Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I vinti del Risorgimento

I vinti del Risorgimento

di Fabrizio Legger - 16/11/2009

Gigi Di Fiore è l’Autore di questo bel saggio intitolato “I vinti del Risorgimento” (pagine 362, Euro 19,00), pubblicato da De Agostini Editore. Si tratta di un testo assai originale, curioso, polemico, ricco di documenti e di storie inedite. Si legge, ad esempio, dell’ignota ribellione dei soldati svizzeri, a Napoli, nel 1859, oppure delle tremende stragi di civili perpetrate dai soldati piemontesi a Casalduni e a Pontelandolfo.

Sono pagine che raccontano di migliaia di morti, di dispersi e di deportati, andando, come periodo storico, dallo sbarco di Garibaldi a Marsala sino alla capitolazione del Regno delle Due Sicilie, cioè, in un arco di soli nove mesi. Questo relativamente breve lasso di tempo bastò per sfaldare un regno di secolari tradizioni, guidato da una dinastia, i Borboni, per ben 127 anni.

Ma da questo libro emerge soprattutto la realtà di una conquista militare, quella piemontese e garibaldina, osteggiata anche da buona parte della popolazione. Su quei mesi tragici, sui soldati che formarono le truppe che parteciparono alla spedizione, sulle vittorie e sulle sconfitte militari, l’Autore ha scritto pagine illuminanti, avvalendosi dei documenti di molti archivi, compreso quello borbonico. Si tratta di un libro accorato sui drammi che vissero le popolazioni del Meridione all’indomani dell’occupazione sabauda delle terre del Sud, un libro che racconta le angherie, le atrocità, le insolenze che le popolazioni meridionali subirono dai conquistatori del Nord.

Infatti, dopo l’annessione del Regno delle Due Sicilie alla monarchia sabauda, in Calabria, in Sicilia, in Lucania, in Puglia, si sviluppò una vera e propria opposizione armata al  dominio dei piemontesi. Costoro definirono “briganti” e “tagliagole” i ribelli del Sud, ma tali non furono certo: furono soprattutto oppositori in armi allo spietato regime sabaudo, che inviò contro di loro i famigerati bersaglieri, che si resero responsabili di atrocità e soprusi non solo contro i cosiddetti briganti e i loro presunti fiancheggiatori, ma anche contro le plebi rurali del meridione che mal sopportavano il rigido centralismo di un potere che sentivano come estraneo e lontano, fiscalmente rapace e anche alquanto razzistico.

In questo contesto vanno ricordate anche le centinaia e centinaia di soldati borbonici che vennero deportati in Piemonte, nel Forte di Fenestrelle, rinchiusi in celle gelide ed esposte alle intemperie, dove morirono tutti a causa della rigidità del clima alpino (a cui non erano abituati), dei maltrattamenti e della denutrizione. Pagine orribili della storia risorgimentale, che sono un vero e proprio atto di denuncia contro la brutale e sanguinosa dominazione sabauda nelle terre del Meridione.

Ma in questo avvincente volume vengono pure messi in luce drammi personali, atti di eroismo, opportunismi e grettezze politiche, cose comuni a tutti i trapassi d’epoche e di poteri. Un saggio storico di grande interesse, che recensiamo con grande interesse, raccomandandone l’attenta lettura. Lo potete richiedere nelle migliori librerie.