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No al crocefisso: dopo l’omicidio, rimosso il cadavere

di Matteo Simonetti - 05/11/2009

    


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Come secondo copione, l’enclave illuminista di Strasburgo ha fatto un altro passo avanti nel progetto che persegue da tempo. Quanto tempo? Dipende da quanto siamo disposti ad andare indietro. Certamente solo pochi anni sono trascorsi dall’inizio della disavventura dell’unione europea, con la quale l’elite finanziaria che governa il mondo ha posto le basi per la distruzione delle differenze dei nostri popoli, ma il tentativo di rimpiazzare ogni ordine esistente con l’unico valore riconosciuto, quello del denaro, risale a qualche tempo prima della rivoluzione francese. La violenza con cui la borghesia riuscì a eliminare ogni ostacolo all’instaurazione del regno della moneta solo da poco viene storicamente riconosciuta. Non si tratta solo della strage di vandeani, religiosi, aristocratici e fedeli borbonici. Vennero colpite sistematicamente tutte le differenze e le minoranze, per azzerare il soggetto di fronte alla potenza dello stato laico e della sua nuova religione: la legge.
Quello che avvenne fu un vero e proprio processo di distruzione delle identità dei vari popoli europei, processo che ancora è in atto e il cui ultimo tassello è la decisione di rimuovere il crocefisso dalle pareti delle nostre aule scolastiche. Il lume si accanisce ancor oggi, proprio perché sente la vittoria vicina, contro ogni residuo di metafisica, di assoluto, di ricerca di un senso dell’esistenza. E la Chiesa di oggi è davvero un residuo di quel che potenzialmente potrebbe (e dovrebbe) essere. Si accanisce perché è ben cosciente della potenza dei simboli e del fatto che se rimuovere dalle pareti la croce oggi non può causare altro che qualche polemica, tra qualche decennio il risultato sarà forse l’oblio della genesi di un pensiero.
Ricordate le polemiche sul mancato inserimento delle radici cristiane nella costituzione europea? Era solo una sciocchezza, rivelatrice certo ma non fondamentale, rispetto allo scandalo reale cioè l’assenza iniziale della stessa costituzione, la quale avrebbe dovuto disegnare obiettivi ed attori, valori e strumenti di una società che potesse davvero unire i popoli. La minoranza che ha organizzato e poi messo in atto tale piano, ha considerato una costituzione soltanto come una difficoltà. Non solo il progetto dei banchieri manca dell’ovvia conferma da parte dei popoli, da ottenere con un voto, ma proprio per ovviare anche alla fatica di ottenerla con un condizionamento psicosociale, questi hanno addirittura fatto finta che non servisse. Al suo posto è stata messa la moneta unica e le “regole” di mercato. Nel vuoto dei valori e degli obiettivi, gli attori finanziari possono così muoversi più a loro agio e preparare tranquillamente la mondializzazione. Tradotto, questo termine significa la costruzione di un unico prototipo di cittadino del mondo, con una stessa lingua, con una stessa incolore religione civile, con gli stessi bisogni economici, con la testa piena delle stronzate trasmesse dai media manipolati, senza un motivo per il quale lottare e coalizzarsi, senza un ideale sul quale poggiare la propria vita e la propria lotta alla schiavitù. Si tratta di un cittadino innocuo, governato da finte democrazie plutocratiche (sì, il termine esatto è questo, anche se dà fastidio ai buonisti), pronto da mungere a piacimento, immerso fino alla stupidità nel ciclo lavoro-spesa-divertimento.
Il più grande ostacolo a tale piano, dai tempi dei tempi, come ben sanno e hanno più volte detto le varie logge più o meno illuminate, è innanzitutto ogni sentimento religioso, la religiosità più che la religione, per la capacità intrinseca di muovere ad azioni che trascendano la propria mera sopravvivenza. Le civiltà religiose dotate di un senso del sacro forte ed integro non sono facilmente manipolabili. E’ per questo che, con la scusa del terrorismo, la stessa élite finanziaria che stipendia i politici pseudodemocratici muove guerra costantemente a quei popoli che presentano tali caratteristiche. Altro che Iran stato canaglia: è canaglia perché non è possibile convincere ogni suo cittadino che la maggiore felicità per se stesso sarebbe un automobile e la Cocacola al bar.
Questa malefica strategia si scontra oggi, quasi anacronisticamente, con ciò che resta del suo antico nemico, l’immagine del paradiso. Al completo dominio del peggiore edonismo, del materialismo, del nichilismo, manca solo la capitolazione di una chiesa che, anche se non lo è da tempo, è vista dalla gente come difensore di un senso più alto della vita. La genetica è il terreno che più di altri mostra lo scontro ancora in atto, ma anche parti consistenti della morale corrente dei popoli europei risentono della loro matrice cristiana.
Ecco allora spiegato l’attacco al crocefisso. Prima l’hanno ucciso e adesso, visto che la salma tarda a decomporsi, rimuovono il corpo del reato dal luogo in cui idealmente è più pericoloso: quello in cui si formeranno le coscienze dei futuri europei. Credo che dopo la rimozione, per qualche anno sui muri rimarrà il bianco negativo del crocefisso, dopodichè la luce cancellerà anche quello. La luce della ragione intendo, quella che mostrando il nulla, innalzerà il nichilismo sopra le cattedre. Ma può darsi che mi sbagli e che nuovi oggetti occuperanno lo spazio reso disponibile. Ne proporrei alcuni alla dirigenza europea, in linea col suo sentire: il triangolo con l’occhio dentro; le tre parole in francese dei giacobini, con caratteri in oro su sfondo bianco; la foto di Trichet e dei prossimi governatori della Bce; un televisore lcd che manda spot senza audio durante le lezioni, una telecamera che archivi ogni secondo di ogni ragazzino. Penso possano bastare.