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La “supercambiale” della Pubblica Amministrazione

di Federico Roberti - 08/11/2009

Fonte: cpeurasia

  
 
E poi dicono che c'è la crisi...


La “supercambiale” della Pubblica Amministrazione

Giovedì 5 u.s. si è  svolto a Roma, presso il CNEL, il convegno “Appalti di servizi – Etica, concorrenza, regole, ritardi di pagamento” dove al centro dell’attenzione è stata posta l’enorme esposizione che lo Stato ha nei confronti delle imprese italiane fornitrici di servizi alle pubbliche amministrazioni, centrali, periferiche e locali.

La cambiale ammonterebbe a circa 70 miliardi di euro, di cui circa la metà (46%) sottoscritta dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Le amministrazioni, quando pagano, lo fanno con ritardi enormi, in media di 100 giorni abbondanti oltre i termini previsti dai contratti e che nel caso degli Enti Locali arrivano a toccare punte di 6-12 mesi, addirittura 2 anni in Sicilia.

Per quanto riguarda le aziende fornitrici al SSN, il tempo medio di pagamento ammonta addirittura a 247 giorni, con il Molise regione maglia nera (676 giorni!).

E, come se non bastasse, fissando penali bassissime per i pagamenti oltre i termini, mentre la direttiva comunitaria in materia fissa il termine massimo di 90 giorni e percentuali di interessi di mora fino all’8%. Direttiva che fra l’altro è oggetto di un processo di revisione da parte della Commissione mercato interno del Parlamento Europeo, che mira ad imporre agli enti pubblici il pagamento delle fatture non oltre i 30 giorni dalla data di emissione. Per sapere come andrà a finire si dovrà aspettare fino a febbraio 2010, quando il provvedimento raggiungerà l’aula parlamentare per la votazione finale.

I partecipanti al convegno hanno perciò chiesto al governo interventi urgenti, come ad esempio l’intervento diretto della Cassa Depositi e Prestiti, l’ente controllato per il 70% dallo Stato ed il rimanente 30% dalle Fondazioni bancarie, gestore del risparmio postale. Inoltre, l’identificazione di strumenti e procedure affinché la pubblica amministrazione debitrice possa rivolgersi direttamente al sistema bancario per sopperire alle proprie carenze di liquidità.

Come fatto lo scorso settembre dal Comune di Zola Predosa in provincia di Bologna, che si è accordato con le banche Unicredit e Carisbo per anticipare i crediti dovuti ai fornitori, aggirando i limiti imposti agli Enti Locali dal cosiddetto “patto di stabilità finanziaria”. Infatti, nonostante le disponibilità di cassa del Comune risultino sufficienti a far fronte ai pagamenti, le norme di derivazione comunitaria recepite dall’Italia obbligano l’ente a rallentare e graduare i pagamenti proprio ai fini del pieno rispetto del patto di stabilità. Ora, gli accordi con gli istituti di credito consentono ai fornitori del Comune, senza alcun costo od applicazione di interessi in capo a quest’ultimo, di usufruire dell’anticipazione del pagamento da parte delle banche delle fatture emesse nei confronti dell’ente.

E poi dicono che c’è la Crisi…