Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Berlusconi e Mattei

Berlusconi e Mattei

di Giovanni Petrosillo - 17/11/2009

Dopo il pezzo di oggi sulle minacce a Berlusconi mi sembra opportuno segnalare anche l’articolo del prof. Moffa che si posiziona, sebbene con alcune differenze (che adesso non rimarco perché inessenziali alla riflessione), sulla stessa linea delle mie argomentazioni:

(http://www.claudiomoffa.it/pdf/matteieberlusconi.pdf).

Già in un'altra occasione avevo tracciato alcuni parallelismi tra quanto accaduto a E. Mattei, fondatore e grande Presidente dell’Eni, dagli anni ’50 fino al giorno della sua morte, avvenuta il 27 ottobre 1962, e il clima torbido che si va approfondendo intorno alla figura del Premier, reo di perseguire una politica estera ed energetica non allineata all'atlantismo dominante. Resto del parere che Berlusconi arriva a malapena all’inguine di Mattei per visione strategica e capacità decisionale, ma come dice il professor Moffa nel suo articolo è il contesto storico ad essere differente:

“Non esiste un “caso Berlusconi” come allepoca ci fu un “caso Mattei”? Sarebbe segnale di ottimismo incosciente pensarlo: in realtà il tasso di conflittualità non lo si misura in termini di radicalità della linea politica perseguita misurata secondo criteri astratti e astorici, senza considerare cioè i mutamenti degli equilibri generali dagli anni Cinquanta ad oggi fra poteri eversivi e poteri costituzionali in tutti i paesi dell’Occidente. Tutta la storia della repubblica italiana è segnata da casi oscuri e minacce contro chiunque abbia sfidato il mondo della finanza pura e il potere bancario e le loro proiezioni politiche…[nazionali ed internazionali, ndr]. Il “caso” Berlusconi non fuoriesce da questo quadro… Sono minacce di morte, che evocano della vicenda Mattei il più grande e esiziale errore del geniale ed eroico fondatore dell’ENI: il non premunirsi di un vero apparato di sicurezza e sorveglianza, fino a creare il terreno per il fatale attentato del 29 ottobre 1962”.

Precisamente questo. Berlusconi sta commettendo lo stesso errore avendo anch’egli trascurato, molto più di Mattei, l’intesa con i corpi speciali dello stato, i soli che avrebbero potuto proteggerlo in una fase di  attacco pluridirezionale come quella attuale. L’uomo rischia molto che ne sia consapevole o meno.