della mediazione? Se Berlusconi non capisce questo merita la fine che i suoi nemici gli stanno apparecchiando. 


Interessante questo articolo di Alessandro Sallusti:

 http://stampa.ismea.it/Viewer.aspx?Date=Today&ID=2009110214101054