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Il Grembo, Milano-Palermo sola andata

di Andrea Bertaglio - 09/11/2009

A sei mesi di distanza dalla nostra ultima intervista a Luca Boccalatte, milanese che ha deciso di accantonare “l’efficientismo a tutti i costi del lombardo di nascita” per sposare i ritmi della Sicilia e della natura, siamo tornati a trovarlo per capire più nel dettaglio come procede la sua avventura: fondare in Sicilia “il Grembo”, il primo villaggio della Decrescita Felice. Un’impresa tanto rischiosa quanto appagante, ricca di aspettative, di gratificazioni, ma anche e soprattutto di difficoltà.

 

palermo grembo ecovillaggio
Tramonto visto dalle alture in cui sorgerà il Grembo
Luca Boccalatte, vuoi ricordarci cosa ti ha portato a lasciare Milano?

 

“Ho deciso di lasciare la mia città natale principalmente perché ero stufo di percepire in me stesso e nelle persone che frequentavo quella frustrazione e quel senso di impotenza cronica. A parole tutti arcistufi di un certo modo di vivere, con il sogno di mollare tutto e dare una svolta radicale alla propria esistenza. Nei fatti quasi nessuno in grado di gettare alle spalle la rassegnazione, di fare il grande salto nel buio, di rischiare tutto.

Quando viene qualcuno a trovarmi fa sempre un po’ fatica a credere che io mi sia trasferito definitivamente, e poi arriva la solita affermazione “…quindi tu hai fatto quello che tutti noi vorremmo fare ma che praticamente nessuno trova ha il coraggio di fare !”.

Usano il termine “coraggio”, ma non so mai fino a che punto intendano dire “incoscienza” o più probabilmente “egoismo”. La sicurezza economica, uno stile di vita da “privilegiati”, la responsabilità di dover aiutare i figli fino all’università e oltre, sono tutte leve mentali che lavorano per lo stesso fine che quello di mantenersi proiettati verso il futuro.

Si tende a credere che il vero coraggio abbia a che fare con il grande sacrificio di se stessi, con la soppressione dei propri bisogni spirituali a favore dei bisogni materiali dei propri famigliari e del ben pensare di una collettività tanto assente nel sostegno reale quanto avida di pettegolezzi. Ci si illude che poi, “più avanti”, ci sarà il tempo per prendersi cura di se stessi.

Così facendo, per fare una citazione del IV Dalai Lama, si rischia di “vivere come se non si dovesse mai morire, finendo per morire non avendo mai vissuto”. La consapevolezza di questo rischio è stata per me la molla decisiva”.

 

terra palermo grembo
Il fondo destinato ad ospitare l’azienda si trova in zona collinare ed è composto da due appezzamenti di terreno adiacenti ed accorpati, rispettivamente di 3 ettari e 6 ettari
Puoi fornirci maggiori dettagli sul Grembo? Ad esempio, parlaci di edifici, strutture, paesaggio, estensione del terreno, quante persone può ospitare… e dove si trova?

 

 

“Il Grembo sarà una azienda agricola biologica a prevalente indirizzo orto-frutticolo, con lo scopo di costituire il fondamento per la successiva realizzazione di un agriturismo naturale autosufficiente/fattoria didattica. Sarà ubicato nel comune di Colesano (PA), in contrada Morgifuto, ai bordi del Parco Regionale delle Madonie, a circa 14Km da Cefalù e 60Km da Palermo.

 

Il fondo destinato ad ospitare l’azienda si trova in zona collinare (con gravitazione geografica naturale verso l’entroterra di Campofelice di Roccella), ed è composto da due appezzamenti di terreno adiacenti ed accorpati, rispettivamente di 3 ettari e 6 ettari.

Non è ancora stato commissionato un vero e proprio esame geologico, ma per tramite della consultazione di tavole tematiche provinciali è possibile sostenere che:

· le associazioni litologiche dominanti consistono in argille sabbiose

· riguardo alla geomorfologia il fondo dovrebbe trovarsi al confine tra un’area caratterizzata da colline argillose e un’area adiacente dominata da rilievi arenacei.

 

Per quanto concerne la giacitura del terreno trattasi di una sorta di “conca naturale” caratterizzata da zone quasi pianeggianti e alcuni declivi con discrete pendenze, comunque tali da non costituire criticità per la lavorazione con mezzi meccanici.

Nella zona più bassa siamo a 250 metri s.l.m., mentre nella più alta la curva di livello è quella dei 330 metri s.l.m. Il dislivello complessivo è dunque di 80 metri su una distanza di 400 metri circa (pari al 20% di pendenza media).

 

Gli anziani contadini del luogo mi dicono che un pezzo di terra del genere in passato avrebbe dato di che vivere ad una decina di famiglie. Quello che ad oggi riesco ad immaginare è una sorta di “cohousing rurale” di tre o quattro famiglie”.

 

 

 

tramonto palermo grembo
Nella zona più bassa siamo a 250 metri s.l.m., mentre nella più alta la curva di livello è quella dei 330 metri s.l.m. Il dislivello complessivo è dunque di 80 metri su una distanza di 400 metri circa
A chi è intestata ora la proprietà e come si pensa di gestirla dopo che è partito l'ecovillaggio?

 

 

“La proprietà sta per essere trasferita dai precedenti proprietari ad una società agricola semplice, le cui quote saranno intestate a me e ad alcuni famigliari che mi hanno aiutato nell’acquisto. Le future adesioni al progetto potrebbero realizzarsi attraverso l’acquisto di quote della società agricola dai soci attuali, con o senza aumento del capitale investito”.

 

Oltre all’autoproduzione di beni agricoli, pensi che raggiungerete anche l’indipendenza energetica?

 

“Stimate attraverso la consultazione di mappe tematiche (a breve si procederà a misurazioni dirette “on-site”), queste sono le medie annuali relative a:

· precipitazioni (50° percentile), 700 mm

· irraggiamento solare (somma annuale di energia elettrica generata da un sistema fotovoltaico di 1kWp, con moduli inclinati in modo ottimale), 1400 kWh / 1kWp

· velocità del vento (media annua a 25 m s.l.m.), 5 m/s.

 

Le due ultime indicazioni sono di particolare interesse, per l’obiettivo di autosufficienza energetica/integrazione reddituale a cui il progetto mira (produzione energia da Fonti Rinnovabili)”.

 

Quante persone cerchi per questo progetto e che tipo di richieste gli vengono fatte?

 

“Da alcuni contatti e visite che ho ricevuto questa estate ho avuto conferma del fatto che la questione aggregativa è il punto più critico dell’intero progetto.

Alla base della mia scelta, che continua ad essere vista da molti come un salto nel buio, ci sono tutta una serie di ragioni personali.

 

 

Sono disponibile a incontrare chiunque fosse interessato ad unirsi al progetto senza formulare richieste specifiche (le stesse modalità di aggregazione possono essere discusse e formulate insieme), ma la sensazione è che sia necessario ancora un certo periodo di tempo nel quale il progetto stesso possa delinearsi con maggiore chiarezza, e che alcune scelte in atto si consolidino e creino un ambiente più favorevole alla aggregazione”.

 

 

pane grembo palermo autoproduzione
Pane con frumento 100% naturale prodotto al Grembo (cresciuto senza alcun apporto di sostanze dall’esterno, nemmeno fertilizzante
In che tempi pensi che verrà ultimato “il Grembo”? E con quali mezzi?

 

“Difficile fare una previsione. Come ripeto la scelta di fare un “salto nel buio” (che poi è un salto nella luce incredibile di questa splendida isola), non è facile da condividere.

Ho sempre più spesso la sensazione che la per alcuni anni dovrò cavarmela da solo, quindi senza alcun mezzo, semplicemente costruendo la sostenibilità economica dell’iniziativa sul fatto di avviare a produzione porzioni sempre più ampie dell’appezzamento (che era incolto da qualche decennio), contando sull’acqua a disposizione e sul letame recuperato da stalle di amici nelle vicinanze.

A luglio abbiamo trebbiato il frumento, ma per via di alcuni errori (i veri maestri nella vita) e di eventi climatici avversi in alcune zone le piantine erano rimaste molto basse e rade, così abbiamo deciso di non raccoglierlo.

Ne hanno potuto gioire le pecore del mio amico Salvatore (Totò) e qualche centinaia di colombi che nel Grembo continuano a poter disporre di un’oasi di tranquillità anche ora che la stagione di caccia è stata aperta”.

Come immagini il tuo futuro e quello del Grembo?

“Ogni tanto mi piace cullarmi nell’idea che l’entusiasmo e la perseveranza possano, anche con i pochi mezzi a disposizione, trasformare questo luogo in un’oasi non solo per i piccioni dopo la trebbiatura, ma per anche per i bambini e le loro famiglie, e per tutti coloro che non aspettano altro che una “testarda provocazione” per abbandonare il pessimismo e tornare a credere che esiste una alternativa all’abbandono di queste meravigliose campagne.

Intanto mi accontento del fatto di avere fatto per la prima volta il Pane del Grembo: ho trovato un mulino a Caltanisetta (www.moliniriggi.it) che lavora ancora con una macina in pietra, vi ho portato il frumento 100% naturale prodotto al Grembo (cresciuto senza alcun apporto di sostanze dall’esterno, nemmeno fertilizzante, e risultato di ottima qualità all’esame effettuato presso lo stesso mulino) e mi sono portato a casa dell’ottima farina sia bianca che integrale".