Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Lincei, caccia al «fascista»

Lincei, caccia al «fascista»

di Luca Gallesi - 04/11/2009

    
 
L’ultimo lavoro dello storico Paolo Simoncelli ripercorre il fenomeno, ancora poco studiato, delle epurazioni antifasciste nelle istituzioni accademiche, in modo particolare nell’Accademia dei Lincei. Proprio come quelle promosse dal regime fascista, tali epurazioni si caratterizzarono, secondo l’autore, per una forte sconsideratezza e illogicità. Esse furono promosse, all’indomani dell’Armistizio, da personaggi che spesso avevano essi stessi giurato fedeltà al regime e fecero vittime illustri e immeritevoli di un simile trattamento. Il lavoro di Simoncelli si concentra, dunque, su un tema controverso.

Non sempre ‘accademico’ è sinonimo di studioso disinteressato: a volte, ‘accademico’ può significare freddo e distaccato dalla realtà. Paolo Simoncelli, nella premessa alla sua ultima fatica di storico, L’epurazione antifascista all’accademia dei Lincei. Cronache di una controversa ‘ricostituzione’, pubblicato da Le Lettere, è ancora più drastico.
Per lui, che è professore ordinario di Storia moderna alla Sapienza e quindi conosce bene l’ambiente, il termine può arrivare a indicare, nella peggiore delle ipotesi, un «membro di filantropiche fraternite e consorterie legate ad ambienti cinerei, autoreferenziali, intellettualmente spenti e sopravvissuti a se stessi». In queste parole forti è racchiusa la critica all’ipocrisia e alla protervia di un certo ambiente universitario che, purtroppo, è una costante nella storia d’Italia.
Simoncelli ha avuto il coraggio di affrontare un argomento delicato e spinoso, quello della cosiddetta epurazione antifascista in seno all’Accademia dei Lincei, Accademia che aveva ripreso il suo ruolo in seguito al 25 luglio 1943, dopo essere stata prima affiancata e poi sostituita con l’Accademia d’Italia, fortemente voluta dal regime fascista. Oggi sappiamo tutto – o quasi – delle esecrabili epurazioni ideologiche e razziali che durante il Ventennio colpirono chi non volle o non poté giurare fedeltà al regime, ma le pagine delle epurazioni antifasciste in seno alle accademie sono ancora tutte da scrivere, e lo stesso Simoncelli sottolinea come il suo lavoro – non a caso intitolato ‘cronache’ – debba essere considerato un primo passo, un testimone da passare ad altri ricercatori. Il libro, comunque, è dettagliatissimo e ricostruisce con abbondanza di particolari e documenti, il tortuoso cammino della defascistizzazione delle accademie nazionali. Tra i più ferventi epuratori si distinguono da subito Giulio Emanuele Rizzo e Concetto Marchesi. Il primo, pochi giorni dopo l’ingresso in Roma delle truppe alleate, scriveva a Benedetto Croce una lunga e untuosa lettera per proporsi come suo referente per l’epurazione culturale. Il secondo, soprattutto dalle pagine dell’Unità, chiedeva con insistenza la testa di tutti gli intellettuali che si erano compromessi col regime. […]
Nonostante la sensibilità e l’intelligenza di personaggi della statura di Benedetto Croce, che finì per dimettersi dalla presidenza, o di Gaetano de Sanctis, che proponeva di esaminare singolarmente caso per caso, le accademie furono sommerse da un’ondata ostile, che colpì indistintamente i loro membri, molti dei quali non furono neppure invitati a discolparsi, ma vennero semplicemente radiati. Accadde così che tra le vittime ci fossero anche personaggi già epurati dal fascismo, proprio come accade nel libro Un destino tedesco di Ernst von Salomon. Un rispettabile studioso ebreo, lo scienziato Tullio Terni, la cui vicenda è ricostruita minuziosamente in appendice al volume, decaduto da socio dell’Accademia nel 1938 perché ebreo, venne radiato il 4 gennaio 1946 perché accusato di fascismo. Si suicidò silenziosamente, con una fialetta di cianuro, il 25 aprile 1946, esattamente un anno dopo la vittoria della democrazia.

Paolo Simoncelli, L’epurazione antifascista all’Accademia dei Lincei, Cronache di una controversa «ricostituzione», Le Lettere, pp. 372, € 35,00.