Il paragone sembra insensato, ma secondo alcuni ricercatori olandesi i nostri animali domestici possono inquinare più delle automobili. Complici i mangimi industriali…
Se si segue la contabilizzazione della CO2 si possono incontrare brutte sorprese. Si può ad esempio scoprire che anche gli animali da compagnia minacciano il pianeta.

È quanto “denunciano” in una recente pubblicazione due scrittori neozelandesi calcolando l’impronta ecologica dei più celebri amici a quattro zampe. Il loro libro si intitola «Time to eat the dog: the real guide to sustainable living» e rivela come l’impatto ambientale di un cane sia pari a quello di una Toyota Land Cruiser e quello di un gatto paragonabile a una Golf.

Robert e Brenda Vale, i due autori, spiegano come un’impronta ecologica così pesante sia determinata dalla superficie di terreno necessaria alla produzione dei cibi industriali. Croccantini, scatolame e simili hanno, infatti, enormi costi dal punto di vista delle risorse naturali e, se si calcola che in media un cane mangia in un anno 164 chili di carne e 95 di cerali, il loro consumo può essere davvero poco sostenibile.

Gli autori, ovviamente, non propongono soluzioni immediate a questo nuovo eco-problema. «Coi nostri dati - dice Brenda Vale - abbiamo solo cercato di sensibilizzare le persone nelle loro scelte. Chi ha a cuore la salute del pianeta potrebbe ad esempio rinunciare alla macchina per tenere un gatto».